IL METANO E' DEI SARDI E NON DEI MORATTI: IL PROGETTO ELEONORA DELLA SARAS PER LA RICERCA DI IDROCARBURI NELL'ORISTANESE

la conferenza a Oristano con l'onorevole Mauro Pili


“Se c’è metano è dei sardi, non della Saras. E se ci fosse qualsiasi giacimento energetico sono i sardi che lo devono gestire e non multinazionali dedite da sempre alla speculazione sulla Sardegna. Quel permesso ciclopico che ipoteca un’intera provincia a favore della Saras va revocato senza perdere un giorno di tempo. Non ci sono solo questioni di impatto ambientale e autorizzazione paesaggistica, c’è soprattutto una questione di fondo: non si possono consentire altre scorribande dei predoni dell’energia in Sardegna. La Saras si è comportata alla pari dell’Enel e di E.On speculando come non mai sul costo dell’energia per i sardi. Non ci sono ragioni per consentire questo scempio della nostra autonomia e del nostro territorio”. Lo ha detto il deputato sardo Mauro Pili nel corso di una conferenza stampa per illustrare le azioni e le iniziative parlamentari per contrastare il progetto di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nella provincia di Oristano. Alla presenza di amministratori comunali e provinciali, Pili ha annunciato l’avvio di una istanza popolare per la revoca dei permessi di ricerca alla Saras e della presentazione di una proposta di legge popolare regionale “per disciplinare le risorse primarie energetiche regionali impedendo che Enel, E.On e la stessa Saras possano dai possibili giacimenti di metano alle centrali idroelettriche continuare a lucrare e speculare sulla testa della Sardegna e dei sardi”. “Per colpa della Saras – ha detto Pili – siamo usciti dall’obiettivo Uno dell’Unione Europea, paghiamo il gas in bombole con costi che fanno sorridere gli speculatori, il carburante è tra i più cari d’Italia, non c’è motivo alcuno per fare l’ennesimo regalo alla Saras. E’ inspiegabile come sia stato possibile concedere una superficie di ricerca mineraria di 44.000 ettari comprendenti integralmente ben 18 comuni. Tutto questo non capitava nemmeno nel medioevo. E con un insulto alla storia il progetto è stato intitolato ad Eleonora d’Arborea proprio colei che aveva disciplinato il divieto di scorribande sul territorio sardo”. “La dichiarazione di un dirigente della Saras che ha affermato che la Regione avrebbe un guadagno di royalties da un milione a tre milioni all’anno sono ridicole quanto offensive. Chi pensa con questa mentalità da mercante di tappeti non può avere nessun tipo di ascolto da parte della Regione. Solo con i danni perpetrati alla Sardegna quella cifra non basterebbe al giorno per i prossimi dieci anni”. “Bisogna revocare urgentemente i permessi per le palesi contraddizioni intervenute sull’iter – ha sostenuto Mauro Pili – considerato che negli atti della Regione ci sono posizioni diametralmente opposte e che costituiscono erroneamente e illegittimamente i presupposti con i quali sono stati rilasciati i permessi minerari di ricerca”. “Il permesso di ricerca rilasciato alla Saras per il progetto Eleonora è illegittimo – ha ribadito Pili – perché rilasciato sul falso presupposto che non incideva sul piano ambientale, paesaggistico e archeologico. I 44.300 ettari, invece, costeggiano la straordinaria vestigia di Tharros e comprendono aree di massima tutela ambientale, naturalistica e paesaggistica. Quei permessi sono stati rilasciati con presupposti errati smentiti ora dalla stessa Regione. Il progetto di Arborea non può essere valutato perché mancano di fatto i presupposti della titolarità del permesso di ricerca e va rispedito al mittente”. “Sono stati omessi tutti i presupposti senza tener conto di implicazioni ben più rilevanti che ora vengono alla luce. La decisione postuma da parte della Regione di avviare la procedura di VIA per la ricerca di gas e petrolio – sostiene il parlamentare sardo – rende nullo di fatto il permesso di concessione, in considerazione delle criticità legate, principalmente, all’ubicazione dell’intervento in aree ad elevata sensibilità ambientale, con particolare riferimento al fatto che l’area di cantiere ricade all’interno della fascia costiera”.

 

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6 commenti

  1. Giorgia Mascia (Serramanna)

    prima è a favore del galsi , poi ora dice che eventualmente ci fosse del metano sarebbe di proprietà dei sardi non della saras ..ma che giro sta facendo sig. pili??

  2. Altra storia che ha dell’incredibile,
    A parte quello che dice pili, non vi sembra a tutti che è ora
    che la Sardegna si dia una vera SVEGLIATA??????????

  3. Giampaolo Pinna

    Sg.na Mascia….Pili e come quei cani che girano intorno.. cercando di mordersi la coda..e in piu’; un CANE CHE ABBAIA TROPPO NON MORDE!!
    questi sono i nostri politici in Sardegna….incapaci da oltre 50anni di risolvere i veri problemi dell’isola..
    DISTINTI SALUTI!!!!

  4. non si puo’ rischiare sempre sulla pelle dei lavoratori e di chi produce in quelle terre……

  5. Antonio Floris

    Magari ci fosse il metano in Sardegna! Mauro tu diventeresti il capo della rivoluzione di tutti i sardi affinchè il metano andasse ai sardi e non alla SARAS

  6. si ma se ce il gas in sardegna c’era anche da prima ora che qualcuno lo vuole cercare tutti il bastone tra le ruote

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