UN PUBBLICO D’ECCEZIONE PER LA PRIMA DEL LIBRO DI ANTONIO MARIA MASIA SULLA STORIA DELLA PRESTIGIOSA E STORICA ASSOCIAZIONE “IL GREMIO” A ROMA: OMAGGIO MUSICALE AL MAESTRO ENNIO PORRINO


di Patrizia Boi

Sabato 20 giugno è stato presentato a Roma, al Gremio, Casa delle Regioni, il libro di Antonio Maria Masia sulla storia del Gremio dei Sardi di Roma, un lavoro puntuale, preciso e appassionato come è emerso dai numerosi interventi che si sono succeduti nel corso della serata svoltasi sulla deliziosa terrazza di via Aldrovandi nella spettacolare cornice offerta da una falce di luna nascente e dallo sfavillio delle stelle, alla presenza di un folto pubblico, esaurite le oltre 200 sedie disponibili.

Ci ha provato una pioggia impetuosa a rovinare l’incontro, ma gli amici del Gremio, non si sono persi d’animo, hanno svolto nelle stanze interne la prima parte dell’incontro dedicato alle musiche di Ennio Porrino e poi hanno ricondotto la scena sulla terrazza per la presentazione del libro.

Ad aprire l’incontro è stata Neria De Giovanni, che ha curato la pubblicazione del libro come “Edizioni Nemapress” delineandone la preziosa veste grafica e la presentazione. È stato nei suoi panni di Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari che ha intervistato gli ospiti presenti a partire dall’autore stesso.

Antonio Casu, Direttore della Biblioteca della Camera dei Deputati e autore della prefazione dell’opera, con un sintetico ed efficace intervento ha successivamente tracciato le linee essenziali del testo stimolando la curiosità dei presenti. La cultura sarda, come tutte le altre del resto, è definita dal suo popolo, dalla sua lingua e dal suo territorio, tutti elementi cari a coloro che sono andati altrove.

Spesso noi emigrati dimentichiamo la nostra provenienza ed eventi o esperienze che ci hanno forgiato esattamente così come siamo, determinando i nostri comportamenti e la nostra essenza. A volte lo facciamo per trascuratezza, a volte perché vogliamo volgerci al futuro, a volte semplicemente perché non vogliamo sapere. Ma prima o poi, nella vita, abbiamo l’esigenza di conoscere, di andare a scavare nel profondo di noi stessi, proprio per evolvere il nostro stato o per placare la nostalgia. La ricerca spasmodica dentro di noi riguarda il nostro passato familiare ma anche l’ambiente dove ci siamo formati, gli spunti culturali che ci ha offerto, le opportunità che ci ha regalato. Si tratta quasi di un lavoro di archeologia volto a scandagliare gli strati nascosti della nostra storia personale, dei nostri incontri e delle nostre scelte, di ciò che abbiamo lasciato e di ciò che abbiamo trovato. E quando poi, una spinta interiore, una volontà di scoperta, un impulso ad abbattere il limite territoriale, ci ha condotto ad abbandonare la nostra terra per aprirci verso altri traguardi, la nostalgia risveglia laceranti ricordi e la necessità di ritornare nei luoghi della memoria per rinascere più forti. È questo bisogno che conduce noi emigrati sardi a confrontarci e a rammentare le nostre radici attraverso circoli e associazione, a ricercare una ricongiunzione culturale e territoriale.  Masia, nel suo lavoro fatto di curiosità, ordine, ricerca e catalogazione delle fonti, offre uno strumento utile al mondo dell’emigrazione, trasformandosi da storico ad appassionato scrittore, da Presidente del Gremio a emigrato e interpretando le paure, i dubbi e le aspettative di tutti noi.

Questo lo evidenziano i vari ospiti intervenuti, chiamati in causa dalle domande di Neria. Nella passerella si alternano personaggi di spicco come Mario Segni, Giovanni Nonne, Antonio Mulas, Gemma Azuni e gli attori Daniele Monachella e Ilaria Onorato che leggono alcuni passaggi fondamentali del libro.

Masia insiste sul personaggio chiave del suo saggio, il fondatore del Gremio Pasquale Marica, nativo di Sanluri, uomo colto e amante appassionato della terra di Sardegna. Grazie a quest’uomo, il cui ruolo rischiava di annegare nella dimenticanza senza il lavoro di ricerca e  ricostruzione  riportato nel libro, e a un gruppo di intellettuali, nasce il luogo di aggregazione che è la nostra associazione, che con i suoi tre filoni principali di attività (sul piano culturale il Gremio ha da sempre dato spazio, voce, canto e musica ai principali protagonisti di ogni tempo della cultura sarda in tutti i suoi aspetti, sul versante  economico-sociale promuovendo la promozione dei prodotti di eccellenza, sul piano socio-assistenziale dando in tempi in cui era particolarmente necessario il sostegno alle famiglie sarde in difficoltà, le Befane, le colonie estive per bambini, ecc.) ha raccolto dal 1948 ad oggi sardi di ogni estrazione sociale e politica, tra cui due Presidenti della Repubblica.

Dalla lettura finale fatta da Ilaria Onorato estraggo questa considerazione, da condividere in pieno come ha dimostrato il pubblico presente:

Il tutto ha rappresentato e continua a rappresentare per la cultura, la tradizione, la società e l’economia della Sardegna, una splendida vetrina, un preciso punto di

riferimento, molto stimato e sempre ben considerato, nella Città eterna.

Una storia di cui andare fieri e onorati che ha diffuso e valorizzato le eccellenze

della nostra Isola.

Ed io ne vado fiero.

Una storia che deve continuare.”

 Tutto questo è stato preceduto dall’omaggio musicale, nel corso della prima parte nelle accoglienti sale Italia e sala Roma, al Maestro Ennio Porrino, insigne compositore sardo, nato a Cagliari ai primi del novecento. Sono intervenute, sua moglie Màlgari Onnis Porrino, sceneggiatrice, bozzettista e pittrice, sua figlia Stefania docente di arte scenica e regista e il soprano  Carla Kaamini Carretti, dando voce al ricordo del grande musicista.

Al pianoforte la pianista Daniela Sabatini che ha alternato alcune suonate con un narrato interessantissimo sulla vita e le opere del grande musicista sardo, socio co-fondatore del Gremio nel 1948, purtroppo scomparso a Roma nel 1959 a soli 49 anni.

Autore di numerosi lavori fra i quali la grande opera lirica “I Shardana”, di recente ripresentata con grande successo di pubblico e di critica a Cagliari e che speriamo possa trovare spazio nel cartellone futuro dell’Opera di Roma, e numerose colonne sonore per film e sceneggiati televisivi, ricordiamo quella per “Canne al vento” dal romanzo di Grazia Deledda.

La Sabatini si è esibita, riscuotendo applausi e consenso, accompagnata per le parti cantate dal soprano, nei brani per pianoforte del Maestro Ennio Porrino: “Attitidu”, “Canzone romanesca”, “Preludio in modo religioso “Du bist Min” “Dancing”.

Sul finale la Sabatini, ha suonato per la prima volta, due sue recentissime composizioni: l’una dedicata al Maestro: “In s’ammentu – In memoriam” (A la maniere de Ennio Porrino)  e l’altra “Antiga limba” (commento musicale alla poesia in sardo dedicata da Antonio Maria Masia alla lingua sarda “Sa Limba”  che era stata  presentata dall’autore  due settimane prima, il 6 giugno, nel corso dell’evento sulle “Lingue Minoritarie”.

Una serata davvero eccezionale da non dimenticare con il “contorno” di un impareggiabile e dolcissimo tramonto romano… dopo la “tempesta”. 

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Un commento

  1. Tre amici in una sola foto: Neria, Antonio e Mario !

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