LA RIVOLTA DEGLI ALLEVATORI SARDI : UNA CATEGORIA, CHE REGGE L’ECONOMIA DELL’ISOLA, TROPPO SPESSO LASCIATA SOLA


di Maria Vittoria Dettoto

Da sempre ho sostenuto l’importanza della categoria degli allevatori sardi, nel reggere l’economia sarda. Lo fanno da secoli. Senza che nessun governo abbia dato loro la dovuta importanza ed gli equi compensi. Giorni fa si è tenuta a Cagliari l’ennesima manifestazione promossa da Coldiretti, alla presenza di presidenti di enti, rappresentanze sindacali e circa 5.000 pastori recatisi nel capoluogo per rivendicare in primis l’aumento delle quote latte portandolo a livello di un euro per litro rispetto agli attuali 80 centesimi che non rappresentano una soglia tale da permettere la produzione di formaggio con uno scarto ragionevole di guadagno.  Nel frattempo si importa il latte dall’estero e si perdono le condizioni di produzione di un prodotto autoctono e provvisto al contempo di tutte le certificazioni sanitarie e d’origine alle quali rigidamente l’Unione Europea sottopone i nostri prodotti. Il problema però resta il fatto che in generale queste persone non sono rappresentate in modo adeguato dai politici regionali in primis, che dovrebbero essere i primi a tutelarli e invece permettono o addirittura favoriscono come nel caso dell’olio tunisino, l’immissione nel mercato isolano di prodotti stranieri di dubbia provenienza. Personalmente ritengo che l’unico modo che essi abbiano per far sentire con forza la loro voce e tutelare non solo il prezzo del latte, ma la qualità di tutti i prodotti che vengono prodotti, sia quello di fare cartello e di organizzarsi in organismi collettivi che siano realmente in grado di far valere le loro ragioni. È indispensabile che i sardi imparino a ragionare con un’ottica pluralista più che individualista, ancestrale e inadeguata al mercato diventato troppo competitivo e poco indirizzato alla qualità del prodotto a scapito della qualità degli stessi. Ritengo che questa sia una battaglia giusta da portare avanti e che ognuno di noi debba e possa a qualsiasi titolo sostenerla, anche ad esempio scegliendo quando facciamo la spesa prodotti sardi a km zero. Già questo sarebbe un bel passo avanti.

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Un commento

  1. problema mai definito dalla politica in termini di interventi concreti a lungo termine per valorizzare la grande risorsa che è sempre stata per l’isola e sopratutto in questa fase di crisi, invece arrivano prodotti contrafatti non solo caseari, vera beffa x i pastori e… la regione?

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