IL ROMANTICISMO EROTICO IN CHIAVE MEDITERRANEA NELLA TRILOGIA DI IRENE CAO CON “IO TI GUARDO – IO TI SENTO – IO TI VOGLIO”

Irene Cao


di Ilaria Muggianu Scano *

Abbiamo letto per voi l’intera produzione letteraria della fortunata esordiente Irene Cao: la trilogia Io ti guardo – Io ti sento – Io ti voglio e il dittico Per tutti gli sbagli e Per tutto l’amore, tutti editi da Rizzoli e tradotti in 15 Paesi. È sotto gli occhi di tutte che bondage et similia sono argomento così frequente che ormai non facciamo neppure la fatica di storcere il naso per falso pudore quando si sente favellare la collega più disinibita in ufficio. La scrittrice archeologa e assistente universitaria, con più di una pubblicazione di interesse storico scientifico, presenta una caratterizzazione minuziosa della psicologia dei personaggi tanto che il sesso, seppure intensamente presente nel plot, è solo uno tra gli altri ingredienti. Ne trasuda un genere letterario nuovo: il Romanticismo Erotico dove gli ambienti sono co-protagonisti coi personaggi in carne ed ossa. In queste pagine palpita un’Italia pregna d’arte, misteriosa, con la sua cultura gastronomica, la frenesia degli universitari, la moda e la musica, in una rapsodia di sentimenti complessi di cui chiediamo ragione alla delicata autrice.

Pensi che siano tante le donne che prediligono un amore che sconvolge l’esistenza ad uno “comodo” ma che concede sicurezza e garanzie? Non è detto che un amore, per essere vero, debba obbligatoriamente sconvolgere l’esistenza. A volte, poi – sebbene mi piaccia considerare ciascuno autore del proprio personale destino – capita che non ci sia neppure concessa la possibilità di scegliere. “Sicurezza” e “garanzia” non sono parole che stridono nel vocabolario dell’amore, se sono alimentate dalla forza del cuore. Ciò che a mio avviso non deve mancare mai, anche in un amore struggente, è la “libertà”. L’amore non può essere possesso. Si può essere passionali, senza diventare possessivi. Basterebbe, a volte, dire un po’ meno “Io” e un po’ più “Noi”.

Pensi si parli troppo esplicitamente di sesso oggi? Il problema non credo stia nel quanto se ne parli, ma nel come. Spesso sono sbagliati i modi e i mezzi di comunicazione, con il rischio di veicolare messaggi contraddittori e facilmente manipolabili. Quello che auspico è che si possa ritrovare un significato profondo di bellezza nella sessualità. Il sesso, a mio parere, può arricchirti solo se vissuto con consapevolezza e comprensenza dei sensi.

Qual è la tua posizione editoriale rispetto alle pratiche erotiche estreme sulle quali si versano fiumi di inchiostro e pagine patinate, soprattutto in questi ultimi due-tre anni?  Quando ho iniziato a scrivere la trilogia e quando, a distanza di un anno, mi sono cimentata con la costruzione del dittico, avevo un’unica grande preoccupazione: preservare la dignità della protagonista femminile. Volevo per lei un ruolo da donna consapevole, non certo da sottomessa. Quando parlo di sesso, lo faccio con delicatezza, ed è sempre l’esito di un percorso. L’ultima cosa al mondo che vorrei è contribuire a veicolare modelli retrogradi, in cui è sempre l’uomo a fare ciò che vuole.

Come hai vissuto il peso e il confronto con la trilogia E.L. James? Con grande naturalezza e semplicità, come vivo un po’ tutte le cose. Non me ne sono troppo curata, forse perché dentro di me sapevo che i lettori avrebbero visto nei miei libri un altro mondo. Di sicuro, nutro rispetto per il lavoro di E.L. James e a lei riconosco il grande merito di aver reso mainstream il filone della letteratura erotica declinata al femminile.

* La Donna Sarda

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Un commento

  1. Alla vigilia della trasposizione cinematografica di “50 sfumature di grigio” tenevo a dare un’idea dello spessore maggiore della letteratura femminile italiana. Avendo analizzato entrambe le trilogie e l’ulteriore duologia di Irene Cao sento di poter parlare senza tema di smentita

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