FESTA DI SANT’ANTONIO CON IL CIRCOLO “ELEONORA D’ARBOREA”: A PESARO, TRA FEDE RELIGIOSA E RITI MAGICI DELLA TRADIZIONE SARDA


di Luigi Lilliu

Il 18 gennaio, l’Associazione Culturale Sarda “Eleonora d’Arborea” di Pesaro ha festeggiato la ricorrenza di Sant’Antonio Abate usufruendo degli spazi e dell’organizzazione del Centro Socio Culturale  “Caprilino”, alla presenza di una moltitudine di persone,  soci e non, attratte dalla curiosità del falò, le cui rosse fiamme, elevate al cielo con sfavillanti scintille di stelle,  hanno rotto l’oscurità, suscitando grande entusiasmo e gioia degli astanti di ogni età.

Il rito di Sant’Antonio Abate non rientra tra quelli praticati nel territorio pesarese, pertanto l’ormai annuale appuntamento con l’Associazione introduce un fatto nuovo con la simbologia tutta sarda, compresa la corona di arance che all’apice del palo centrale del falò brucia producendo riflessi di colori e immagini magiche che non possono non colpire la fantasia, specialmente dei più giovani, compresi i bambini.

Ha luogo, quindi, in modo assolutamente naturale, una rappresentazione della tradizione popolare sarda,  arricchita dalla comunicazione di valenza anche culturale, evocativa  del  prodigio del Santo guaritore secondo cui il fuoco  scaccia il male e genera forze positive di buon auspicio soprattutto nel mondo agro-pastorale, in quanto Sant’Antonio è venerato anche per essere il protettore degli animali. 

L’aggancio storico risale al IV sec., periodo in cui le spoglie di Sant’Antonio, eremita egiziano, furono traslate ad Arles ed il culto religioso, incrociando riti di origine pagana sugli animali (l’iconografia raffigura il Santo seguito da un maialino con al collo una campanella), si diffuse rapidamente.

Nel rispetto delle diverse usanze con cui in Italia viene celebrata la ricorrenza di Sant’Antonio Abate, l’Associazione dei sardi in Pesaro e provincia ha proposto l’evento ottenendo una grande affluenza di pubblico, tra cui il Sindaco della città e altre Autorità e personalità del mondo della cultura, dell’economia e di varie rappresentanze sociali, determinando una vera e propria festa popolare di notevole valore anche promozionale della cultura e del turismo della Sardegna, che bene si articola con quella sulle incantevoli spiagge e mare da sogno.

In questo senso, il tocco finale l’hanno dato una degustazione di prodotti sardi per tutti e la cena sociale tipicamente sarda, preparata – in sinergia con il magnifico cuoco Stefano del Caprilino – dalle nostre socie che nei mesi di ottobre e novembre 2014 sono state docenti di un corso di cucina regionale della Sardegna, organizzato dalla locale  Università dell’Età Libera presso la stessa struttura del Caprilino    

La festa ha avuto altresì un rimarchevole impatto interculturale che ha contribuito a rafforzare l’immagine della Sardegna con il favore, nella circostanza, della cortese ed entusiastica disponibilità del Centro Socio Culturale “Caprilino” ed in particolare del suo Presidente Giancarlo Terenzi e di tutto il personale meravigliosamente collaborativo, auspice l’Università dell’Età Libera, il cui presidente Maurizio Sebastiani ha sintetizzato l’importanza di intrecciare le risorse per il fine comune che attiene al benessere ed al progresso sociale, economico e culturale.

Concludo con un sentito ringraziamento a tutti a nome dell’Associazione e, mi sia permesso, anche della Sardegna che in quest’evento è stata protagonista, riscuotendo  l’unanime ammirazione dei partecipanti. 

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