IL DRAMMA DELL’ISOLA NELL’ISOLA: ZONE INTERNE DELLA SARDEGNA DOVE REGNANO ANCORA ARRETRATEZZA E SCARSO SVILUPPO


di Irene Bosu

È evidente che il concetto delle zone interne per la Sardegna centrale abbia assunto il sinonimo di isolamento, arretratezza e scarso sviluppo. Pensiamo alle ultime vicende accadute in Barbagia e nel Mandrolisai, territori che possiamo definire piccole isole nell’isola. Da giorni a Desulo si protesta per il declassamento della strada Provinciale 7, Montecorte-Desulo. L’ordinanza è stata emanata dalla Provincia di Nuoro il 2 novembre scorso in seguito al peggioramento della situazione del manto stradale. Da allora gli studenti pendolari, 80 ragazzi che ogni mattina si spostano con i pullman dell’Arst verso Tonara, Sorgono e Nuoro, viaggiano con mezzi di fortuna. Con la stessa ordinanza, la Provincia di Nuoro ha vietato il passaggio dei pullman e dei camion anche sulla la S.P 4 che collega gli studenti e i cittadini di Austis e Teti con Tiana e da qui con Fonni Gavoi e Nuoro. Allo stato attuale molti genitori si trovano in difficoltà per organizzarsi, chi con le macchine, chi con mezzi di fortuna, chi con pullmini privati – con tanto di spese extra che non tutti possono affrontare – per accompagnare e prendere i propri figli a scuola. Ma i disagi riguardano anche il trasporto merci con camion pesanti e tutti i cittadini che si servono del pullman dell’Arst per gli spostamenti.

Il problema è stato segnalato alla Provincia di Nuoro che a sua volta ha rimandato alla Regione ogni decisione. In attesa di risolvere la situazione converrebbe riflettere sul perché in queste zone, nel 2015, non vengano garantiti i servizi essenziali ai cittadini e il diritto allo studio ai ragazzi. Come si pensa di combattere lo spopolamento? Con quale coraggio, oggi, si chiede ai giovani di restare in un posto che non è nemmeno in grado di mantenere i servizi di base? È necessario un concreto Piano di sviluppo per le zone interne con un cospicuo investimento di risorse che coinvolga tutti i settori chiave per la crescita del territorio. Se la politica regionale avrà il coraggio di prendere in mano la situazione, i “cervelli in fuga” e l’isolamento potrebbero diventare un lontano ricordo. 

 
 

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