RISCHIO TSUNAMI IN SARDEGNA? MARI DI INSIDIA, IL TIRRENO INQUIETO CON IL VULCANO MARSILI


di Francesco Lai

La notizia circola ormai da tempo negli ambienti scientifici, ma ha il sapore della curiosità scientifica da salotto piuttosto che quello reale di una minaccia incombente sulle coste italiane del Tirreno meridionale. Studi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) hanno portato alla luce la possibilità che la ripresa dell’attività effusiva del vulcano Marsili possa dar luogo a uno tsunami con onde alte fino a20 m. La comunicazione è passata quasi inosservata per la volontà delle autorità di non creare allarmismo, frase insensata, ma utile per celare le proprie incapacità. I bollettini dell’Ingv, a quanto risulta per il momento, non citano nemmenola Sardegnafra i luoghi a rischio. È davvero così? Possiamo stare tranquilli? Direi proprio di no. Il Marsili, situato ad80 kmdalle Eolie e a120 kmdalla Sicilia, è il vulcano sottomarino più grande d’Europa, s’innalza per circa3000 me, in pianta, misura circa 30×70 km, la sua sommità giace a circa500 msotto il pelo dell’acqua. Dopo un lungo sonno sta lentamente riprendendo a eruttare e la nuova fase di attività potrebbe destabilizzare i suoi versanti e scatenare una frana di circa 10 km3 analogamente a quanto fece il Vavilov, altro vulcano posto a qualche centinaio di chilometri di distanza verso NW, qualche migliaio di anni fa quando dai sui versanti si staccò una frana di ben 50 km3. Le onde di tsunami generate dal Marsili, secondo le simulazioni al computer, devasterebbero le coste di Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia nel giro di un’ora dal verificarsi della frana. Le coste dell’Italia meridionale subirebbero tutto l’impatto delle onde, ma una parte dell’energia si dirigerebbe anche in Sardegna e interesserebbe, principalmente, il settore costiero tra Villasimius, Castiadas, Muravera e S. Vito, senza escludere zone più a nord. Il Marsili dista pressappoco420 kma est di Capo Ferrato, ma l’attenuazione del fenomeno con la distanza potrebbe non essere tale da garantire l’incolumità di persone e beni. Uno tsunami di “soli”2 metridurante la stagione balneare potrebbe mietere un enorme numero di vittime, inoltre ciò che più conta non è altezza delle onde in sé, ma la massima altezza raggiunta a terra, detta run-up che, mediamente si aggira intorno a 2 – 3 volte l’altezza dell’onda. In sostanza, uno tsunami di2 mpuò avere un run-up di 4-6 m. Gli tsunami attraversano il Pacifico da una parte all’altra mantenendo intatto il loro potenziale distruttivo. Un maremoto generato in Cile nel 1960 devastò le coste Giapponesi poste a oltre10.000 kmdi distanza. Sfatiamo un altro mito:la Sardegnareca tracce di numerosi maremoti avvenuti nel passato, ma gli studi sono appena iniziati. Per quanto mi riguarda, ho scoperto numerosi indizi che lasciano pensare che Cagliari sia stata colpita da uno tsunami in grado di depositare sulle colline sedimenti a100 md’altezza. Ma non si tratta soltanto di eventi remoti: l’ultimo maremoto che ha interessato l’Isola si è verificato il 21 maggio2003 aseguito di un terremoto verificatosi in Algeria. I Paesi che si affacciano sul Pacifico hanno istituito vari sistemi d’allarme nazionali e internazionali sin dal1946 ingrado di avvisare la popolazione dell’imminente pericolo, alcuni come Cile e Giappone effettuano periodiche esercitazioni che coinvolgono anche la popolazione. In Italia non esiste nulla di tutto ciò, addirittura mancano i fondi per monitorare in maniera continuativa il Marsili. È triste doverlo dire, ma se le autorità latitano occorre una buona dose di fai-da-te se si vuole scampare alla tragedia. Si tratta di poche nozioni elementari da tenere bene in mente con la speranza, ovviamente, di non doversene mai servire. La fortuna, usiamo questo termine, consiste nel fatto che, pur in assenza di sistemi d’allerta, uno tsunami non arriva all’improvviso, ma è preannunciato da un insolito ritrarsi del mare per centinaia di metri che lascia esposti i fondali. Dal momento in cui il mare indietreggia rimangono a disposizione circa 10-15 minuti per abbandonare la spiaggia e fuggire verso luoghi elevati come colline o edifici purché non in legno. In casi estremi anche gli alberi sono un buon rifugio in quanto hanno più volte dimostrato di saper resistere alla furia del mare. Attardarsi a osservare l’insolito spettacolo è letale. Quando all’orizzonte compare una linea luccicante bianca non c’è più tempo per porsi in salvo, nel2004, inIndonesia, molte persone hanno perso la vita in questo modo. Inutile salire su natanti di qualsiasi tipo, ma se ci si trova a bordo di un’imbarcazione troppo distante dalla terraferma, meglio allontanarsi rapidamente dalla costa per affrontare il mare dove i fondali sono più alti e le onde più basse. Non abbandonare il rifugio dopo il passaggio della prima onda, questo per due motivi: primo, perché seguiranno altre onde fra le quali la seconda o la terza raggiungono la massima energia e altezza; secondo perché dopo ogni onda il riflusso può avere energia superiore all’onda di maremoto. L’augurio è che l’attività effusiva del Marsili sia blanda e non si arrivi al collasso dei versanti del vulcano, ma le parole di Enzo Boschi, presidente dell’Ingv, non sono rassicuranti: l’irreparabile potrebbe accadere in qualunque istante.

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15 commenti

  1. Come si suol dire……la ciliegina a sulla torta!!!Ci mancava solo lo Tzunami

  2. complimenti per questo articolo davvero interessante,credo che tutti dovrebbero sapere il fondo di verita’…aggiungo..come al solito in italia i soldi per le questioni importanti mancano sempre..!!!

  3. Le onde di tsunami generate dal Marsili, secondo le simulazioni al computer, devasterebbero le coste di Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia nel giro di un’ora dal verificarsi della frana. Le coste dell’Italia meridionale subirebbero tutto l’impatto delle onde, ma una parte dell’energia si dirigerebbe anche in Sardegna e interesserebbe, principalmente, il settore costiero tra Villasimius, Castiadas, Muravera e S. Vito, senza escludere zone più a nord.

  4. BECCA PRIMA VILLAPUTZU, LA VECCHIA SERALAPIS…

  5. NON SO SE MI SPIEGO…Zone interessate:Villasimius, Castiadas, Muravera, S.Vito…..

  6. ma insomma…..che devo fare io?????rimanere qui nelle Marche…e godermi il terremoto o ritornare in Sardegna e farmi trasportare dalle dolci onde di uno tsunami….mi serve una risposta urgente………….

  7. chiedilo a Marsilli e’ lui che decide

  8. QUESTO VULCANO E’ QUELLO CHE SCATENO’ LO TSUNAMI RESPONSABILE DEL CROLLO DELLA CIVILTA’ SHARDANA/NURAGICA…..

  9. Bene !!!! A Bologna terremoto, vengo in Sardegna Tsunami….non mi sto facendo mancare niente !!!

  10. il rischio è rilevante e concreto ma nessuno, allo stato attuale delle conoscenze, può dire quando e con che magnitudo il Marsili, o peggio il Vesuvio, potrà dare seri problemi alle popolazioni che si affacciano nel Mediterraneo. Il problema esiste ma il rischio è statisticamente meno significativo dell’attuale Governo Cappellacci.

  11. Marsili… sono anni che gonfia… è più distruttivo del Vesuvio… e cresce.

  12. Speriamo che sia solo un rischio e niente di più….

  13. Lorenzo Michieli

    quando i centri si mettono in moto, dando informazioni scientifiche di un mutamento naturale della terra, sempre sono credibili…..non hanno resa economica ha diffonderla……Quello che non possono affermare è quando ? tra un anno ? dieci ? cento ? ma sicuramente la natura farà il suo corso. Il vulcano si sveglierà e creerà un’onda. Alta quanto ? dicono venti metri…potrebbe essere. l’onda in superficie è di più di quella parte sotto di lei e quando troverà una battimetrica con lento declivio, la parte inferiore dell’onda si fermerà e la parte superiore aumenterà notevolmente, portando sulla costa un’onda di altezza maggiore. Se l’onda generata dal movimento tellurico si rivolga verso le coste meridionali…non so….quello che conosco il movimento è circolatorio, verso i 360 gradi. Pertanto l’onda potrebbe anche essere diretta verso la costa orientale della sardegna. Ma avremo certamente molto intensamente l’onda d’urto sismica sul territorio. Questo sarà u movimento ondulatorio, non sussultorio come avviene nei terremoti tradizionali. I danni saranno rilevanti per l’intera sardegna……tenendo conto il non avendo mai costruito con soluzioni ani sismiche. Questo ci dovrebbe insegnare a fare prevenzione sui comportamenti delle persone per avere più margine di sicurezza.
    vi chiedo scusa , sopratutto ai tecnici, ma questo e’ ciò che sapiamo…grazie dell’attenzione lorenzo michieli budoni

  14. COME CHE CI SIA SOLO IL MARSILI, MA AVETE MAI SENTITO PARLARE DEL MAGNAGHI E DEL VAVILOV? CHE SONO ENTRAMBI VICINISSIMI A NOI? E POI L’IDIOTA CHE HA SCRITTO L’ARTICOLO, DOVREBBE SPIEGARMI CHE MINKIA CENTRANO VILLASMIUS, E CAGLIARI? E’ SOLO LA COSTA ORIENTALE DELLA SARDEGNA A RISCHIO ELEVATO TSUNAMI, PER VIA DI EVENTUALI GRANDI FRANE SOTTOMARINE CHE POTREBBERO SVILUPPARSI A CAUSA DI TUTTI QUESTI VULCANI SOTTOMARINI, MANON PARLANO CERTO DI VILLASIMIUS, O CAGLIARI, INFORMATEVI PRIMA DI PUBBLICARE MINKIATE

  15. Manuela Melys, non so se mi spiego, tiratela di meno, perchè non centrano un cavolo, villasimius, e gli altri, e la costa orientale a rischio. po caridade

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