SUSANNA LOI ZEDDA E UNA VITA PER LA CULTURA: UNA FIGURA DEL SECOLO SCORSO CHE HA VALORIZZATO LA CITTADINA DI SENORBI’

veduta del palazzo comunale di Senorbì con Santa Barbara sullo sfondo


di Ilenia Atzori

La storia che vi voglio raccontare, parla di una donna, di cui al momento ho poche notizie, e del suo amore per la cultura: Susanna Loi Zedda. Nata a Senorbì (CA) nel 1910, Susanna è figlia dei Loi Zedda che si erano trasferiti a Senorbì, da Cagliari, prima della fine dell’Ottocento, aprendo un laboratorio dolciario. Susanna iniziò a studiare grazie ad una suora senorbiese, che l’aiutó ad entrare in un collegio per ragazze gestito dalle Suore Salesiane, a Sanluri. A causa di alcuni problemi familiari, dopo qualche tempo tornò a Senorbì. Provate ad immaginare una società molto diversa dalla nostra, in cui studiare non era semplice: spesso, come mi raccontava mio nonno, veniva considerato una sorta di lusso riservato ai più abbienti. Gli altri, dovevano dare una mano nell’attività di famiglia, e talvolta i loro studi si interrompevano dopo la terza elementare, se non prima. Inoltre, Susanna era una donna: all’epoca, le donne non avevano nemmeno il diritto di voto, ed era raro, specie per una “donna del popolo”, proseguire gli studi oltre le elementari. Fin dal 1904, l’obbligo scolastico fu portato al limite dei 12 anni di età, norma che rimase quasi del tutto ignorata in larga parte del Paese. Considerate, inoltre, che dal 1914 al 1918, anche l’Italia era impegnata negli scontri del primo conflitto mondiale, che terminò quando Susanna aveva circa 8 anni. Nonostante tutte le difficoltà, riuscì ad ottenere la licenza elementare, ed in seguito continuó a studiare, fino a presentarsi da privatista all’esame di idoneità per l’accesso alla quinta ginnasio del Liceo Siotto di Cagliari: fu ammessa all’età di 22 anni. Durante la seconda guerra mondiale, 1941-42, si laureó in Lettere presso l’Università di Cagliari, dedicandosi, poi, all’insegnamento nell’immediato dopoguerra. Da poco tempo, anche Senorbì aveva la sua quinta elementare, ma Susanna, che di recente aveva preso anche una seconda laurea, in filosofia, aveva un sogno ambizioso: fondare una sua scuola. Quel sogno, prese vita nel 1951, quando fondò la prima scuola media privata della Trexenta, intitolata al generale Luigi Mezzacapo, eroe del Risorgimento italiano e suo suocero. Venne avviata in locali provvisori, e dal 1954 si trasferì in una nuova sede, appositamente costruita e più funzionale, in Via Sicilia. In seguito, si spostó ancora: in Via Sicilia nacque la sede della stazione dei Carabinieri di Senorbì, mentre la scuola fu trasferita in via Campiooi, dove si trova ancora oggi. Il 15 settembre del 1960, da privata, divenne una scuola statale. Susanna, più conosciuta come Donna Susanna, è nota anche come scrittrice: il suo nome è legato, infatti, a tre pubblicazioni: “Donna Speranza” (1974), rievocazione della Trexenta dell’Ottocento; “Diario di una provinciale” (1977), autobiografia che offre anche un quadro della Senorbì del primo Novecento; “Nuove testimonianze” (1989), che racconta varie personalità della storia sarda contemporanea, da lei conosciuti e amati. Dopo una vita così intensa, una breve malattia spense Donna Susanna nel giugno del 1991, all’età di 81 anni. A distanza di oltre vent’anni dalla sua scomparsa, sarebbe bello ricordarla con un festival letterario, una mostra o dedicandole una nuova biblioteca, in modo da ringraziarla per l’impegno dedicato a Senorbì ed alla sua crescita culturale. Impegno di cui hanno già potuto usufruire diverse generazioni, ed altrettanto potranno fare quelle future.

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