SOFTBALL, A ORGOSOLO LE AVVERSARIE NON VOGLIONO ANDARE: PER LA SQUADRA SARDA, IL CAMPO DI CASA DIVENTA PARMA
Maria Giovanna Spanu del club di Orgosolo è nel box di battuta
Per amore del softball, un gruppo di ragazze giocherà per una stagione lontano dalla Sardegna, prendendo casa a Parma. Il softball da quasi mezzo secolo è fiore all’occhiello di Orgosolo, ed ha permesso a generazioni di ragazze di uscire dalla Barbagia e di far conoscere all’Italia un paese diventato famoso per i rapimenti. E nonostante questo ostacolo dovrà continuare ad essere un vanto. La leggenda narra che quello sport di origine americana avesse appassionato anche il bandito Graziano Mesina, diventato uno dei sostenitori. Quella del Supramonte è una storia fatta di soddisfazioni (20 anni fa sul diamante nuorese ci fu un Europeo giovanile), ma anche tante delusioni, pugni in faccia e rinunce. Sul campo la squadra sarda si è guadagnata anni fa un posto in A-2, la seconda divisione nazionale, dalla quale è uscita, per tornare in B, tra le polemiche nel 2013: la squadra era la prima nella lista dei ripescaggi, ma fu preferita un’altra squadra, che non ne aveva diritto, solo perché l’ingresso del team di Orgosolo avrebbe comportato la rinuncia di 4 squadre. A distanza di 3 anni, purtroppo, la storia si ripete: il Supramonte nel 2015 disputa un gran campionato e partecipa ai playoff a Livorno, senza però conquistare la promozione. La società non s’arrende, vuole tornare in A-2 e chiede il ripescaggio alla categoria superiore, dovendo però accettare le regole dettate dalla Federazione. La squadra, dopo la rinuncia del Valmarecchia di Villa Verrucchio, viene inserita in un raggruppamento con Bovisio Masciago, Cairese, Porta Mortara, Rescaldina. Ma il brutto è che dovrà giocare le sue gare interne al Quadrifoglio di Parma. In sostanza nella regular season il Supramonte dovrà effettuare 10 trasferte, senza mai giocare tra i suoi appassionati. “Il problema – dice il vicepresidente Fibs Massimo Fochi – è che il Supramonte è stato ammesso all’A-2 come ripescato e non come avente diritto. Per questo si è dovuto accontentare di giocare in altra sede, senza gravare in maniera pesante sui bilanci delle altre società, che hanno invece o vinto il torneo o mantenuto la categoria”. E non ci saranno sostegni da parte federale né dalle altre avversarie. Si dovrà tornare indietro nel tempo, cercare di lavorare per trovare i fondi per poter garantire le trasferte. “Noi dell’Orgosolo – dice Mario Tomainu, giornalista e storico presidente della squadra – siamo abituati a combattere con le difficoltà. Da quando, ormai 47 anni fa, un maestro elementare, affiancato poi da un tecnico cubano, ha insegnato alle ragazze del posto i segreti di questo sport, tutto il paese ha contribuito a tenere viva la squadra, con tanto volontariato e piccoli sostegni. Senza mai saltare un campionato”. Per rendere meno difficili le trasferte si cercava di sfruttare i parenti e gli amici in giro per l’Italia. E si cercherà di fare così anche stavolta, confidando nel buon cuore delle avversarie organizzando magari dei fine settimana con doppio impegno, per rendere meno pesante e bella questa avventura. Dal 2017 se ne riparlerà….
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