OMAGGIO DI "TOTTUS IN PARI" A FEDERICA CARDIA: ALLA SUA "LEZIONE DI VITA" SARA' DEDICATA LA COPERTINA DEL PROSSIMO NUMERO

Federica Cardia

di Massimiliano Perlato

Quando la tua esistenza sembra andare a gonfie vele, quando hai ottenuto il lavoro desiderato da una vita, nella città che ami, quando hai degli ottimi amici e fai una vita attiva, sempre sulla cresta dell’onda tra aperitivi, musica e palestra, quando ti sembra di toccare il cielo con un dito e di poter spaccare in due il mondo con la sola forza del pensiero… ecco, è proprio in questo momento che la tua esistenza viene stravolta da una piccola parolina insignificante che inizia con la lettera C. “Ho il Cancro”. Potrai anche trovarti nel posto più bello del mondo, in mezzo a palme, mare azzurro e brasiliani in festa, che tu penserai sempre e solo a quello: “Ho il Cancro”. La diagnosi diventa come una sorta di martello pneumatico, costantemente in funzione, che lavora sulle tue tempie e non ti fa più vivere, dormire e respirare, togliendoti ogni tipo di forza vitale o capacità di reazione.

La notizia della sua scomparsa mi ha lasciato sgomento, senza fiato in un  surplace triste ed inimmaginabile. Il tam tam sui media regionali e nazionali mi ha dato immediatamente la giusta misura di quanto sia stato immenso il segnale dato da Federica Cardia con la sua storia struggente, difficile ma importante. Renderle omaggio attraverso una copertina di Tottus in Pari era il minimo che in qualità di coordinatore della testata, potessi fare per lei. Il mondo è pieno di vicende disperate che sono in grado di sconvolgere l’esistenza propria e quella di coloro che ti stanno accanto. Federica l’ho conosciuta, seppur attraverso uno scambio di mail e messaggi nelle pagine facebook. Sin dal giorno che aveva lanciato il suo drammatico appello lo scorso anno. Mi aveva interpellato, aveva chiesto spazio anche su Tottus in Pari che parla soprattutto di Sardegna. Lo spazio le è stato riconosciuto con il cuore in mano.

Mi chiamo Federica e ho 30 anni. Nell’aprile del 2011 mi è stato diagnosticato un tumore al colon al quarto stadio e da allora la mia vita è cambiata per sempre. Ho affrontato mesi e mesi di terapie devastanti e due complicatissimi interventi chirurgici, ma ancora non riesco a uscire da questo infinito tunnel. La mia patologia si chiama “carcinosi peritoneale”: si tratta di una diffusione incontrollata di cellule tumorali (nel mio caso originate dal colon) nelle pareti del peritoneo, con formazione di noduli difficilmente controllabili perché, a causa della scarsa vascolarizzazione di questa parte del corpo, i classici chemioterapici riescono a penetrare poco e male. Purtroppo al momento la situazione si è complicata ulteriormente: l’ultimo chirurgo consultato a Milano si è rifiutato di intervenire, poiché la malattia sembra essersi diffusa a tutti i quadranti dell’addome. Non mi arrendo, voglio vivere e credo di avere ancora molte, troppe, cose da fare, luoghi da visitare, esperienze da vivere. Mi è stato proposto di iniziare una nuova chemioterapia e di sperimentare, parallelamente, dei nuovi protocolli farmaceutici che, purtroppo, richiedono un ingente contributo economico in quanto non ancora riconosciuti dal Sistema Sanitario Nazionale. L’intento è di attaccare il male da più fronti, ridurre quanto più possibile le masse tumorali in modo da rendere fattibile, prima o poi, un intervento chirurgico. Con questo sito e con le mie parole mi rivolgo a medici e oncologi in Italia e all’estero, a tutte le persone di cuore che siano in grado di aiutarmi a trovare una soluzione, una cura, una possibilità chirurgica, e a tutti coloro che vogliano contribuire economicamente per aiutarmi a sperimentare queste nuove possibilità terapeutiche. Metto a disposizione i miei esami, le mie cartelle cliniche e tutte le informazioni necessarie, insieme a un numero di conto corrente, per chi desideri aiutarmi. Grazie di cuore!

Ora è giusto intimamente renderle omaggio e simbolicamente lo faccio verso tutti coloro che stanno soffrendo e lottando per rimanere appesi al corso della vita. Penso anche un altro nostro amico, Ivano Argiolas, che trala Sardegnae gli Stati Uniti sta combattendo per dare un senso ai giorni futuri suoi e di tutti coloro che vivono e convivono con la thalassemia. Con Federica mi sono relazionato e ne ho condiviso le circostanze e solo ora ho appreso la grande lezione di dignità e di vita che ha trasmesso.

Ho studiato comunicazione e mi sono dedicata per qualche anno alla ricerca sulle nuove potenzialità della Rete e sulla condivisione. Se vogliamo vedere il lato positivo della faccenda la mia malattia mi ha offerto l’opportunità di sperimentare sul campo e di verificare il reale potere delle teorie che ho studiato sui libri… mettere alla prova, finalmente, le potenzialità dei network. Fino a 10 anni fa parlare di cancro, dire a chiare lettere ho il cancro, era un tabù. Il cancro era una faccenda da nascondere, da allontanare il più possibile, e per moltissimo tempo questa parola si è trascinata dietro una fastidiosa aura di tristezza e morte. I malati preferivano non parlarne, far finta di niente, mettere una parrucca e nascondersi anche agli occhi del proprio vicino di casa. La diagnosi era spesso interpretata come “sentenza di morte” o spada di Damocle e lo stesso rapporto medico-malato era un vero disastro: il medico, dall’alto della sua scrivania di radica dettava i protocolli e il paziente, zitto, eseguiva senza proferire parola. Oggi grazie alla Rete, ai social network e alle nuove forme di condivisione si è arrivati a superare questa fase drammatica, e il cancro viene rappresentato e spiegato dalle persone che realmente lo vivono. Internet diventa veicolo di suggerimenti, nuovi contatti, proposte di cure alternative e i blog, nello specifico, si configurano come importanti luoghi virtuali di sfogo e condivisione di informazioni. La mia iniziativa si inserisce in questo torrente di dati digitali e si configura come uno strumento all’incrocio tra il crowdsourcing (cerco informazioni sulla mia malattia e medici che possano aiutarmi) e crowdfunding (cerco anche un aiuto economico per sostenere i costi delle terapie). Mantenendo sempre un mood positivo posso dire che ammalarsi alla mia età può avere un meraviglioso e importante “pro”: noi giovani multimediali, abili “surfers” nel mare di Internet, abbiamo la possibilità di sfruttare quello che di buono la tecnologia ci offre: il potere della condivisione e la possibilità di arrivare in ogni angolo del pianeta con pochi click. A questo punto spero davvero che la mia storia e quella dei miei “compagni digitali” possa rappresentare un punto di partenza per migliorare il corso della storia dell’umanità…

L’obiettivo del blog “tanto vinco io” era di scovare una cura possibile ai molteplici fallimenti sperimentati. Il desiderio era di imbattersi in un medico che da qualche parte, una volta conosciuto il suo cammino, potesse decisamente esserle d’aiuto. Magari proponendole una nuova percorso, diverso da tutti quelli già dolorosamente provati. Un grido di aiuto, quello di Federica, con una moralità e una razionalità senza eguali. Il blog racchiude la sua storia clinica, le sue cartelle, le cure effettuate, gli aggiornamenti sul suo stato di salute, le sue illusioni: Il ritorno c’è stato, ed è stato enorme. Commenti, messaggi, link riempivano i suoi articoli. La sorprendente unione fra persone che non si conoscono, forse l’esempio più lampante del significato di condivisione. Condivisione di una notizia, di una possibile soluzione, di uno stato d’animo, di un’idea che potrebbe cambiare il destino di un’altra persona. Nella sua pagina Fb ci sono i suoi post carichi di speranza. Scorrere gli occhi sulle sue parole è doloroso, in ogni riga si scorge una ragazza sorprendentemente positiva, lucida e combattiva. Anche di fronte alla parola fine del suo cammino.

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10 commenti

  1. Il suo ricordo, la sua essenza, la sua forza, rimarranno per sempre.

  2. Complimenti Massimiliano, la merita eccome ! Una storia coraggiosa che avrebbe meritato un lieto fine

  3. Difficile non commuoversi, pensarla, pensare a noi stessi, a quanto sparecchiamo …

  4. Che bello …per Federica ..grande leonessa ciao..

  5. per me lei è sempre qui, con me mi da una forza immensa, ciao fede

  6. Mario e Milena Cardia

    Con affetto e stima un grazie a Massimiliano Perlato . Papà e mamma di Fede

  7. è vero ,cara Federica ..il tuo sorriso c’è ancora anche tra noi tuoi amici virtuali …ogni volta che vedo il tuo nome mi compari con la tua grinta e mi ricordo dei nostri link notturni ..da lassù mandaci ancora il tuo sorriso ..ne abbiamo bisogno

  8. Grazie Federica Cardia. I tuoi messaggi mi davano la forza di andare avanti quando non ne potevo più. Io mi lamentavo e tu mi scrivevi, incoraggiandomi. Sarai sempre nel mio cuore

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