LETTERA AL SINDACO DI ARZACHENA: LA SOLIDARIETA' ARRIVA ANCHE DAL CIRCOLO "SA BERRITTA" DI LUGANO

immagine di Arzachena


di Paolo Sanna

Caro Sindaco, caro Alberto, mi perdonerai per il tono confidenziale, come usa tra vecchi amici, anche se mi prendo questa licenza in qualità della mia età e nulla più. Ti scrivo questa lettera aperta per manifestare anzitutto la mia vicinanza e solidarietà alla mia Gente colpita duramente dalla catastrofe naturale che ha portato Arzachena e la Sardegna alla ribalta nazionale per i suoi lutti e i disastri ambientali. So della generosa solidarietà di cui sono stati – e sono tuttora – capaci i miei concittadini di cui vado fiero ancora di più, rammaricandomi di non essere stato uno dei tanti che hanno teso la mano a chi si è trovato nel bisogno in quelle ore da incubo. Vivere di qua del mare significa anche questo: assistere impotente ma ammirando la solidarietà con cui avete fatto fronte ai bisogni impellenti di chi ha perso ciò che ha costruito con i sacrifici di una vita. Poi si sono mobilitati in tanti per portare solidarietà anche da ‘fuori’ e questo slancio non si è fermato ma continua con la raccolta di ‘fondi’ che giungeranno in Sardegna tramite Associazioni umanitarie e quant’altro. Nel nostro piccolo, anche il circolo dei sardi di Lugano – per dare l’esempio – ha stanziato 5’500 Franchi svizzeri e aperto una sottoscrizione per cercare di rimpinguare una somma che sappiamo misera ma consci del fatto che di gocce è formato il mare. Arzachena ha conosciuto anche il dramma della morte di un’intera famiglia che lì da noi, ha trovato accoglienza e lavoro. Io che ho trovato accoglienza e lavoro in Svizzera, posso capire i sentimenti di chi, in nuove Terre e nuove Genti, ha trovato accoglienza e lavoro.

Oggi ho saputo che, a quasi due settimane dall’alluvione, le bare con i resti mortali delle quattro vittime sono ancora nella cappelletta del cimitero in attesa di essere seppellite.

Caro Alberto, non ti nascondo la mia perplessità nell’apprendere che le salme verranno trasferite in Brasile, loro Terra d’origine con una spesa che posso immaginare elevata.

Ecco! Trovo assurdo questo trasferimento per due motivi:

  1. Questa povera famiglia, volontariamente ha scelto di vivere ad Arzachena; qui ha trovato accoglienza e lavoro, qui ha diritto all’eterno riposo.
  2. Trovo assurdo spendere qualunque sia la cifra per un trasporto inutile quando i vivi, i sopravvissuti alle loro disgrazie non trovano motivo di speranza nel futuro ma avranno bisogno della generosità di quanti si stanno adoperando perché almeno per loro ritorni il sorriso.

Io, che vivo in Svizzera, qui vorrò essere sepolto quando la mia ultima ora sarà finita perché, se dubitassi che così non sarà, pur accolto da vivo mi sentirei ripudiato da morto.

Se poi succederà che l’ultimo respiro mi sorprenda nella mia casa a Cannigione, spero che gli arzachenesi vorranno ospitarmi in via Del Riposo e i miei congiunti destinare la spesa del trasferimento in Svizzera a chi sta nel bisogno.

Sono sicuro, caro Sindaco, che troverai ancora il tempo di convincerti (e convincere i fautori del trasferimento oltre oceano) che la soluzione da voi prospettata risulta fuori da ogni logica religiosa e morale,

Ti ringrazio per il tempo che mi avrai voluto dedicare leggendo questo mio appello e ti saluto cordialmente

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