LO SPETTACOLO “GIOVANNA DETTA ANCHE PRIMAVERA”: INTERVISTA AI GIOVANI ARTISTI GIAIME E VALENTINO MANNIAS


di Sara Mascia

Giovanissimi ma ricchi di talento: Giaime, ha studiato al liceo musicale “Ego Bianchi” di Cuneo, ha vinto una borsa di studio per gli Stati Uniti, ora studia all’università di Milano, suona il flauto traverso e canta. E ha avuto numerose esperienze spaziando con vari generi musicali. Valentino ha appena vinto il prestigioso Premio Hystrio come miglior attore alla vocazione, cantando in finale “Non Photo Reposare”,  ha studiato presso la scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, ha fatto numerose esperienze in vari teatri come autore, cantante, interprete. Giaime e Valentino sono due cugini originari di Serramanna, molto uniti nella vita e attualmente anche nel lavoro, infatti stanno portando in scena in questi giorni lo studio dello spettacolo “GIOVANNA DETTA ANCHE PRIMAVERA”, prodotto da Sardegnateatro con il sostegno della rete #giovanidee. Valentino è il drammaturgo, l’interprete, il cantante e Giaime direttore musicale, attore, musicista, cantante con Luca Spanu che suona tantissimi strumenti esistenti e non. Ma il bello è che questa è una storia che gli ha raccontato la loro nonna! Ci siamo incontrati al parco per conoscerci e fare una chiacchierata e al termine mi hanno cantato in coro “Non Photo Reposare” …che dire…grande emozione!! Quindi non potevo che seguirli a Jerzu per assistere al loro spettacolo … bellissima storia e tutto davvero unico, anche perché gli attori amano improvvisare e ogni volta son sorprese…GRANDI!!!

Che significa essere artista, ma artista sardo?

Valentino: Gli artisti sardi di solito sono molto conosciuti fuori ,ma non qui in Sardegna. E’ un peccato perché in questo fantomatico continente  di regola “spaccano tutto”. Come ad esempio Stanislao Silesu, di Samassi, che era un grande compositore dell’800, ed era conosciuto sopratutto in Francia. O un parrucchiere che ho incontrato in strada una sera che ha fatto carriera in due anni. L’altra parte della medaglia è appunto che noi in Sardegna siamo “pocos, locos y mal unidos”, Pochi cattivi e male uniti” come diceva il re Carlo Alberto. Credo che sia stato questo a scatenare l’esigenza nella persona del nuovo direttore del Teatro Massimo, Massimo Mancini di fare rete. Un cambio di rotta, insomma abbiamo tre anni di tempo per raccontare storie che ci rappresentino, siamo i primi ad avere questa possibilità e siamo consapevoli di quanto ce ne sia bisogno.

Giaime: La fortuna è stata quella di ascoltare le storie degli anziani  tramandate oralmente e noi estrapolando queste storie e giocando tutte le nostre carte mettiamo in scena lo spettacolo. Valentino è un ottimo attore e scrittore, io mi occupo della musica e Luca Spanu è musicista e attore. C’è la volontà di fare una ricerca sul territorio e le tradizioni e arricchirla con le storie di sempre, come molti altri qui nell’ isola, abbiamo creato un gruppo che  si propone di valorizzare la nostra storia. Ieri eravamo a Bosa per il nostro primo spettacolo al Festival della resilienza, creato da 50 associazioni che si stanno organizzando e lavorano anche all’estero.

Come siete arrivati fino qui?

Giaime: Ho la famiglia sarda ma sono nato a Cuneo dove vivo tutt’ora, tutti gli anni venivamo qui in Sardegna,e ho iniziato a suonare da bambino,la mia fortuna che nella mia città hanno aperto il primo liceo musicale d’Italia, dove ho studiato. Suono il flauto traverso e canto, ho sperimentato tanti generi, dal rap alla break dance alla musica classica…finche’ con Valentino ci siamo rincontrati e abbiamo iniziato a collaborare….

Valentino: La particolarità è che ci siamo rincontrati a 20 anni,iì io studiavo come attore a Milano e presto l’ho convinto a raggiungermi. Un succo alla pera e le ciambelline mandate da mamma per colazione, dopo due ore Giaime mi chiama e mi dice che è stato preso anche lui alla scuola civica di jazz. Ho iniziato a 14 anni con un disco rap intitolato “cani randagi”, poi ho pubblicato un racconto,”La Professoressa Arte”, e l’esigenza di scrivere espressa in forme diverse non mi ha mai abbandonato…..fatto sta che dopo il diploma,uno come me non sapeva cosa fare in un sistema scolastico come quello italiano. Mi venne l’idea di fare domanda per il provino d’ammissione alla scuola di teatro. Ricordo che un vicino mi disse:” Non farlo,  i sardi non possono fare gli attori, hanno gli occhi sempre uguali”…meno male che non l’ho ascoltato. Ho fatto i provini in quattro scuola. La risposta positiva arrivò da ben tre scuola e scelsi di buttarmi unicamente nella seconda selezione dell’Accademia Paolo Grassi di Milano. Tutto andò liscio e potei studiare per tre anni teatro per tutto il giorno coi migliori pedagoghi della penisola. Loro erano un pò spaesati: erano 25 anni che non entrava un sardo.

Come è nata la storia di “Giovanna detta anche Primavera”‘

Giaime: La storia di Giovanna, la più bella di Serramanna, è una storia che ci raccontava sempre nostra nonna,una storia vera della nostra famiglia,che ha una sua morale e un insegnamento che viene percepito subito, per noi è un onore, un privilegio e una responsabilità raccontarla….

Valentino: La musica ci accompagna in ogni istante della nostra vita. Si tratta solo di saperla ascoltare. La musicalità della nostra lingua sarda ce la invidiano tutti. Lo spettacolo però è multilingue in modo da poter essere comunicativo a trecentosessanta gradi. Paolo a un certo punto dice in inglese: “Tutto il mondo deve sapere del mio amore per Giovanna”, Carlo risponde in napoletano ” Ca nun c’è sta nient’ de scherzà”. Come diceva qualcuno ” La recitazione é solo un fatto di attivare l’immaginazione”

Avere la motivazione cosa vuol dire per voi?

Giaime: Cerchiamo di risolvere il problema della diffidenza dei sardi, il teatro la può combattere mettendo in opera un linguaggio che sia universale, fare qualcosa per i sardi e la Sardegna è importante per noi perché come sardi “esodati” quando torniamo qui siamo felici….

Valentino: Non si può eludere il fatto che l’arte sia uno specchio della società e un servizio per la gente e che l’artista abbia un potere comunicativo tale da diventare una guida. Io mi sento un “prete laico” quando salgo sul palco, sento una forte responsabilità quando le persone sono in silenzio e ascoltano ciò che dico….Quest’anno è bello partecipare a questi festival in giro per la Sardegna, siamo desiderosi di fare gli errori giusti per crescere, sento che c’è questa esigenza di portare le persone a teatro e per me è molto chiaro il motivo per cui “la racconto” bene: perché deve servire a qualcuno, come tutti i giorni ci serve il pane, così una storia. Il teatro è la regina di tutte le arti, da la possibilità di fare tutto, rappresentare la vita non come è o come dovrebbe essere, ma come ci appare nei sogni diceva A. Cechov. Lui la raccontava così ma io dico che ci vuole molto coraggio perché nei sogni la vita si sublima, sono i sogni che costruiscono. Fin’ora tutto ciò che ho l’ho costruito sognando… Questo è il mio motto: IMPARA L’ARTE E DALLA SARDEGNA ARRIVA FINO A MARTE!!!!! Ma giro tutto il mondo per sentirmi sempre più sardo.

http://www.artskyintheroom.com/

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