INTERVISTA ESCLUSIVA "TOTTUS IN PARI" A JACOPO CULLIN, PROTAGONISTA CINEMATOGRAFICO CON IL CORTOMETRAGGIO "BUIO"

Jacopo Cullin


di Bruno Culeddu

 

Il 27 febbraio, a Bologna, Cinema Lumière, sarà proiettato “Buio” di Jacopo Cullin e Joe Bastardi, opera selezionata per la finale del concorso Visioni Sarde. “Buio” è una commedia delicata che sottolinea l’importanza di tornare bambini. Due i personaggi a confronto: Vincenzo, un giovane che attraversa una crisi esistenziale e perciò disincantato nei confronti dell’amore, e l’anziano Mario, che risponde saggiamente alle domande dell’amico e lo coinvolge in un viaggio fuori programma. Cogliamo l’occasione per parlare con Jacopo Cullin e conoscerlo meglio.

La prima domanda è quella di rito: chi è Jacopo Cullin, come è nata la sua passione per il cinema? La mia passione per il cinema nasce quando a 10 circa usavo la telecamera Philips di mio Zio (che a malapena riuscivo a tenere in spalla) per riprendere la mia famiglia nelle discussioni post pranzo.
Quali sono i suoi registi preferiti? Qualcuno l’ha influenzata in modo particolare nella sua formazione? Ci sono tanti registi che mi piacciono… Woody Allen, Mario Monicelli, Sergio Leone, Stanley Kubrick, Francis Ford Coppola, Kusturica, Tarantino…troppi… mi piace molto Crialese, Garrone e anche Sorrentino. Credo che un po’ tutti abbiano influenzato la mia formazione, anche Dino Risi, Ettore Scola… sono un’amante della commedia all’italiana.

Per completare la sua preparazione ha fatto una scelta che noi  “sardi di fuori” comprendiamo benissimo: lasciare la Sardegna. Vuole mandare un messaggio ai tanti giovani che per realizzarsi hanno dovuto allontanarsi dall’Isola? Non saprei davvero che messaggio mandare se non la speranza di poterci tornare senza però sentirsi tagliato fuori dal mondo. La Sardegna ha un potenziale incredibile e noi che non ci viviamo più lo sappiamo, speriamo che se ne accorgano anche gli altri.
Nel film  L’arbitro di Zucca è un emigrante di ritorno. Le sue esperienze fuori dalla Sardegna ed i suoi trascorsi calcistici le sono tornati utili per interpretare magistralmente il fuoriclasse Matzutzi? Sicuramente gli 11 anni di calcio mi sono serviti per riuscire ad interpretare al meglio Matzutzi, renderlo più vero, più credibile. Anche le mie esperienze all’estero mi sono servite perché ho imparato lo spagnolo e sono entrato in contatto con la cultura sudamericana, quella di Matzutzi.

Salvatore Pilloni, con addosso la maglia del Cagliari, è un personaggio molto amato. Qual è il suo rapporto con il calcio ed il Cagliari? Il calcio ha fatto parte della mia vita per tanto tempo, ma devo dire che ultimamente mi sto allontanando sempre di più. 2 o 3 anni fa mi sono ritrovato a tremare per l’emozione mentre il Cagliari rischiava di vincere a San Siro con l’Inter, al ché mi sono detto, “ma io non posso stare male per una partita di calcio!” ahahah però sempre Forza Casteddu!!  

Ci può parlare di Buio? Buio è un cortometraggio che ho fatto nel 2012, è un cortometraggio legato ad un periodo che stavo vivendo e che racconta tanto della mia vita. E’ una commedia divertente, delicata e poetica allo stesso tempo. Ho investito tutti i miei risparmi per riuscire a creare un prodotto di qualità e spero di esserci riuscito.

Quali saranno  i circuiti distributivi del cortometraggio? Il corto ha già partecipato a parecchi festival nazionali ed internazionali. Ha vinto 2 premi allo Skepto Film Festival e al Sardinia Film Festival. E’ stato proiettato all’apertura del Tirana Film Festival, ed è stato preselezionato ai Nastri D’Argento.
Domanda canonica: progetti per il futuro? Al momento sto montando un nuovo cortometraggio e nel mentre lavoro come attore. L’autunno prossimo mi vedrete di nuovo sul grande schermo in una commedia di un regista importante, ma non posso dire di più.

Grazie, Jacopo. In bocca al lupo.

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