di Carola Onnis
Grazie alla manifestazione del MEDinART ho potuto conoscere un’altra colonna portante di questo evento: Emanuele Contis. Musicista Samassese di grande talento e spirito organizzativo. Un ragazzo che, memore delle sue esperienze e delle sue importanti collaborazioni, decide di impegnarsi per il proprio paese stimolando le coscienze di noi giovani.
Hai iniziato a suonare il saxofono a sei anni… Avevi già qualche idea riguardo al tuo futuro? In realtà, come tutti i bambini, ero incuriosito da ogni cosa, e la musica era una di queste. Mi ricordo che mio padre mi chiese se avessi voluto suonare il saxofono (lui avrebbe sempre voluto farlo), e mi iscrisse al Corso di musica della Banda Lao Silesu. Come tutti i bambini, un mese dopo essermi iscritto, volevo già cambiare e fare altro. Sempre mio padre (uomo di altri tempi) molto serenamente mi disse: “figlio mio, Babbo adesso ti ha iscritto al corso e se inizi una cosa la provi almeno un anno… poi potrai fare qualcos’altro”. Non ho più lasciato la musica.
Durante la tua professione di turnista hai potuto affiancare diversi artisti importanti. In particolare chi ti ha colpito di più e perché? Continuo a stupirmi dei musicisti con cui suono, e di ognuno conservo un ricordo, un dettaglio, una caratteristica. Sono cose semplici, tipo, dove guardano quando fanno un “assolo”, chi cerca consenso tra il pubblico, chi nei suoi compagni di palco, o altre cose buffe come tic, fissazioni, manie. Ho avuto l’onore di suonare con tantissimi musicisti e cantanti e di tutti ricordo qualcosa di particolare. Uno di quelli che, da sempre, continua a stupirmi è Paolo Fresu, non tanto per la sua bravura, quella è quasi scontata, ma per i suoi modi semplici, l’approccio alla comunicazione, il modo leggero di portare l’arte. Un bell’esempio di sardità.
Come è nato il gruppo jazz ‘Aghera’? Il gruppo ‘Aghera nasce per una combinazione di casualità ed esigenza, fortuna e necessità. Studiavo al corso di Jazz del Conservatorio di Cagliari e da tempo cercavo un modo di esprimere quello che sentivo, ma che non riuscivo a trovare nei “grandi” del passato, pur studiandoli e rispettandoli. A mia insaputa, su un binario parallelo, il pianista Andrea Granitzio cercava la stessa cosa. Il nostro incontro ha determinato la scintilla che ha portato in seguito alla nascita di questo progetto, in perenne evoluzione e crescita. Usciremo presto, infatti, con il nuovo disco.
Nel 2010 hai presentato al ‘Nuoro Jazz festival’ un progetto che ha visto anche la collaborazione tra gli altri di Paolo Fresu. È stato un progetto che racchiudeva in sé diversi sogni che avevo da tempo: suonare dal vivo con gli ‘Aghera e con la più prestigiosa Banda musicale d’Italia, la Lao Silesu di Samassi, collaborare con Paolo Fresu, ma sopratutto comporre interamente le musiche originali e gli arrangiamenti del concerto. Ricordo di aver passato l’estate a comporre le musiche, e distribuirle alle varie sezioni. Un’esperienza straordinaria che spero di riproporre al più presto.
Una tua impressione nei riguardi del MEDinART? I giovani a Samassi sono finalmente usciti allo scoperto? Il MEDinART è un progetto che stavamo ideando già da un paio d’anni, insieme a Mauro Montis e ad altri collaboratori. Posso dire che è stata una vera e propria sfida, ma di sicuro una sfida vinta. Abbiamo lottato contro tempi imposti da un calendario estivo già definito, carte da compilare, costi da sostenere, artisti da coinvolgere, musicisti, giocolieri, organizzazioni, amministratori e staff, eppure tutti hanno risposto alla chiamata con il sorriso. Non mi aspettavo un tale coinvolgimento da parte dei giovani di Samassi, e questo è indubbiamente la sorpresa più grande e il segno che la voglia di fare non si è assopita. Nostro compito è stato quello di racchiuderla in un evento ad alto contenuto artistico e di aggregazione, e se contiamo i bambini, i giovani e gli anziani che hanno partecipato dal pomeriggio del venerdì fino alla notte del sabato, il risultato è stato indubbiamente un successo. Ovviamente questa ondata di novità ed esuberanza si è portata dietro piccole imprecisioni e cose da migliorare, oltre ovviamente alle immancabili critiche. Ma mi piace ricordare una frase di Platone che recita: “Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti”.