LA TARIFFA UNICA E' UN IBRIDO: LA FALSA RIVOLUZIONE DELLA NUOVA CONTINUITA' AEREA. ORA PER LA SARDEGNA L'ITALIA E' PIU' LONTANA

l'aeroporto di Cagliari Elmas


di Paola Pintus

“Detto, Fatto”: si chiama così il volumetto promozionale che sponsorizza le “azioni-bandiera” svolte dalla Giunta Cappellacci nella legislatura che ormai volge al termine. Ma le cose stanno davvero nel modo in cui vengono raccontate? Iniziamo dal tema dei trasporti. “Un nuovo modello di continuità territoriale aerea con tariffa unica”, che permetterà ai sardi residenti di viaggiare verso Milano e Roma con 69 e 59 euro, tasse comprese”. Recita così Detto-Fatto del Presidente Cappellacci nello stringato capitolo dedicato alla mobilità aerea dei sardi faticosamente varata, dopo diversi tentativi falliti, il 31 ottobre 2013. La tariffa unica della Giunta Cappellacci in realtà è un ibrido, di cui i non residenti potranno usufruire per nove mesi l’anno (quelli della bassa stagione), mentre nel periodo estivo saranno soggetti alla tariffa libera, con alcuni limiti: la media trimestrale delle tariffe infatti non potrà superare il doppio della tariffa agevolata (90 euro per Roma e 110 per Milano), con un tetto massimo comunque non superiore al triplo della tariffa agevolata stessa (135 euro per Roma e 165 euro per Milano). Ci avevano provato nel 2012, nel precedente bando per la continuità, ad introdurre una tariffa unica valida tutto l’anno per residenti e non, nelle tratte della Continuità principale (Alghero, Cagliari e Olbia verso Milano Linate e Roma Fiumicino). Quel bando però andò deserto: Alitalia e Meridiana fecero sapere allora che i criteri imposti dalla Regione avrebbero avuto “effetti devastanti sui bilanci”, con Meridiana che si spingeva fino alla quantificazione di una perdita di 20 milioni all’anno, giudicando insufficienti le compensazioni per l’entrata a regime della tariffa unica. Recepito il segnale, il successivo bando del Ministero dei Trasporti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale a marzo del 2013, indicava già la nuova soluzione: tariffa differenziata per i non residenti nei mesi dell’alta stagione. Erano previste anche frequenze minime, fasce orarie e una capacità minima garantita di posti nell’ offerta giornaliera. Sarebbero scattate delle penali a favore della Regione in caso di comportamento scorretto o inefficiente: 3 mila euro per i voli cancellati oltre “un ammesso due per cento delle frequenze previste”, 2000 euro per “ogni volo ritardato eccedente la percentuale annua del 20% di voli ritardati di oltre 20 minuti”), 2500 euro “per ciascuna mancata vendita alle condizioni previste” (ad esempio a prezzi più alti di quanto previsto dal bando), 1000 euro per ciascun biglietto venduto con sovrapprezzo su internet. Questo modello, recepito nella gara indetta dalla Regione Sardegna, è quello che poi è entrato ufficialmente in vigore il 27 ottobre 2013, portando con sé una coda di polemiche sull’efficienza e la continuità del servizio e dei nuovi vettori coinvolti (Oltre ad Alitalia e Meridiana, è entrata in scena la New Livingston di Riccardo Toto sulla tratta Alghero-Roma). Ma quali sono le differenze e le criticità reali rispetto al vecchio regime di continuità territoriale varato dalla Giunta Soru nel 2008? “Le differenze ci sono e sono di tre ordini principali: di prezzo, di frequenza e di collegamento”, spiega l’ex Assessore ai Trasporti nella giunta regionale di centro-sinistra Sandro Broccia. Anzitutto i costi: “Con la vecchia continuità – riservata ai residenti in Sardegna – il biglietto per Roma andata e ritorno costava circa 130,00 euro, quello per Milano 145,00 euro. Oggi sul sito dell’Alitalia per prenotare un volo di andata e ritorno da uno dei nostri aeroporti per Roma o Milano il costo dei biglietti comprensivo delle tasse, è di 133,45 euro per Roma e di 152,02 per Milano. Il volo per Roma costa ai sardi circa 4 euro in più, quello per Milano 7 euro in più”. C’è poi la questione dell’esclusiva della compagnia di bandiera sullo scalo cagliaritano, il più trafficato dell’isola: “Durante la passata legislatura i passeggeri potevano scegliere fra tre compagnie: Alitalia, Air One (poi assorbita da Alitalia) e Meridiana. In caso di scioperi o altri disagi c’era sempre un altro vettore disponibile, la garanzia della mobilità era amplissima”. Broccia prosegue nella sua analisi, e sviscera le altre criticità. “Oggi se si prenota un volo per Milano in un giorno qualsiasi della settimana la possibilità di scelta in andata da Cagliari è limitata a 5 voli, per il ritorno a 4. Da Cagliari per Roma sono 7 all’andata e 6 al ritorno. Con la precedente continuità si poteva contare su almeno 10 voli andata e ritorno per Roma e 7 voli andata e ritorno per Milano: stiamo parlando di una riduzione della mobilità del 30% ”. Non solo. “I nuovi oneri non tengono conto degli studi sui flussi che evidenziano picchi e cadute nel numero di passeggeri durante i vari giorni della settimana: a chiunque capiti di viaggiare per lavoro sarà capitato di osservare che la mobilità del lunedì mattina è decisamente più alta di un altro giorno infrasettimanale; lo stesso ragionamento vale per i passeggeri che rientrano in Sardegna il venerdì sera. Nella nuova continuità di questo non si tiene conto e si commette un grave errore”. Ma le notizie negative non finiscono qui. Anche gli scali collegati direttamente all’isola sono drasticamente diminuiti: “oggi sono solo Roma e Milano, e per il resto ci si arrangia. Prima la continuità territoriale era estesa stabilmente anche alle città di Napoli, Palermo, Bologna, Firenze e Torino”. La nuova continuità territoriale è dunque una falsa rivoluzione? “Effettivamente una grossa novità c’è, ed è il tentativo di estendere la tariffa unica ai non residenti, alla modica cifra di 45 milioni di euro all’anno per 4 anni e per un totale di 180 milioni. Tutto questo con meno collegamenti, meno voli e meno posti disponibili. Non so se con questi dati di partenza la nuova continuità territoriale riuscirà ad eguagliare le performance della precedente, da sardo me lo auguro di cuore. Penso però che al netto delle valutazioni sui flussi generali, da questo momento l’Italia per noi è più lontana, e questo non fa bene alla Sardegna e ai Sardi”.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

2 commenti

  1. Spero che qualche sostenitore del servo di berluscono legga. Alla faccia del suo “detto, fatto”. BUFFONE

  2. se non ci arrangiamo da soli….

Rispondi a Giancarlo Ripa Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *