IL CUORE PULSANTE DELLA SARDEGNA IN CONTINENTE? NON ALL’EXPO MA NEI CIRCOLI DEGLI EMIGRATI SARDI

gastronomia sarda in Brianza


di Fiorenzo Caterini

L’Expò è una lunga teoria di piccoli gioielli dell’architettura moderna con dentro uno spot pubblicitario per ogni nazione. Ci sono le code, fuori dai padiglioni, e la gente si affanna: vuole collezionare quanti più timbri possibili. Un padiglione, un paese, un timbro. Et voilà, il giro del mondo è fatto.

E’ un po’ il giro  del mondo davvero, pure nelle sue contraddizioni, con i padiglioni più istruttivi e significati, come quello dell’associazione Slow Food, abbastanza emarginati e desolati, e il padiglione con la grande M preso d’assalto dalla folla. Alla faccia della buona nutrizione.

Ergo, l’Expò è una promozione di luoghi, di località, con poca filosofia e cultura sul tema prescelto, quello di nutrire il pianeta.

L’aria di festa porta la folla a svagarsi e a disinteressarsi di cose seriose e, in fin dei conti, è quello che ci si aspettava e che si voleva ottenere. Salvare la faccia ad un capitalismo rapace che prosegue nel suo scopo di accentrare risorse dove già ci sono.

In tutto questo bailamme si nota l’assenza quasi totale della Sardegna.

Ad esempio, la Sicilia la trovi dappertutto. La Sardegna, a parte quella figura che richiama il nuraghe a proposito del carretto dei formaggi, praticamente non esiste. Qualcosa di molto sobrio, per non dire sciatto, è nel padiglione Italia, portato alla ribalta solo grazie al maialetto, o meglio, alla peste suina.

Che nel nostro mondo la pubblicità si fa con il “purché se ne parli”.

Si dirà che, tanto vale, viste la cose, stare dentro o fuori al bailamme, non fa molta differenza.

Ma in realtà non è così: possiamo anche fare gli alternativi e snobbare l’Expò, ma poi non è che ti puoi lamentare se l’economia non gira.

Per fare un esempio, centinaia di persone, in questi mesi, assaggeranno le specialità tipiche siciliane e pochissimi quelle sarde.

Guardate che è una cosa dannatamente seria.

Questo è il mondo in cui viviamo e in cui vendiamo i nostri prodotti, mica un altro.

E per vendere occorre anche investire, fare programmi seri di promozione delle proprie eccellenze.

Ma si sa, noi siamo sardi e sempre un po’ scettici.

A mio parere invece, in una terra che vede i suoi prodotti di eccellenza proprio nell’agroalimentare e nel binomio con la bellezza turistica, la Sardegna ci doveva stare, e meglio.

Si continua ad investire in modelli di sviluppo fallimentari, ma sulla vera vocazione dell’isola e sulle sue eccellenze che continuano a reggere la sfida del mercato, c’è grande trascuratezza da parte della Regione, mi pare.

Così, con questi pensieri, sono uscito dalla grande baraccopoli festante.

E sono andato a Concorezzo, centro della Brianza, invitato alla festa dei sardi organizzata dal locale circolo.

“Ah, i circoli dei sardi” mi dice l’autista della corriera, di origine calabrese, “sono una potenza, organizzatissimi. Anche noi calabresi qui siamo ancora uniti, ma non abbiamo l’organizzazione dei sardi”. Ma non eravamo i “pocos locos y mal unidos”?

L’impatto con quella festa è stato impressionante.

Centinaia di persone avevano preso d’assalto il punto ristoro ricavato all’interno del giardino di una storica villa padronale, mentre un complessino suonava le musichette da balera estiva.

Un assalto che manco nei padiglioni più affollati dell’Expò ho visto.

“Qui”, mi dice il toscano della bancarella dei prodotti sardi tipici (si avete capito bene, un toscano), le feste dei sardi fanno il botto, non hanno rivali. Festa dell’Unità, del PD, della Lega, che pure in zona è fortissima, non si avvicinano neppure lontanamente ai numeri che fanno i sardi.

Salvatore Carta, il Presidente del Circolo Sardegna mi porta a conoscere gli attivisti, quasi tutti impegnati in cucina. Con una certa sorpresa scopro che costoro sono solo in parte di origine sarda: il circolo dei sardi è per metà costituito da brianzoli innamorati della Sardegna. A volte basta una vacanza una, e un assaggio di cose buone da mangiare, per innamorarsi della Sardegna.

I brianzoli eh, quelli che votano Lega a frotte, tutti lì a servire maialetto, cuocere fregola con arselle, e friggere seadas. Per loro, mi pare di poter scorgere con un po’ di deformazione scientifica, è anche un buon modo per ritrovare il sentimento antico di una socialità ormai perduta.

E’ un po’ come se, grazie a quel mondo tradizionale sardo che resiste con tanta fatica, rivivesse in loro l’ormai perduto sistema sociale della cascine.

Mio padre, milanese, mi raccontava cosa erano le cascine della Pianura Padana, che tipo di grande socialità solidale c’era in quel sistema. Altro che Lega.

Penso che Gramsci avesse, in fin dei conti, ragione.

I nemici dei sardi non sono certo questa gente qua, con tutti i loro limiti e il loro buon cuore.

Sono i governi italiani i nemici dei sardi, non gli italiani.

E anche i governi sardi, quando vieni a sapere che la più straordinaria promozione della Sardegna avviene così, spontaneamente, da questi emigrati. Non è roba da poco, se pensate che tutti gli anni, con le convenzioni dei circoli dei sardi, i turisti arrivano a frotte in Sardegna.

Salvatore mi spiega con amarezza i problemi legati ai rimborsi che la Regione (bisogna darne atto) concede alle belle e importanti iniziative dei circoli, compresa la conferenza sui sapori regionali alla quale ho partecipato, di cui parlerò in un prossimo articolo, ma solo dopo lunghe trafile burocratiche condita da una certa dose di diffidenza verso la funzione dei circoli sardi.

Salvatore prende il megafono e si avvicina alla coda della lunga fila che alle dieci e mezza non accennava a diminuire.

Molte delle pietanze del menù sono ad esaurimento, avvisa.

Ma la gente non si muove. Resta lì speranzosa di assaggiare l’ultimo brandello di maialetto sardo rimasto.

http://www.sardegnablogger.it/

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3 commenti

  1. Le finestre aperte verso il .mondo come l’Expo servono sempre

  2. LO PUOI SCRIVERE E RISCRIVERE CHE I CUORI PULSANTI DI SARDITA’ SONO I CIRCOLI SARDI NEL MONDO…..SONO SOLO QUEI POLITICI INCAPACI CHE NON SI RENDONO CONTO E NON VEDONO….COME NON C’E NIENTE DI SARDO DA VEDERE ALL’EXPO

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