L’INFELICITA’ ALL’IMPROVVISO: PER LA DINAMO SASSARI NEL BASKET, RITROVARE L’UNITA’ TRA SOCIETA’, SQUADRA E TIFOSI

Stefano Sardara, Presidente Dinamo Sassari


di Stefano Loffredo

L’isola del basket scopre l’infelicità all’improvviso. Il post del presidente Stefano Sardara su Facebook in cui annuncia che a giugno lascerà la società arriva in un pomeriggio uggioso, freddino, e dopo una sconfitta nel big match contro Trento in cui la Dinamo è stata talmente inguardabile da “costringere” il coach Marco Calvani a scusarsi per la prestazione. Una parte del pubblico (la curva ha sempre comunque sostenuto la squadra sino alla fine) del PalaSerradimigni ad un certo punto ha incominciato a fischiare, non alla fine, ma durante la partita: una cosa che a Sassari non si era mai sentita. Ma quei fischi e “qualcosa di più” non erano forse rivolti solo alla squadra ma anche alla società (le scorie dell’esonero di Meo Sacchetti sono ancora troppo fresche). Il presidente si è “sentito” abbandonato dall’ambiente proprio nel momento di maggiore difficoltà. Una cosa che lo ha amareggiato così tanto, da potarlo alla clamorosa decisione di lasciare la società a fine stagione. Una provocazione? Una scossa all’ambiente? Oppure la presa d’atto dell’impossibilità, in queste condizioni, di portare avanti il progetto Dinamo 2020, annunciato poche settimane fa? Chi lo conosce bene sa che quando prende una decisione quella resta. E infatti anche nel post arrivato in tarda serata, in cui giura amore eterno alla Dinamo, conclude scrivendo: “Fino a giugno non si molla”.  La società, in questi anni è riuscita a programmare talmente bene che ha bruciato le tappe, in due anni ha vinto tutto quello che si poteva vincere in Italia. Lo scorso anno un magico triplete con uno scudetto, arrivato al termine di una stagione dalle emozioni fortissime. Ed ora alla minima difficoltà si storce la bocca. Ma vincere tutte le partite di 100 punti non si può. La Dinamo ha vinto, sudando e meritando sia chiaro, con grande facilità e un pizzico di incoscienza. Questa sarebbe dovuta, anzi è, la stagione della consapevolezza, del prendere coscienza delle proprie potenzialità senza mai dimenticare da dove si arriva per non perdere la voglia di soffrire. La società ha deciso di azzerare ripartendo da un gruppo di giocatori nuovo che si è trovato da gestire uno scudetto sul petto.  Pensare di ripetere la stagione trionfale dello scorso era quasi impossibile, ma forse l’ambiente e soprattutto i tifosi, che ancora hanno negli occhi quella straordinaria gara 7 con Reggio Emilia lo credevano possibile o, meglio, ci speravano. Ma i cambiamenti e i percorsi di crescita passano anche attraverso momenti di crisi che si possono superare solo se l’ambiente (società, squadra e tifosi) resta unito. Tutte queste componenti devono ritrovare la fiducia gli uni negli altri e la capacità di soffrire insieme: solo così si potrà ancora rivivere un altro meraviglioso 26 giugno 2015. Una cosa va detta e ricordata, la squadra con tutte le sue problematiche e suoi alti e bassi è seconda in classifica a due punti dalla vetta, in un campionato senza padrone, dove anche Venezia e Milano prendono schiaffi e fischi e in testa piomba la Vanoli Cremona. Insomma sembra il campionato più pazzo del mondo. Ci sarà da soffrire tremendamente per conquistare final eight di Coppa Italia e playoff. Poi da maggio in poi sarà tutta un’altra storia. Sassari lo scorso vinse lo scudetto da quinta. Quindi keep calm e forza Dinamo.

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Un commento

  1. Pessimi tifosi della Dinamo che si sono dimenticati cosa erano…La poca cultura sportiva di una tifoseria avvicinatasi allo sport solo dopo le ultime esaltanti stagioni,li ha convinti di essere come i LA Lakers ,o si vince sempre o tutti bidoni,non si accontentano dell’attuale secondo posto in campionato,vogliono vincere anche l’eurolega,contro squadre che hanno budget 20-30 volte superiore…..Continuerò a tifare Dinamo Sassari Official ,nella speranza che continui a trainare il movimento cestistico sardo, che quest’anno ha avuto un notevole incremento di giovani iscritti alle scuole basket,aspettando con pazienza che insieme all’entusiasmo, crescano le capacità tecniche dei nostri giovani e
    che un giorno Cagliari raggiunga Sassari in serie A.

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