LETTERA CONTINENTALE (I SARDI EMIGRATI OGGI, SONO ANCORA DISCRIMINATI AL LIMITE DEL RAZZISMO?)


di Valentina Usala

Discendo da una famiglia di pastori, i miei avi abusavano delle loro pecore, le preferivano alle donne. Io la mia stirpe siamo nati per opera dello Spirito Santo. Oggi producono formaggio che tu mangi, senza nemmeno lavarsi le mani. Mio nonno era bandito e pure latitante. Si faceva grande tenendo un fucile in spalla, un coltello in tasca e minacciava gli stranieri di morte. Riconosci che sono sarda perché raddoppio le consonanti e posticipo il verbo a fine frase: ti piace imitarmi? Siamo terroni, anche se la nostra terra bruciata dall’ignoranza non ci concede grosse risorse economiche. Mio padre emigrato è arrivato al nord con la valigia di cartone, quando qui il lusso padroneggiava. E’ un cafone, che si è arricchito coi soldi che tu gli hai concesso. Siamo bestie, rozzi e sporchi. Puzziamo anche di selvatico. Siamo cattivi, meglio starci alla larga. Siamo sardi. Stranieri. Il mio essere sarda non ha nulla a che vedere con la tua mentalità. Essere sardi è una priorità di vita. I sardi emigrati s’imbattono anche in queste circostanze discriminatorie. Ne ho citate alcune, facendomi protagonista. Abbiamo la pelle olivastra, i capelli neri, i baffi, e ti guardiamo a testa alta, per via della statura. E non solo. Cammino a testa alta, perché il mio orgoglio è sardo e di nulla mi vergogno. Parliamo delle tue vacanze? Il culo a mollo nel mio mare viene a metterlo anche quest’anno? Ambisci a mete in voga, per potertela così tirare con gli amici, in uno dei tuoi locali alla moda. E grazie a gente come te, questa è Sardegna agli occhi altrui. Certo!  Ma posso dire di amare ancor di più la mia Terra. Di esserne gelosa e di difenderla dagli attacchi esterni. Che ci vuoi fare! Siamo sardi. Ricordati sempre che di sola polenta non si vive. E quando il tuo popolo forgiava le corna per gli elmi, il mio aveva già sviluppato una sua cultura.

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7 commenti

  1. Massimiliano Perlato

    Vale, pubblicato il tuo scritto che personalmente, nella sua durezza, non condivido. Ma si potrebbe aprire un dibattito su questo…

  2. Associazione Un Ponte fra Sardegna e Veneto (Noale)

    Ci piacerebbe capire i retroscena di questa presa di posizione che, giusta nel principio e nei valori che intende difendere e tutelare, sembrerebbe, a tratti, quasi rasentare l’autolesionismo ed alimentare ancor più certe becere dicerie e bassi luoghi comuni … ma forse ci sfugge qualcosa. Valentina Usala, noi ti stimiamo ed apprezziamo, per questo ti chiediamo: aiutaci a capire meglio. E’ importante!

  3. Temi vecchi e ripetuti….ora gli indiani e pachistani piu’ scuri di pelle di noi sono apprezzattissimi in europa,come ingegneri,tecnici informatici etc….smettiamo di lamentarci prepariamoci seriamente nelle varie professioni e competiamo con gli altri….

  4. Valentina Usala (Tortona)

    Quel che ho scritto fa riferimento a ripetute e ripetute battutacce, alle quali ho voluto rispondere nella maniera che più mi soddisfa. Scrivendo. Ben venga qualsiasi commento, chiunque voglia dire la sua, ma il mio resta uno sfogo su carta che non pretende nulla. Si dice che il troppo stroppia e questo troppo l’ho impresso su carta. Grazie per la pubblicazione, Max.

  5. Giovanni Deias (Pisa)

    dopo aver letto l’articolo, ho pensato che fosse uno sfogo ed infatti…

  6. Sono contento che la sottospecie umana che è solita scrivere questa miriade di cazzate autorazziste, autolesioniste, che denotano un complesso di inferiorità. ed una sequela di falsi stereotipi inventati da qualche italiota ancor più complessato che ha nei secoli passati appioppato alla mia gente caratteristiche che a loro venivano riserbate in America ecc, appartenga sempre a quei sardi (non degni di tale nome) che hanno lasciato questa terra, non meritate di definirivi sardi, e grazie a dio ve ne siete andati da questa terra, fatta di persone migliori di voi, più consapevoli e orgogliosi di loro stessi.

  7. Dobbiamo cercare di sviluppare la conoscenza della nostra cultura e della storia nuragica ed evitare parole aggressive, come in questo caso nel testo tu poni. È vero che ci sarebbe tanto di cui arrabbiarsi, ma creare conflitti con stranieri credo sia poco produttivo, meglio dialogare e interessare gli altri creando un ponte.

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