CONOSCERE IL TENORE "LACANAS": LA TRADIZIONE SARDA IN CONTINENTE GRAZIE A QUATTRO STRAORDINARI RAGAZZI DELLA PROVINCIA DI NUORO


di Salvatore Selloni, Giacomo Floris, Fabrizio Garau e Andrea Demuru

Il Tenore Làcanas (Gruppo di canto a Tenore) nasce nell’ottobre 2013 quale prolungamento, al di là dei confini isolani, dell’attività dell’Associazione Culturale Folklorica “Bustianu Satta” di Nuoro. La stessa è da sempre attenta alla divulgazione della Tradizione Sarda, e più in specifico delle espressioni riconducibili al paese di Origine, già nominato. Il Gruppo è composto da quattro Voci (La “Voce-Guida” ed altre Tre“Voci” ognuna con un “Suono” diverso – due delle quali gutturali –), chiamate “pezzi” (“pezzos” in lingua Sarda) e non “Tenori”, che portano avanti, rispettando i saperi tramandatigli solo oralmente, questa espressione canora “tradizionale” della Sardegna. Attualmente la “Voce Guida” è Salvatore Selloni di Nuoro (Emigrato a Parma nel Corso del 2013 e già Voce del Gruppo che ancora si esibisce in Sardegna), “Sa Contra” è Giacomo Floris di Nuoro (Emigrato a Milano dal 2009 e già frequentatore dell’Associazione suddetta), “Sa Mesuboche” è Fabrizio Garau di Sorradile (Emigrato in Emilia dal 2004 e con sentita parentela nel capoluogo), “Su Bassu” è Andrea Demuru di Meana Sardo (Nato a Milano ma cresciuto tra suoi compaesani e sempre tornato al paese di origine della famiglia). Riconosciuto nel 2006 dall’Unesco (Approvazione del novembre 2005) come “patrimonio immate- riale ed intangibile dell’umanità”, secondo alcuni studiosi questo “Canto” veniva già eseguito nel periodo pre-nuragico tra le Alture del Sud della “Anatolia” (Regione in parte identificabile con l’attuale Libano) e fin quasi alle valli della “Mesopotamia” (dove addirittura nacquero alcune tra le prime “città” dell’umanità: Ebla, Ur e Uruk). Poi quelle popolazioni di antichi “Re” Pastori, per motivi economici, si spostarono verso i territori costieri (fondando città quali Tarso ed Antiochia) ed iniziarono a commerciare i loro prodotti per mare (verso occidente), facendosi conoscere anche per la loro abilità in guerra.

Essendo, quindi, un Canto nato da una Cultura Pastorale, è strettamente legato ai tempi ed ai “suoni” della Natura. Per questo molti studiosi hanno ritenuto che vi fosse l’intento di “riprodurre” gli stessi, (attraverso anche l’imitazione dei “versi”degli animali, o di altre “sonorità” legate agli “elementi naturali”). Ecco forse, secondo Noi, la prima necessità che i Nostri Antenati sentirono fu quella di tentare loro stessi, con le proprie corde vocali, di “evocare” quei suoni al fine di creare un’armonia; di “amalgamarli”, quindi, in un unico suono da cui scaturisse una “melodia”.                            . Vollero, probabilmente, “usare” quella forma “primordiale” di musica, senza l’ausilio di strumenti, per tentare di dare un “Ordine” ad una serie di eventi naturali, o propiziarne di più positivi.

Si vollero, quasi, dare delle “risposte” al mondo della Natura e l’unione, di “almeno” quattro soggetti e non per forza solo uomini, finì per acquisire anche un senso di “coesione sociale”, ancora oggi profondamente sentito nelle singole comunità ad economia fortemente agro-pastorale. Il Canto nacque quasi sicuramente in coesione ad un “rito”, ma finì per promuovere l’unione di una coppia, sotto forma di “serenata”, celebrare la morte di un soggetto o coinvolgere l’intera comunità, nelle forme del “canto a ballo”, in momenti gioiosi.

Attraverso l’utilizzo del sillabare nosens (con cui ognuno degli altri tre “pezzi” –voci– si esprime), inizia un “dialogo canoro” con la Voce Guida, che detta il “Ritmo” della cantata. Ogni Comunità ha evoluto mediante propri “codici” le singole “melodie-ritmi” . La particolarità, cioè, non consta solo nella diversa formazione dei “timbri” delle voci, da cui scaturisce un’armonia diversa, ma anche nel fatto che ogni cantata è unica (pur se sempre rispettosa dei “moduli” di quella specifica comunità) e le risposte che si danno, le tre voci e la “Voce guida”, si perdono al concludersi della stessa. Mai ripetitiva o schematica ma, invero, del tutto spontanea e connessa all’affinità, di umore e non solo, che in quel momento intercorre tra le singole Voci.

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Un commento

  1. Tenore Làcanas

    Ringraziamo infinitamente Massimilano Perlato per la attenzione nel riportare informazioni da noi sostenute ed afferenti a noi stessi. Un grosso grazie va anche a Massimo Demelas per la FOTO e per la sua sempre accesa creativitá.

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