CONOSCERE IL PERCORSO ARTISTICO DELLA PITTRICE GISELLA MURA

Gisella Mura


di Sara Mascia

Conosciamo l’arte di Gisella Mura, artista che vive e lavora a Collinas, in Sardegna, una persona solare e molto attiva con iniziative sociali, artistiche e culturali alle quali partecipa volentieri dando il suo contributo con eventi di pittura dal vivo. Ha vinto numerosissimi premi e riconoscimenti per il suo particolare linguaggio artistico fatto con materiali originali e colori vividissimi.

Gisella, hai frequentato l’Accademia di Belle Arti a Sassari, quando hai capito che l’Arte è importante per te e cosa ti è rimasto di questa esperienza? L’Arte o meglio il disegno e la pittura hanno fatto parte di me fin dalla nascita o almeno da quando io ricordi….in adolescenza comunque ho frequentato il liceo scientifico, spostando la mia attenzione verso un percorso completamente diverso, con l’intenzione di concluderlo in Ingegneria Edile a Cagliari, il fato ha deciso che dimenticassi la modulistica compilata, e tornata a casa, aprendo per curiosità uno di quei libri di presentazione delle università, la prima pagina che il caso ha voluto presentare era quella dedicata all’Accademia delle Belle Arti: all’istante una folgorazione: la mia strada si era palesata. Il giorno dopo ero a Sassari, da sola, senza ancora conoscere nessuno, ma con la consapevolezza ed il cuore sereno per la scelta fatta.

Che attività artistiche svolgi di solito? Prevalentemente pittura, su qualsiasi materiale (tela, plexiglass, terracotta, legno, stoffa, tela- juta ecc ecc)

Noto nei tuoi quadri un linguaggio del colore molto vivido ed originale… Per questa domanda lascio parlare lo spettatore….anche perche’ per me è come se fosse spontaneo: luce ed ombre che plasmano le figure,ed i cromatismi con molti contrasti credo che derivino da quello che ogni giorno vedo accanto a me: il paesaggio e lo spettacolo della splendida Marmilla (zona campestre adiacente il Campidano in Sardegna) con contrasti forti e colori decisi. Ma per uno sguardo più oggettivo ti riporto alcune recensioni.

Dipinge prevalentemente la figura femminile, con riferimento al tema della donna moderna, collegandola all’icona della dea madre-natura sarda. Le sue donne sono assorte in un mondo sfumato, dove manifestano  oltre ai propri sentimenti una carica di energia vitale e anche di sensualità, in un’atmosfera ricca di pathos. La luce, riflesso di un fuoco che imprigiona i sentimenti e le speranze, avvolge le figure in un anelito di purificazione e libertà interiore. Interessante è anche la tecnica: stucco, gesso, acrilico e smalto, oltre a dare consistenza materica alla tela aggiungono significato al soggetto. Architetto Maria Irene Vairo.

Veneri Profane: Nell’ultima produzione pittorica, Gisella compie un ulteriore passo in avanti nella sua ricerca artistica. L’artista, pur mantenendo il suo stile riconoscibilissimo, si concentra sul tema del femmineo. Le sue donne conquistano la tela, divenendone protagoniste assolute. Si tratta di donne che riflettono sul proprio essere donna, sulla cosa e sul come esserlo oggi. Vederle rannicchiate su se stesse ci proietta verso un percorso introspettivo, da cui emerge la sensibilità dell’artista. Si evince dagli sguardi una malinconia latente che le attraversa, capace però anche di sfociare in una sensualità morbida ed avvolgente, nemmeno troppo velata. Corpi nudi di donne dalla pelle gialla o verde, come quella blu degli esseri di Avatar, abitanti del pianeta Pandora! Veneri contemporanee che sembrano prorompere dal basso della tela, come fiore che sboccia, perla che si mostra dal guscio dell’ostrica che si apre. Tutto in un’atmosfera innaturale, fantascientifica, con ombre colorate e luci da discoteca, al neon e allo xeno. Sono colori intensi che illuminano questa materia cromatica pastosa, tinte forti che caratterizzano meglio tutte le opere di quest’ultima produzione che per certi versi rimandano anche ad un immaginario magico ed ancestrale, legato alla dea/donna madre sarda, uno dei temi da sempre più cari all’artista. Dove vogliono arrivare le Donne di Gisella? Che cosa vogliono dirci? Sono formose, sensuali, di un erotismo plastico. Sono esplosive. sicure del proprio io, forti nelle posture come nei lineamenti. Gisella guarda alla moda e al cinema ma anche a un nuovo modello di donna, quella che deve imporsi in una società di maschi ma che allo stesso tempo deve conservare la propria femminilità. Ciò che interessa Gisella è però l’aspetto psicologico delle sue figure perchè il prezzo che devono pagare le sue veneri profane si ripercuote sull’intimo della loro personalità. Comporta la rinuncia a certi aspetti del loro carattere che ne limitano la dolcezza tipica dell’animo femminile. Il peso della rinuncia alla fragilità diventa pertanto una psicopatologia, più o meno latente, che la Donna di Gisella si porta dentro. E’ come se nel variegato contenitore dei sentimenti femminili la tenerezza interiore fosse stata vinta dalla durezza esteriore, l’arrendevolezza dal decisionismo, il femmineo dalla mascolinità ostentata. Forse per questi aspetti le Donne di Gisella hanno un che di diabolico, sembrano bruciate dalle fiamme dell’inferno, piuttosto che svelare il loro lato angelico. In questo aspetto risiede la modernità di Gisella, nel cercare di mettere a nudo l’intimo della donna contemporanea costretta a rinunciare a parte dell’innata sensibilità di cui è portatrice sana. La loro presunta pazzia, il loro sdoppiarsi psicologico, sono solo il riflesso interiore di un mondo esterno che pretendo troppo da tutti e specie da loro: le donne d’oggi. Paolo Sirena Direttore del Museo Sa Corona Arrubia

Recensione su Biancoscuro, rivista d’Arte: dalla sua pittura sgorga un’intensa crescita cromatica, con le formule espressive che raccontano poetiche intensità. Il colore ascolta i suoi elementi connotativi, che indagano tra gli sguardi, dal fascino ricco di comunicativa. Mariarosaria Belgiovine, direttrice e critico d’arte di Artexpò Gallery

Catalogo v Biennale trofeo Arte e Collezionismo 2015: La nostra brava pittrice Gisella Mura, ci descrive cromaticamente, con appropriata sintesi di simbologia segnica, il suo personale e unico linguaggio pittorico. L’artista Mura si fa portavoce di un recondito linguaggio aprofico, inserendo nell’ornato pittorico, sogni e metafore, custodite nel suo intimo diario d’artista. Sovente nelle sue opere è rappresentata la donna, avvolta ma mistici e  incogniti silenzi, le figure, i suoi volti sono sublimati di pigmenti aurei, che confermano l’indiscusso eco, del primario ruolo della donna, nel contesto sociale contemporaneo. Francesco Chetta: edizioni FC

Il titolo è quanto mai suggestivo e rivela solo in parte il racconto visivo.La pittrice in questo contesto privilegia una descrizione magicamente allusiva. Si tratta certamente di un messaggio arcano fuori dal tempo e dalla storia. Nel contempo va sottolineata la sensualità di questo nudo di donna. L’esecuzione è quella talentuosa di una pittrice che, anche nella scelta cromatica, esprime una vena visionaria. Paolo Levi, critico d’arte

Sei molto attiva con mostre ed eventi dal vivo… Si da poco tempo, circa un anno e mezzo in maniera più costante…adoro dipingere dal vivo perchè permette uno scambio diretto tra pubblico e pittore, e poi cerco con le mostre, ma anche tramite i mezzi on-line di cercare di far conoscere la mia pittura il più possibile.

Hai un progetto al quale tieni in modo particolare? In generale credo al ritorno dell’arte “per tutti”: non più un prodotto del genio umano incomprensibile, di nicchia e per pochi ma qualcosa che riesca a far vibrare le corde dell’anima di tanti. All’arte come STRUMENTO del popolo, per il popolo, nel popolo; NON PIU’ VINCOLATA AD UN PURO MEZZO ESTETICO MA PARTECIPE DEL NOSTRO CONTEMPORANEO, non chiusa nelle teche di un museo o galleria ma fruibile in tutti i luoghi e che possa arrivare a tutti, a prescindere dalla posizione sociale, culturale ecc ecc….

Hai ancora un sogno da realizzare? Tanti, non solo uno:=))…….ma preferisco non raccontarli per scaramanzia…

Cosa consigli ai ragazzi dell’Accademia di Belle Arti? Di cercare di assimilare tutto quello che è positivo e che può offrire come esperienza didattica ma sopratutto come esperienza di vita, perche’ in Accademia ti insegnano non cosa dipingere e se dipingere, non a diventare un artista, ma ti offrono gli strumenti per poter affrontare la vera sfida: il mondo reale-artistico che si trova fuori. Direi loro di godersi appieno la possibilità di dedicare tutte le ore della giornata all’arte con spensieratezza, di non dimenticare la cultura, filosofia, storia, scienza e letteratura che offrono la possibilità di dare contenuti consistenti alle loro opere.

http://www.artskyintheroom.com/

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