INTERVISTA A MARCO CORONGIU. DOPO L’INGHILTERRA, IL RITORNO ALL’ISOLA NATALE: TRA ARTE E CUCINA, TANTISSIMI PROGETTI ALL’ORIZZONTE

Marco Corongiu


di Sara Mascia

Marco Corongiu è un artista e forse un ragazzo come tanti oggi che cercano la realizzazione e la sicurezza economica altrove. Anche lui ci ha provato e per vari anni ci è riuscito lavorando in Inghilterra per poi tornare in Sardegna, nella sua Sant’Antioco, dove svolge varie attività. La sua particolarità è che nonostante tutto e con le varie difficoltà della vita, la sua arte è sempre emersa prepotente al punto che Marco qualsiasi oggetto trova ha il fortissimo impulso a decorarlo o trasformarlo, che sia un’anta di una porta, un muro, un vaso o il cartone della pizza!!

Marco, Parlaci del tuo percorso e delle tue esperienze.  Ho studiato per diventare elettricista ma volevo fare la carriera militare. Intanto durante la stagione estiva facevo il lavapiatti, dove ho conosciuto quel mondo magico che per me è la cucina. Dopo il diploma sono partito nel nord della Sardegna per lavorare nei ristoranti e, finalmente, ho iniziato ad assaporare la totale indipendenza economica. Avevo 20 anni e la regola era solo una: “domani devo essere impeccabile al lavoro anche se non dormo!!” Infatti mi divertivo anche se lavoravo ad altissimi regimi, ricordo che mi coloravo i capelli con ciocche bionde ed ero molto ingenuo, tanto che quando ricevetti la chiamata per fare il militare non andò bene e persi anche il lavoro al ristorante. In seguito a vari problemi e guai, decisi di andare a lavorare in Inghilterra iniziando come lavapiatti, ma dopo due anni avevo imparato a fare le pizze e a cucinare, che è una delle mie grandi passioni. Ho lavorato in vari piccoli locali e ho avuto anche un mio ristorante, ho conosciuto grandi persone e fatto quindi una bella esperienza di vita e di crescita personale nei miei 6 anni e 9 mesi trascorsi in Inghilterra. Arrivato alla soglia dei 30 anni mi sono accorto di non amare la vita di città e di pensare sempre più spesso alla mia Sardegna. Cominciavo a cercare stabilità, meno frenesia e caos intorno a me, magari qualcuno affianco con cui potermi confrontare. Cosi sono tornato qui in Sardegna dove ho trovato l’amore e aperto un’attività di affittacamere. Saltuariamente faccio il cuoco per buffet privati per i miei amici. Ora ho 36 anni e credo di avere fatto tanto, compreso quello che ho sempre fatto cioè intaglio, mischio colori, spruzzo, disegno, cucino, zappo, costruisco muri e piego libri, parlo con le persone, leggo libri, aiuto e vengo aiutato. Per me è sempre la stessa cosa. Ci metto tutta l’anima in quello che faccio, non dovrebbe essere considerata arte ma, normalità.

Sant’Antioco: un’isola nell’isola. Tu come la vedi? Un posto bellissimo, da educare. Essendo un’isola manca tanto di spirito d’accoglienza, fraternità e unione, ma sono fiducioso. La storia, prima o poi, tornerà a raccontare chi siamo realmente.

Cosa vuole dire per te “cambiamento”?  È una bella parola tanto interpretabile, ma dovendo trovare un sinonimo personale per le esperienze fatte, è disagio. Penso e vivo in modo da creare stabilità intorno a me, i cambiamenti che ho vissuto, sono quasi sempre accaduti per cause esterne perciò li vedo un po’ come miei antagonisti al benessere.

La tua filosofia di vita?  “Vivi per il tuo bene ma non nuocere agli altri”

Vivere con l’arte cosa significa per te?  Penso che esprimere l’Arte sia la mia massima aspirazione.

I tuoi prossimi progetti?  Sto cominciando a consolidare ora qualcosa d’importante, prevedo tante collaborazioni visto che per carattere sono sempre disponibile e aperto a tutti. Con i GOLASECA, rock-band locale fiabesca dai seri principi e forti messaggi che ritengo musicalmente e ideologicamente quelli con cui mi identifico meglio; poi con Nicola Obino, artista locale del “graffito”con il quale ci capiamo senza dover parlare, solo creando, e che mi ha aiutato molto in un momento di isolamento dal mondo; e con un grande artista come Giuseppe Marras, con il quale sarà un piacere collaborare. Poi vorrei avvicinarmi all’ambiente della cucina tramite maestri come Giorgio Bardi, ora cuoco in Svizzera, Mario Ruzzoli e Mario Pili che vorrei sempre avere vicini per trarre ispirazione e avere aiuto reciproco.

Come vedi il tuo orizzonte?  Vedo l’orizzonte seduto in cima a Cala Grotta con le gambe a dondolo e le braccia indietro, persa la posizione da riccio in difesa, così mi sento molto più rilassato.

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3 commenti

  1. Grazie a Salvatore per le foto!!!…. sapevamo avrebbero portato bene!!!… ringraziamo anche Massimiliano Perlato, per l’apprezzatissimo spazio concesso, trovo un po’ di fierezza in me, non certo per le tappe ed i traguardi raggiunti in questi ultimi mesi ma soprattutto mi soddisfa il fatto che pian piano sto trovando sempre più persone e gruppi che fan forza comune per qualcosa ritenuto giusto e non per solita routine… Sara Mascia e Giuseppe Marras, ….son senza parole… un grazie, besterà per ora!….beh vi lascio, torno a risporcarmi le mani.

  2. Bravo Marco sei un grande!!!!

  3. Sempre avanti Marco ! A volte ci si deve solo fermarsi per godersi il viaggio.

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