MALEDETTA PRIMAVERA! STUDIARE, LAVORARE, LEGGERE E … COMBATTERE PER LA PROPRIA VITA

ph: Stefania Calledda e Massimo Onofri


di Stefania Calledda

Il cambio di stagione è quel momento dell’anno, quel passaggio inesorabile che nel suo riequilibrio finisce per rompere il tuo di equilibrio e se come me hai una malattia cronica con la quale sei costretto a convivere, beh, l’esito è presto detto: tra marzo e aprile il tuo organismo ti ricorda che non hai ancora dei super poteri.

Indugiando e rimandando qualche giorno di ferie per riposarti, avvertendo un certo senso di spossatezza, ecco che come una mannaia impietosa la malattia ti spezza le gambe e se ancora non ti eri fermata, ecco che a fermarti ci pensa Lei. E ora siediti e pensa a te stessa.

Il resto lo fa la terapia steroidea, il “santo cortisone” che spegne ogni focolaio d’infiammazione e che ti dopa come un cavallo da corsa. Strana questa mia malattia, ti prostra e ti indebolisce sotto la cintura, mentre al di sopra il corpo è perfetto, la lucidità mentale e l’eloquio sempre vigile e brillante, mentre il passo esita e trema incerto.

Eh sì, il ritratto della salute, dopo 4 giorni di ospedale e altri 10 da scontare per rimetterti in piedi, barcollo, ma non mollo, è proprio il caso di dire: l’abito adorato comprato da Zara che copre i lividi sulle braccia lasciati dagli aghi, il trucco che copre le occhiaie, i capelli nel pieno del loro splendore perché finalmente, al terzo giorno di doping, riesci perlomeno a lavarteli, e non c’è nemmeno bisogno di fondotinta e fard, per quello ci pensa il cortisone.

Eccoci infine a presentare “Passaggio in Sardegna” come se niente fosse, serata splendida, che per un paio d’ore mi lascia dimenticare ogni preoccupazione, e ci siamo io, l’autore, il pubblico, la voce calda di Silvia che attraversa i paesaggi dell’isola, per lasciarmi infine sfinita, ma compiaciuta.

E ora si riprendere la battaglia, che poi non è altro che assoluto riposo per tornare in ufficio efficiente e utile, e timbrato il cartellino si ritornerà a studiare, leggere, prepararsi per un altro evento, per un altro incontro.

Mi tocca citare quella vecchia canzone, maledetta, “maledetta primavera”!

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