“DIRITTI IN TRANSITO”: IL DIRITTO ALLA LINGUA MATERNA. MANIFESTAZIONE A ROMA CON LA PARTECIPAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE SARDA “ACRASE – MARIA LAI”

ph: Stefano Pinna con i suonatori curdi


di Maria Vittoria Migaleddu

Sa limba est su siddadu e su mediu pro trasmitere sas connoschentzias de s’ambiente, pro arribbare sa biodiversidade e fatzilitareunuisvilupusustenibile.  UNEP (United Nations EnviromentalProgramm 2004)

…… full respect for the use of mother language in teaching and learning, and the promotion and preservation of linguistic diversity……. Multilingualism is essential,…. vital for success across the 2030 Agenda, regarding growth, employment and health, as well as sustainable consumption and production, and climate change. UNESCO 2016.

Proponendo il diritto alla lingua materna, l’Associazione Culturale Acrase Maria Lai di Roma ha partecipato alla grande manifestazione del II Municipio di Roma “Diritti in transito”

Da venerdì 15 a domenica 17 aprile 2016, si è svolta, nei locali della Ex Dogana in viale dello Scalo San Lorenzo,una tre giorni per la Cultura per la Conoscenza dei Diritti Umani e la Legalità durante la quale molti operatori della cultura, circa 40 associazioni e più di 100 artisti, hanno messo a disposizione il loro talento, la loro attività culturale e le loro iniziative al fine di porre l’attenzione su problematiche estremamente urgenti e fondamentali.

La nostra Associazione ha declinato questo tema proponendo appunto il diritto alla lingua materna che è stato oggetto della manifestazione “Le nostre lingue materne” che si è svolta,alla Città dell’Altra Economia, il 20 febbraio in occasione della giornata mondiale della lingua madreindetta dall’UNESCO il 21 febbraio di ogni anno per promuovere ladiversità linguistica e culturale e il multilinguismo. Istituita nel 1999,per ricordare il 21 febbraio 1952, quando diversi studenti bengalesi dell’Università di Dacca furono uccisi dalle forze di polizia del Pakistan mentre protestavano per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale, nel 2007 è stata riconosciuta dall’Assemblea Generale dell’ONU

La manifestazione si proponeva di valorizzare l’importanza della lingua materna, partendo dalla realtà della lingua sarda riconosciuta come minoranza linguistica dalla legge 482/99.

L’evento ha avuto il Patrocinio della Commissione Nazionale Italiana dell’UNESCO con la motivazione: “Per gli intenti di tutela delle lingue minoritarie, memoria storica e patrimonio intangibile da conservare e tramandare, l’evento è in piena sintonia con i principi che ispirano l’attività dell’UNESCO”

Anche il II Municipio di Roma, nonché la sez. ANPI Musu/ Regard hanno dato il loro patrocinio.

Le magiche note delle launeddas del M° Stefano Pinna hanno aperto e intervallato i diversi interventi.

Agnese Micozzi Assessore alla Cultura del II Municipio ha evidenziato come la problematica trattata rientri perfettamente nello spirito dell’importante evento che il suo Municipio, e in particolare il suo Assessorato, hanno programmato per la metà di aprile.

Maria Antonietta Pinto, Docente di Psicologia dell’Educazione, Fac. Di Medicina e Psicologia dell’Università “La Sapienza”, si è soffermata in particolare sui significati emotivi ed affettivi che ogni lingua madre incarna, sottolineando il fatto che comunque ogni apprendimento ed espressione linguistica coinvolge non solo importanti e trasversali abilità cognitive ma anche profonde implicazioni emozionali. Ha poi illustrato i risultati delle sue ricerche sulle abilità metalinguistiche, cioè sulla capacità di riflettere sui diversi aspetti strutturali di una lingua, nei bambini e più in generale nelle persone bilingui. Tra i vari contesti in cui queste ricerche sono state svolte, si è soffermata, in particolare, su quella svolta in Sardegna nelle scuole medie di Florinas e Thiesi, che è stata la tesi di laurea di Giovanna Seddaiu. In questo contesto si è dimostrato che le abilità metalinguistiche dei ragazzi che hanno seguito l’insegnamento del sardo sono nettamente superiori rispetto al gruppo di controllo che non ha avuto questo insegnamento; aumentano in modo statisticamente rilevante nei ragazzi che hanno avuto l’insegnamento del sardo dalla prima elementare rispetto a quelli che l’hanno iniziato in prima media. Le abilità metalinguistiche sono state testate in relazione alla lingua italiana; i risultati di questa ricerca quindi demoliscono una delle ragioni che hanno spinto la scuola, talvolta in maniera coercitiva, e le famiglie a cancellare il sardo nella comunicazione con i bambini perché avrebbe interferito negativamente sulla conoscenza dell’italiano. Chi parla e studia il sardo parla meglio l’italiano e ne ha una consapevolezza linguistica di gran lunga superiore rispetto a chi non lo conosce.

Nure Alam Siddique, fondatore dell’Associazione Dhuumcatu, in rappresentanza della Comunità Bengalese, ha sottolineato l’importanza della giornata mondiale della lingua materna per il suo paese e per le comunità bengalesi che trovano all’estero. E’ una giornata di festa nazionale durante la quale a Dacca ogni anno si svolge un grande corteo che si dirige al monumento agli studenti caduti nel 1952 per difendere il diritto linguistico alla lingua madre. Proprio dalle manifestazioni del movimento per la lingua bengalese iniziò il processo politico che portò all’indipendenza dal Pakistan nel 1971.

Ciò a riprova di quanto affermato da Antonio Gramsci ne I Quaderni dal Carcere “Ogni volta che affiora, in un modo o nell’altro, la questione della lingua, significa che si sta imponendo una serie di altri problemi….”.

Anche in Sudafrica il processo politico che portò alla fine del regime dell’apartheid nel 1994, iniziò con la rivolta degli studenti neri che si rifiutavano di sottostare ad un decreto del regime razzista che imponeva l’afrikaans, la lingua della minoranza bianca, come lingua veicolare dell’insegnamento accanto all’inglese. Nel Sudafrica democratico di oggi le lingue ufficiali sono 11.

Ed è ancora la lingua a costituire il principale elemento identitario per i curdi, un popolo a cui nel 1920, con il trattato di Sevres, era stato promesso uno stato e che invece,ancora adesso, si trova smembrato tra Iran, Iraq, Turchia e Siria, più altri gruppi minori in Libano e Armenia, come ci illustra Ozlem Tanrikulu, Presidente di UIKI Onlus, Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia. La negazione dei diritti linguistici dei curdi, in particolare in Turchia, è l’aspetto più significativo della repressione dei loro diritti. I curdi della Siria hanno sempre opposto una forte resistenza all’omologazione, rifiutando la scolarizzazione dello stato per preservare la loro identità linguistica e in questo periodo stanno sperimentando una forma di autogoverno aperto a altri gruppi etnici e in cui alle donne vengono riconosciuti pari dignità e diritti. Proprio la lotta delle donne e degli uomini della Rojava ha costituito,per un lungo periodo,l’unica resistenza all’avanzata dell’ ISIS , riuscendo a liberare Kobane.

L’intervento di Domenico Morelli Presidente CONFEMILI (Comitato Nazionale Federativo per le Minoranza Linguistiche Italiane) ha riportato il problema dei diritti linguistici in Italia dove la legge 482 del 99 ha finalmente dato attuazione all’articolo 6 della Costituzione.Il Prof. Morelli, che ha seguito l’attuazione di questa legge sia presso Il Ministero della Pubblica Istruzione, per quanto riguarda i progetti scolastici, sia presso il Ministero dell’Interno, per i progetti relativi agli Enti locali, ha sottolineato come negli anni i fondi stanziati per l’attuazione della legge 482 siano via via diminuiti e questo significa una minore tutela e valorizzazione delle lingue minoritarie dello Stato (sardo, friulano, francese, franco-provenzale, ladino, occitano,albanese, catalano, germanico, greco, sloveno, croato).

La lingua, come giustamente segnalano sempre di più le diverse organizzazioni delle Nazione Unite, è lo strumento attraverso cui passa, non solo la salvaguardia di una cultura e di un popolo, ma anche la preservazione della biodiversità. Diventa quindi fondamentaletutelare e promuoverele lingue madri e locali per poter preservare e condividere le conoscenze e la sapienza di cui esse sono espressione, come opportunamente sottolinea la Direttrice Generale dell’UNESCO,Irina Bokova, in In Sustainable Development Goal 4, the 2030 Agenda.

Ogni lingua è il frutto anche del rapporto evolutivo, sviluppatosi nel corso di molte centinaia di anni, tra un gruppo umano e l’ambiente di insediamento e quindi nella lingua sono sedimentate tutte le conoscenze della biodiversità di questo ambiente.

Alla fine della serata il M.° Stefano Pinna ha intrecciato il suono delle sue launeddas con quello dei tamburi curdi accompagnando le danze, mentre il numeroso pubblico intervenuto assaggiava piatti sardi e curdi.

La sintesi video-fotografica di questo evento è stata presentata alla grande manifestazione “Diritti in transito” insieme alla proiezione del cortometraggio Boboti, del regista Alessandro Arrabito Campus, che racconta, in maniera ironica e fantastica, la storia di integrazione di un gruppo di musicisti senegalesi a Nuoro. La proiezione è stata accompagnata dall’esibizione dal vivo del musicista senegalese Max venuto dalla Sardegna.

Questo grande evento è stata l’occasione per far conoscere un aspetto fondante della nostra identità, la lingua, ad una platea molto vasta e ha costituito l’opportunità di stringere legami, tessere trame di collaborazioni con tante altre realtà culturali del territorio dove siamo insediati coerentemente con il principio ispiratore delle nostre attività che ha motivato la scelta di intitolare a Maria Lai il nostro Circolo.

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