CON ADELE NAVARINO, ISELLA BARRESI E LUIGI CURRELI, ARS ANTIQUA AL TEATRO SAN MARTINO DI ORISTANO


di Gian Piero Pinna

Al teatro San Martino di Oristano, nell’ambito della rassegna pittorica de “La magia del colore”, dove sono esposte le migliori opere di tre valenti artisti oristanesi: Adele Navarino, Isella Barresi e Luigi Curreli, visitabile sino al 4 maggio prossimo, si è esibito con notevole successo il coro polifonico “Ars Antiqua” di Seneghe, diretto dal maestro Marco Sotgiu, che ha proposto il meglio del proprio repertorio costituito da musica antica e canti tradizionali sardi. Nel corso dell’esibizione, hanno cantato magistralmente: Piae Jesus; l’Ave Maria; Panis Angelicus; Ecce Dominus Veniet – Alle Psalite; Riu Riu Chiu; En natus est Emmanuel – psalite unigenito; Resonet in Laudibus. Infine la chiusura col repertorio in sardo: Est una nott’e luna; Biskisende; Est un’Isola in festa; Nanneddu meu. Quindi la ciliegina sulla torta, col fuori programma dell’esecuzione a lume di candela del suggestivo Magnificat. Il Coro polifonico “Ars Antiqua” di Seneghe, attualmente composto da una quindicina di elementi tra uomini e donne di tutte le età, suddivisi in 4 sezioni canore: soprani, contralti, tenori e bassi, si ispira a un repertorio della musica medioevale che va dal 1100 al 1600, indicata come Ars antiqua. Il repertorio del gruppo musicale, è cresciuto negli ultimi anni, specializzandosi soprattutto su canti madrigali e canti in lingua sarda. Hanno scelto di chiamarsi “Ars antiqua”, proprio in ricordo di quel periodo convenzionale della Storia della musica, anteriore alla riforma musicale detta Ars nova, iniziata nel XIV secolo. Il coro, è stato fondato nel 1999 da un gruppo di persone appassionate di canto, con l’intento di promuovere e coltivare la passione per la musica antica, i canti gregoriani e i madrigali, con un particolare occhio di riguardo anche verso canti tradizionali, infatti, dispone di un repertorio ampio, non solo di musica antica sacra e mottetti, ma anche di poesie popolari in lingua sarda, musicate da poeti seneghesi. Sono numerose anche le manifestazioni che il coro polifonico ha organizzato, a cominciare da “Un’istella a Mesunotte”, concerto di musica natalizia, nato una quindicina di anni fa, che rappresenta un appuntamento fisso immancabile per il panorama natalizio di Seneghe, che nel corso delle varie edizioni, ha visto la partecipazione di numerosi cori polifonici, specializzati in musica sarda e anche antica, di grande fama regionale, richiamando un notevole numero di spettatori. All’interno della manifestazione, viene inserito anche l’esito del laboratorio delle voci bianche, che vanta la partecipazione di oltre 25 bambini all’anno. Per alcuni anni, il coro ha organizzato anche “Boghes de Cabudanne”, una rassegna di musica sarda in piazza, che nel mese di settembre, riuniva molti cori polifonici della provincia e cori a tenores. Nella primavera del 2012, il coro ha organizzato anche la prima edizione del concerto di musica antica e tradizionale “Gaudium Vocis”, con la partecipazione di numerosi cori polifonici di livello locale e regionale. Nello stesso anno, è stato organizzato pure un concerto in onore di Santa Cecilia, protettrice dei musicisti e dei cantanti, con  la prima edizione della messa e concerto in onore della santa, invitando per la cerimonia religiosa tutti i gruppi corali della comunità seneghese. Dal 1999 all’aprile del 2010, il coro è stato diretto dal maestro Costantino Mirai, dal maggio dello stesso anno, è subentrato alla direzione l’attuale maestro Marco Sotgiu, esperto in musica antica, medioevale e rinascimentale, con interessi anche per la musica tradizionale sarda. Il coro si era già esibito in precedenza ad Oristano al teatro Garau, nell’ambito delle manifestazioni collaterali nell’edizione della Sartiglia del 2008, eseguendo brani del proprio repertorio madrigalistico: “Il Ballerino”, “Il Risentito”, “L’Invaghito” e “L’Umorista” tratti dai famosi “Balletti” a tre voci miste di Giovanni Giacomo Gastoldi (1556-1662); il “Contraponto bestiale alla mente” tratto dal “Festino” di Adriano Banchieri (1568-1634); “Viva tutte le vezzose” di Felice Giardini (1716-1796); “Da così dotta man” di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525? – 1594).

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