MISS VITALIZIO E LA FURBATA INDECOROSA: INTERVISTA A GIAN ANTONIO STELLA, GIORNALISTA DEL CORRIERE DELLA SERA

Claudia Lombardo


di Lorenzo Manunza

“Sa cos’è la cosa più incredibile di questa faccenda?”. No, dica. “È che nonostante tutto, nonostante ne abbiamo viste di tutti i colori, nonostante fossimo certi che alcune riforme fossero finte e alcuni proclami risibili, nonostante tutto questo, siamo rimasti sorpresi. Sì sorpresi, perché nella nostra ingenuità battagliera ci eravamo illusi: avevamo sperato che in tanti avessero capito che certe cose per l’opinione pubblica sono ormai inaccettabili”.  Gian Antonio Stella, autore di decine di inchieste sulla classe politica italiana e la sua (mala) gestione della cosa pubblica, non si capacita. In tanti articoli per il Corriere della Sera e nei libri scritti insieme al collega Sergio Rizzo, ha messo in luce scandali, sprechi, ruberie, da Roma a Canicattì. Di fronte al caso della baby pensionata Claudia Lombardo, però, è rimasto di stucco.

Stella, dopo tutto questo tempo, ancora non si è abituato? “Eh, evidentemente no. Questa storia è davvero disgustosa. L’aspetto più insopportabile, poi, è l’aver tirato in ballo la stronzata dei diritti acquisiti. Ma come? Gli italiani si sono visti modificare mille volte le carte in tavola sul piano dei diritti e invece per i consiglieri regionali non si può?”.

Ci faccia qualche esempio concreto. “Basta pensare proprio alle pensioni. Quante riforme sono state fatte, da Dini nel 1995 in poi, sui requisiti per andare in pensione? E gli esodati, che avevano già stretto accordi per lasciare il lavoro e poi, con l’allungamento dell’età lavorativa stabilito dalla riforma Fornero si sono ritrovati scoperti? Ogni volta che si cambia una legge, si tocca un diritto acquisito. La stessa Corte Costituzionale ha detto che i diritti acquisiti non sono una cosa sacra ma dipendono dal contesto”.
Il Consiglio regionale sardo, invece, ha reso più stringenti le regole pensionistiche solo per i nuovi onorevoli, salvando i vecchi. “Miss vitalizio si è addirittura vantata del fatto che la Sardegna avesse legiferato sulla pensione dei consiglieri regionali prima della riforma Monti del 2012, che fissa l’età per il vitalizio a 66 anni. Piccolo particolare: la Lombardo ha omesso di dire che la grande riforma sarda si applica solo ai nuovi consiglieri. Una furbata per aggirare i paletti di Monti. Una cosa in-de-co-ro-sa”.

Claudia Lombardo, però, è in politica da vent’anni e ha pur sempre alle spalle 4 legislature. “Ma per favore: questa signora, politica a parte, non ha lavorato un solo giorno in vita sua. E la cosa più comica è che è stata portata in auge da Berlusconi, il condottiero della battaglia campale contro i politici di professione. Roba da matti”.

Ma quello sardo è davvero un caso isolato? “Naturalmente no. Nella Regione Lazio, sempre per colpa di norme ritoccate male, c’è chi è appena andato in pensione con cinquant’anni e una sola legislatura. A livello nazionale, invece, le regole sono diventate stringenti e le cose sono molto migliorate. Il record storico apparteneva a Giuseppe Gambale, entrato ragazzino alla Camera nel ‘92 con la rete di Orlando e andato in pensione nel 2006, a 42 anni, con 8.455 euro lordi al mese. La Lombardo, però, coi suoi 41 anni straccia tutti”.
Notizie del genere rischiano di essere fieno in cascina per i movimenti che fanno della lotta anti-casta la loro ragione di vita. “Beppe Grillo dovrebbe mandare una torta al giorno a quelli che escogitano queste cose perché gli fanno un regalo enorme. Inchieste come quella che ha portato a far emergere il caso Lombardo o quelle mie e di Rizzo, però, non hanno assolutamente l’obiettivo di lisciare il pelo al qualunquismo. Noi vogliamo semplicemente invitare la politica a riformarsi”.

C’è però chi vi accusa proprio di alimentare il populismo. “È evidente a tutti che non è togliendo i soldi alla Lombardo che si risanano i conti della Regione Sardegna, ma il punto è un altro: alla politica spettano scelte difficili che possono essere portate avanti solo da un pulpito autorevole e credibile. Spesso, invece, è proprio la mancanza di autorevolezza di chi propone le riforme la scusa per ostacolarle. Il guaio è che il Paese, mi sembra evidente, non se lo può più permettere”.

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6 commenti

  1. Io pretendo di sapere cosa ha fatto questa 41enne pensionata per guadagnare questa valanga di soldi. In quale parte della Sardegna si trova il frutto del “lavoro di questa “signora”?

  2. la gelosia, l’invidia oscurano le realtá. Se a qualcuno di voi, che criticate,venissero garantiti ( se sia giusto o sbagliato é da vedere) cinquemila euro di pensione al mese per avere svolto una attività,visto che ci sono leggi e regole, rinuncereste????

  3. Non è gelosia ne invidia: è senso di giustizia sociale. Le leggi di cui parli se le sono fatte da soli, senza consultare nessuno, ne pastori, ne operai ne disoccupati ne pensionati. Perchè la legge è valida solo per loro?

  4. ma non certo la signora in questione.si manifesta controm tutto e contro tutti, molte volte anche senza sapere perché, manifestiamo contro questa legge di privilegio senza violenza, ma con decisione perché anche se sono loro che fanno le leggi devono pur sempre pensare che prima o poi dovranno renderne conto….

  5. E’ quello che sto chiedendo, che ci rendano conto – voglio sapere dov’è il beneficio che la Sardegna ha avuto dal suo “lavoro” . Io faccio l’architetto e se faccio male un lavoro, non solo non mi pagano, ma mi chiedono anche i danni, (altro che pensione) Alla luce dei fatti non mi pare proprio che questa signora (insieme ai suoi degni amici) abbiano fatto del bene alla Sardegna.

  6. Se i diritti acquisiti vanno mantenuti devono valere x tutti! Questi sono solo abusi di potere da parte di chi si è fatto le regole e le leggi per salvaguardare i propri interessi alla faccia del resto degli fessi come noi che sappiamo lamentarci solamente stando seduti comodamente a casa!

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