I GIGANTI DI PIETRA DI MONT’E PRAMA TORNANO A CASA DOPO QUARANT’ANNI: ESPOSTI PER UN ANNO AL MUSEO “GIOVANNI MARONGIU” DI CABRAS, SARANNO IL SIMBOLO DELLA SARDEGNA NEL MONDO


di Gian Piero Pinna

I giganti di Mont’e Prama, sono tornati nel Sinis, dopo che per quarant’anni erano stati costretti all’esilio forzato, impedendo alla comunità scientifica di venire a conoscenza di un fatto che nel campo dell’arte, rivoluziona la storia della Sardegna nuragica e del Mediterraneo. Per un anno intero, dalle sale del museo “Giovanni Marongiu”, i Giganti di Mont’e Prama, racconteranno l’affascinante storia del Sinis, in una  mostra curata dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano, che resterà  aperta tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 (orario invernale), dalle 16 alle 20 (orario estivo), escluso il lunedì, giorno di chiusura. Il costo dell’ingresso, sarà di 5 Euro e per il momento,  a Cabras, vi saranno esposti solo dieci reperti, sei statue e quattro modellini di nuraghe, mentre a Cagliari, dove la mostra si è inaugura lo stesso oggi, ma alle 10,30 del mattino, saranno esposti altri ventotto reperti. Al termine dell’esposizione programmata, sperando che i lavori di adeguamento del museo di Cabras, inizino e finiscano al più presto, le statue saranno esposte tutte nella città lagunare, ad eccezione dei quattro esemplari che saranno ospitati a Cagliari e che saranno sostituite da copie. Nelle mostre di Cagliari e Cabras, sono esposti i Kolossoi, come li chiamava Giovanni Lilliu, rinvenuti nell’Heroon di Mont’e Prama, l’area funeraria che rappresenta la monumentalizzazione di un sito in cui celebrare gli antenati eroi, attraverso l’esaltazione della potenza e della grandezza di un popolo, che aveva raggiunto altissimi livelli di civiltà in tutti i campi.

All’interno del museo di Cabras, che per l’occasione si presenta con una nuova veste, è possibile ripercorrere tutte le fasi che hanno preceduto l’esposizione: la scoperta dei giganti in campagna, gli scavi, il recupero, le fasi di studio, il restauro e l’allestimento della mostra. Grazie alle più moderne tecnologie i visitatori potranno seguire un viaggio virtuale che consentirà di scoprire anche le statue e i modelli di nuraghe che saranno esposti al museo archeologico di Cagliari. Grazie a un totem touch-screen realizzato dall’equipe del CRS4 di Pulasi, si potrà vedere nei minimi dettagli ciascuna delle sculture. «Questo per noi è un momento di grande orgoglio: oggi la gente di Cabras si riappropria di una parte importante della sua storia – ha commentato il sindaco Cristiano Carrus – Le statue rappresentano per la nostra cittadina un’opportunità da non perdere, sia dal punto di vista cultura, ma anche da quello turistico e quindi economico». «I giganti di Mont’e Prama – ha aggiunto l’assessore regionale alla Cultura, Claudia Firino – saranno il simbolo della Sardegna in Italia e nel mondo: la nostra immagine migliore. Questo è il primo passo per la messa in rete delle risorse culturali». Di occasione turistica ed economica ha parlato anche il sottosegretario ai Beni culturali, Francesca Barracciu: «Non è un caso che le competenze del Ministero dei Beni culturali e di quello del Turismo siano state unite. Il nostro piano è quello di far fruttare il patrimonio storico e artistico dell’Italia e fare in modo che diventi davvero un vantaggio competitivo rispetto alle altre nazioni. Il circuito museale inaugurato oggi va proprio in questa direzione: i 40 anni di attesa per rivedere questi giganti sono stati abbondantemente ripagati».

Le venticinque statue antropomorfe, alcune alte più due metri, sono tutte maschili e per la maggior parte, raffigurano i cosiddetti “pugilatori”, riconoscibili da un guanto armato e scudo protettivo tenuto sopra la testa. Poi ci sono gli “arcieri”, con arco sulla spalla e i “guerrieri” armati con uno scudo rotondo. Le altre tredici sculture rappresentano grandi modelli di nuraghe. Quello recuperato a Mont’e Prama è un insieme straordinario di frammenti statuari in arenaria di epoca nuragica, in prima ipotesi collocati intorno VII a.C. e successivamente, addirittura nel 1000 avanti Cristo. La tipologia e il numero dei frammenti, così come il loro stato di conservazione, fanno di questo ritrovamento uno degli eventi culturali più importanti dell’ultimo secolo. «Le statue sono un concentrato di significati, rafforzano il legame con la civiltà nuragica – ha commentato il sovrintendente archeologico di Cagliari e Oristano, Marco Minoja – e rappresentano l’apice della civiltà nuragica, anche perché realizzati nel momento di massimo splendore per il popolo dei nuraghi».

Il ritrovamento, avvenne casualmente nel marzo del 1974, nelle campagne di Cabras, non lontano dai resti dell’antica città di Tharros. L’aratro di un contadino riportò in superficie la testa di una statua. I successivi interventi di scavo e di recupero, tra il 1975 e il 1979, curati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano e dall’Università degli Studi di Cagliari, portarono alla luce una necropoli e numerosi frammenti scolpiti in arenaria gessosa ritrovati accanto e sopra le sepolture. Nel 2007, dopo un lungo periodo passato nei magazzini del Museo nazionale di Cagliari e grazie allo stanziamento dei fondi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Regione Sardegna, fu possibile la ricostruzione dei 5178 frammenti, che venne affidata al Centro di Restauro e Conservazione di Li Punti a Sassari, sotto il coordinamento della Soprintendenza per i Beni Archeologici. Fino al 2011 le statue hanno subito un meticoloso restauro e ora, a quarant’anni dal ritrovamento, sono esposte al pubblico. La prima fase del progetto, prevede l’esposizione di un cospicuo numero di statue presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e una parte presso il Museo Civico “G. Marongiu” di Cabras, nella seconda fase, invece, è previsto il trasferimento delle statue in mostra a Cagliari, nella nuova ala del museo civico di Cabras (già in progettazione definitiva), lasciando al Museo nazionale un modello di statua per ciascuna tipologia. Tra le più coinvolgenti novità dell’esposizione c’è un sistema multimediale innovativo creato dal gruppo di Visual Computing del CRS4, che si dedica allo sviluppo di strumenti interattivi in 3D per la visualizzazione scientifica. Tale sistema, consentirà al pubblico la visualizzazione completa e particolareggiata a grandezza naturale di tutte le statue e dei modelli di nuraghe. «La mostra delle statue di Mont’e Prama, è un momento di arricchimento prima di tutto culturale e poi anche turistico per il nostro territorio – ha aggiunto l’assessore comunale alla Cultura, Fenisia Erdas – Per questo dobbiamo ringraziare chi ha trovato questi reperti, chi ha lavorato per scavare il sito, chi ha curato il restauro e chi ha allestito questo splendido percorso espositivo. Il prossimo obiettivo è l’apertura della nuova ala del museo, che è già stata finanziata e progettata, dove saranno esposto tutti i nostri giganti».

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