CONOSCERE RIOLA SARDO, PICCOLO CENTRO DELLA PROVINCIA DI ORISTANO: LA CHIESA TEMPLARE DI SANTA CORONA, UN GIOIELLO ARCHITETTONICO

la chiesa Templare di Santa Corona


di Maria Vittoria Dettoto

Il piccolo paese di Riola Sardo,”Arriora” in sardo, è un paese di 2.137 abitanti che si trova nella provincia di Oristano. Antico centro agricolo del Campidano del quale si hanno testimonianze sin dai tempi antichi, come testimoniato dai nuraghi di Oresimbula, Priogu, Biancu e Zieddas. Il paese si trova a 9 metri sul livello del mare, a sud del Rio Mare Foghe, tributario dello stagno di Cabras del quale il paese di Riola è comproprietario. La vicinanza al fiume ha reso il paese difficilmente conquistabile nel paese medievale. In appena 48,11 km2 di superficie, sono distribuiti i terreni e le case dei riolesi, che nel centro del paese hanno la caratteristica di essere costruite con terra cruda. Il trend demografico registra a partire dal 1861, una continua crescita che ha portato il numero dei riolesi a quasi raddoppiare negli ultimi 150 anni. Il dato è sicuramente positivo ed in controtendenza con molti paesi dell’entroterra sardo, che subiscono invece lo spopolamento dovuto alla crisi economica ed alla conseguente emigrazione in cerca di lavoro. L’economia del paese si basa sulla pesca,sulla coltivazione di frumento, riso e vite. Dai vitigni monospecifici si produce la Vernaccia, la Nieddera, il Cannonau, il Vermentino. Tra gli ortaggi coltivati le angurie ed i meloni riolesi, famosi in tutta la Sardegna. Altra fonte di reddito è rappresentata dal turismo, richiamato dalle spiaggie del Sinis, dallo Stagno di Cabras e dalle paludi circostanti nelle quali vivono e si accoppiano i fenicotteri rosa. Il santo patrono del paese è San Martino che si festeggia l’11 novembre, al quale è dedicata la chiesa che si trova al centro del paese ed è attualmente in uso. Costruita da un’altra in stile romanico nel XVI sec. Ad essa è stato aggiunto nel XVII secolo il campanile. All’interno della chiesa è custodito un crocifisso ligneo del ‘700 a grandezza naturale. Il 26 luglio si festeggia Sant’Anna, festa famosa per i fuochi d’artificio che anticamente venivano posizionati in una ruota dalla quale deriva il nome della festa in lingua sarda,”S’ Arroda ‘e Sant’Anna”. Un’antica cava di arenaria dismessa denominata Parco dei Suoni, è teatro di numerose manifestazioni culturali all’aperto,  che soprattutto nel periodo estivo, danno una sferzata di vitalità al paese ed attirano i turisti. Dal 2 al 5 luglio il Parco dei Suoni si è svolta la rassegna musicale Jazz Expo, che ha visto alternarsi oltre 40 concerti di genere jazz e rock. A settembre si svolge il Motoraduno Internazionale della Vernaccia, che attira molti motociclisti. Riola è anche sede di un autentico gioiello architettonico:la chiesa Templare di Santa Corona, detta anche Sancta Corona de Rivora. La chiesa secondo quanto testimoniato da un documento ecclesiastico, esisteva gia’ nel XII secolo. La dimostrazione dell’appartenenza della chiesa all’Ordine dei Templari è data da diversi elementi. In un antico documento medioevale per una donazione, si cita il presbitero della Sancta Corona de Rivora, che nello stesso documento è definito col grado di capitano. L’attribuzione dei gradi militari ai religiosi è una particolarità dei Templari. Anche la presenza di un sacerdote che allo stesso tempo è un militare, è un chiaro indizio. La chiesa è definita Tempio, termine usato dai Templari. Lo stesso nome Sancta Corona, si lega ad un culto che è particolarmente connesso alla Terra Santa. Anche i simboli presenti nelle decorazioni della chiesa, sono oggi visibili tra le vie del paese. Parti delle decorazioni sono state infatti utilizzate per decorare le facciate delle case, quando la chiesa iniziò a crollare. La chiesa subi’ diversi interventi di recupero nell’arco dei secoli. Dal 2009 si è provveduto a cercare di valorizzarla, con scarsi risultati. Al turista che oggi va a vederla, la chiesa appare incustodita. Circondata da erbaccie alte due metri,; la rete di ferro che la delimita risulta divelta dai vandali che hanno imbrattato le pareti della chiesa con osceni spray multicolori.
Tutto il perimetro attorno alla chiesa è pieno di rifiuti.  Un vero peccato che un simile patrimonio culturale , appartenente non solo ai sardi ma all’intera cristianità, non venga valorozzato come merita. Auspico che il neoeletto sindaco Domenico Antonio Ari, provveda immediatamente alla bonifica della struttura e restituisca ai riolesi la Santa Corona valorizzando i pregi che le appartengono da oltre 900 anni.

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