IL DIALOGO CON LE NUOVE GENERAZIONI ALL'INTERNO DEI CIRCOLI SARDI: LA MIA ESPERIENZA ALL'ASSOCIAZIONE "GRAZIA DELEDDA" DI PISA

Giovanni Deias è stato sei anni Presidente del "Grazia Deledda"


di Giovanni Deias

Dopo aver dedicato i miei sei anni di presidenza alla valorizzazione dei giovani, alla trasparenza e alla corretta gestione dell’associazione, basata su regole certe, la lettura del  numero 449 ed in particolare l’articolo a firma di M.A. Divona mi ha sinceramente sconcertato. Non è possibile che, ancora oggi, possano avvenire i fatti descritti che rischiano di compromettere il futuro di una associazione. Mi pare evidente, anche se non dichiarato esplicitamente, che quanto accaduto sia conseguenza della mancanza di trasparenza, di regole certe e poca attenzione verso il ricambio generazionale. Ecco perché vi dico quello che ho fatto subito dopo essere stato nominato presidente. Mi sono subito dedicato alla modifica dello Statuto perché, a mio avviso, conteneva degli articoli che ostacolavano il rinnovo della dirigenza e la presenza di giovani negli organi di rappresentanza. Per tale ragione, ho proposto di inserire il limite di due mandati consecutivi per la carica di presidente (quindi a me stesso) e la elezione dei delegati giovani e donne. Da precisare che sono  i giovani ad eleggere il loro delegato e così pure le donne e non l’intera assemblea. I delegati, per dare il senso della piena responsabilità, hanno lo stesso obbligo di presenza dei consiglieri alle riunioni del Direttivo. Infine, lo Statuto è stato integrato con un regolamento di attuazione ed un regolamento elettorale. Ritengo che queste norme dovrebbero essere presenti in tutte le associazioni mentre mi risulta che in diverse manchi il regolamento elettorale ed in altre i delegati siano nominati dal presidente. Il regolamento elettorale deve prevedere parametri precisi per la candidatura e limite di tempo entro cui questa si debba presentare. Impensabile che una persona possa essere eletta senza candidatura ed altrettanto impensabile la situazione di “presidenza congelata”. Devo dire che  le mie proposte non sono state immediatamente accolte perché prevaleva il concetto della rieleggibilità all’infinito. Ho dovuto fare opera di convincimento e con santa pazienza ho dimostrato che la norma deve essere caratterizzata dalla astrattezza e che, per evitare che in futuro si possano verificare situazioni di “presidente-padrone”, fosse necessario e indispensabile avere uno strumento di garanzia. Devo dire che lo Statuto è stato modificato come da me proposto e questo con mia grande soddisfazione. Ho altresì invitato alcuni giovani ad entrare negli organi direttivi e questo mi è costato le ira dei meno giovani che hanno dovuto cedere il passo, non importa. Tutto questo per dire che se ci crediamo veramente, se siamo convinti che operiamo per il bene comune, ebbene troviamo la forza per fare la cosa giusta. Devo purtroppo dire che ho sentito spesso presidenti dire “se non mi candido io, nessuno è disposto a fare il presidente” ed io “tu non ti candidare e vedrai che qualcuno lo farà e se nessuno lo farà dovrai essere tu ad individuare la persona giusta”.

Ma torniamo al perché leggere che un/a giovane si disimpegna mi rattrista non poco. I giovani sono il futuro delle associazioni, senza giovani le associazioni possono già chiudere perché sono destinate a scomparire. Ma perché un giovane si allontana? Penso che forse non siano state adottate delle semplici attenzioni o non ci siamo posti delle domande, per es. perché  un giovane si avvicina all’associazione,  cosa si aspetta e vuole “produrre” e cosa cerca per sé?  Ecco perché diventa di primaria importanza l’accoglienza e l’inserimento quindi dargli gli strumenti per affrontare eventuali difficoltà lasciando spazio alla sua creatività, alle sue capacità, alla sua vivacità. Non dobbiamo aver paura delle loro idee anzi ben vengano. Bisogna creare la sfera affettiva tra i giovani e i meno giovani affinchè gli uni beneficino dell’esperienza acquisita dai meno giovani e questi possano contare sulla vivacità, sul dinamismo, sulla voglia di affermarsi dei giovani. Succede sempre così? Non credo. Ho visto progetti per giovani creati da persone ben avanti in età quindi non adeguati alle loro aspettative, gruppi di giovani che vorrebbero fare ma che non possono fare, giovani esclusi dai progetti culturali e chi più ne ha…. Io non ho la presunzione di avere la ricetta magica per aggregare i giovani all’associazione ma se la nostra associazione ha un bel gruppo di giovani una ragione ci sarà, probabilmente il ns Direttivo attua una politica che va incontro alle loro aspettative. Per fare un esempio concreto, cito solo l’ultima iniziativa che abbiamo appena concluso “Sa Die de sa Sardigna” di cui sono referente. In questo progetto i giovani sono stati presenti dalla fase di progettazione, allo sviluppo, all’attuazione ed ora alla rendicontazione. Credo che la gratificazione sia un elemento centrale nell’offerta di proposte concrete di impegno ai più giovani. Posso affermare che la fiducia riposta in loro è stata oltremodo ripagata e questo loro lo sanno e penso che ciò possa essere determinante nella loro scelta di continuare a svolgere del volontariato.  A tutte le associazioni un invito: accogliete i giovani e date loro la massima fiducia. Non ve ne pentirete.

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3 commenti

  1. Mi complimento sinceramente con questo illuminato Presidente. Se fossi ancora a Pisa, dove ho studiato, mi sarei sicuramente iscritta a questo Circolo ed avrei dato loro il mio sostegno ed il mio contributo.

  2. Massimiliano Perlato

    Io sono vivamente convinto che la Federazione ha l’assoluto dovere di intervenire in casi come quelli che hanno coinvolto Adelasia Divona perchè come dici tu Giovanni, si sta mettendo a repentaglio il futuro delle associazioni sarde. Invece non lo farà perchè a suo dire, avrà altro a cui pensare (magari di più importante???). E intanto sprofondiamo sempre più e soprattutto perdiamo risorse umane di straordinario valore come quelle dell’amica Adelasia che oltre tutto sta subendo anche l’umiliante campagna denigratoria da parte del suo (a questo punto ex) circolo.

  3. Maria Olianas

    Io che ora sono diversamente giovane , dopo aver dato l’anima per il circolo Sardegna di Bologna e questo nessuno osera’ negarlo ,mi sono allontanata e non frequento, tutto cio’ dopo lunga analisi e consapevolezza che posso essere utile in altri luoghi e per altro tipo di volontariato , sto cosi evitando malumori , litigi, angherie e musi lunghi ho deciso con serenita’ di frequentare altri circoli dove la gente e’ felice , sorride e non e’ ghettizzata dietro un tavolo ricoperto di carte. Quei pochi passaggi che faccio al circolo noto che tra 200 e oltre soci sono sempre 12 persone a frequentare , non vedo nessun giovane aggirarsi nei meandri del circolo e io il perche’ lo so peccato che non lo capiscano i dirigenti che si definiscono gruppo coeso con grandi capacita’ dirigenziali.
    Che tristezza !!!!

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