LA CHIUSURA DEL CIRCOLO "NUOVA SARDEGNA" DI PESCHIERA BORROMEO: DA PRESIDENTE, VI SPIEGO PERCHE' …

l'autrice dell'articolo è Presidente del circolo "Nuova Sardegna" di Peschiera Borromeo


di Elena Bacchitta

Vi presento una relazione sugli ultimi avvenimenti del Circolo “Nuova Sardegna” di Peschiera Borromeo. L’obiettivo è quello di dare risposte a coloro che si sono chiesti perchè un Circolo chiuda, e dare risposte a tutti coloro che, senza conoscere i fatti, o conoscendoli solo in parte, si sono espressi in Internet attraverso i social network, e hanno agitato gli animi o sono stati fraintesi. La storia di questo Circolo parte da lontano: è sempre stato sede di grandi emozioni, di grandi eventi, ma anche di grandi conflitti. Come Presidente arrivai 3 anni e mezzo fa in un clima di grande agitazione, nel quale il circolo era già sul bivio della chiusura. La premessa necessaria è che il Circolo è stato commissariato dalla Fasi per ben due volte, ed è proverbiale, presso la FASI, la conflittualità dei suoi componenti. Arrivai a Novembre 2009: in particolare non c’erano candidati alla Presidenza. Dichiarai che avrei fatto il Presidente ma che avevo bisogno di tutti i coadiuvanti possibili, perchè lavoro dalle sette la mattina alle nove di sera. Potevo occuparmene giusto nel tempo libero, sperando nella partecipazione di tutti alle attività. Mi fu risposto di stare tranquilla perchè mi avrebbero aiutato in tutto. Sono stata un Presidente responsabile, molto attivo perchè ho rilanciato il Circolo come associazione culturale, e sempre presente nonostante i miei impegni.. Ho fatto tantissime iniziative, molte delle quali di alto spessore culturale, che ci hanno fatto conoscere presso associazioni del territorio, presso personaggi regionali e nazionali, e ci hanno consolidato come associazione sul territorio, grazie alla mia attività e agli ottimi rapporti con le altre associazioni e con le Autorità. I miei soci però apprezzavano poco gli sforzi di fare diventare il Circolo Nuova Sardegna un Circolo culturale vero e proprio esattamente come da Statuto: per noia e per inerzia avrebbero preferito mantenere le vecchie abitudini e cioè vivere il circolo come un luogo di ritrovo piuttosto che come un ambiente stimolante di cultura sarda: molti di loro inoltre, per ragioni di anzianità consideravano il circolo come “domo”, e si permettevano di osteggiare le decisioni del Direttivo, o di chiedere che le stesse non fossero applicate a loro. Poco propensi a seguire il coordinatore, desideravano un Presidente che li assecondasse in tutto, che continuasse il loro passato, e che fosse abbastanza tranquillo da chiudere un occhio e a richiesta tutti e due.  Le cose non erano così, ovviamente, e questo fu fatto capire da subito.  Ma anche all’interno dell’originario Direttivo vi erano persone che iniziarono ad avanzare delle proposte molto strane. Nell’Aprile 2011, due membri del direttivo il Tesoriere e il Vicepresidente fecero mettere in o.d.g. la chiusura del Circolo adducendo che non c’era più la voglia di associarsi rispetto al passato, che non vi erano giovani per il ricambio generazionale, che il Circolo era un’attività costosa in termini di lavoro, tempo e denaro, (vedi i costi della Sede), e che secondo loro, data la crisi del lavoro in Sardegna, noi avremo dovuto chiudere per fare risparmiare i soldi alla Regione,e dare a quei soldi una migliore destinazione, quale aiutare le famiglie dei cassintegrati. Tutto molto nobile da parte loro, ma il Direttivo diede parere contrario e votò per la continuazione del Circolo: I due consiglieri si dimisero: il Vicepresidente nell’estate 2011, e la tesoriera a Novembre 2011.  In seguito i due membri furono cooptati con altre persone legalmente elette dalla Assemblea straordinaria. Purtroppo però il numero dei Consiglieri compreso il Presidente era di 7 membri, il minimo numero per Statuto, e uno di essi si era già dimesso, poi queste altre 2 dimissioni avevano fatto traballare il circolo. Per fortuna le persone che si erano succedute, erano nuove, culturalmente molto più evolute della media, e soprattutto non si lasciavano scoraggiare dalle difficoltà. Ovviamente erano state debitamente elette dall’assemblea. Tutto questo però poteva ancora stare in piedi finchè non è arrivata la situazione che ha fatto precipitare le cose. A giugno 2012 la Regione Sardegna dirama un comunicato nel quale si dichiara che l’assessorato al Lavoro, da cui dipendiamo  come Cultura, non può garantire i pagamenti dei ratei dei finanziamenti per la Legge di Stabilità. Quindi nonostante che i finanziamenti fossero stati approvati, non erano in grado di garantire i relativi pagamenti perchè il patto di stabilità impone che gli importi in pagamento non superino certe cifre. L’assessorato al lavoro, come sapete tutti, ha i suoi problemi legati alla crisi del lavoro in Sardegna, e in uno scenario economico, i nostri ratei sono da ritenersi secondari rispetto alle famiglie che hanno dei gravi problemi lavorativi in Sardegna. Tuttavia la notizia impatta molto sul Circolo che ha un contratto d’affitto con un privato, regolarmente registrato, ma che ci impegna con dei ratei trimestrali, e soprattutto, la notizia arriva in un momento in cui noi attendevamo i contributi di li’ a due mesi. Si decide a Direttivo di convocare una Assemblea straordinaria per fare conoscere a tutti i soci la situazione. Già questa decisione produce molte polemiche da parte di alcuni, che la ritenevano non necessaria, perchè ci sarebbero state poche persone dato che molti vanno in Sardegna per le vacanze estive. Eravamo però a fine giugno e l’assemblea si doveva fare il 7 Luglio. Li  convinco che non è così, molti dei nostri sono ancora qua, e comunque è giusto comunicare la situazione, e scrivere un comunicato di esito dell’Assemblea sul nostro sito Internet. Si convoca l’Assemblea straordinaria il 7 Luglio 2012 in un clima di grande tensione. In quella sede, a cui parteciparono 25 soci (su una base sociale di 125 soci iscritti 2012),  si diedero le informazioni e si presero anche delle decisioni importanti: Avevamo proposto, per la continuazione del Circolo, di fare un accordo con una altra associazione e di condividere le spese di gestione facendo un accordo che coinvolgeva il nostro padrone di casa e noi, e che ci avrebbe dato un po’ di ossigeno se la decisione della Regione Sardegna si fosse avverata in modo negativo. L’assemblea diede mandato al Presidente di fare l’accordo con l’AUSER, al quale la Presidente si impegnò tutta l’estate. L’accordo si scrisse di comune accordo con l’altra associazione e a settembre era pronto. Mancava solo la ratifica da parte del Direttivo. Ma un’altra nuvola stava arrivando all’orizzonte: in quella sede del Direttivo, proprio quando si doveva ratificare l’accordo, un consigliere presentò le sue dimissioni. Il problema era che era il quarto dimissionario da quando il Direttivo si costituì, e per Statuto, degli originari eletti non si può scendere sotto la metà, nonostante che nel tempo i soci usciti fossero stati sostituiti. Con le ultime dimissioni, questo Direttivo veniva esautorato e per Statuto dovevamo, entro 30 gg, convocare nuove elezioni. Cosa che è stata fatta. Ovviamente in un periodo di reggenza il Presidente non ha potuto firmare l’accordo con l’Auser, essendo stato il principale nodo della questione. Inoltre con un Direttivo esautorato non si poteva firmare un accordo di straordinaria amministrazione. Quindi a bocce ferme, abbiamo convocato le Elezioni e l’Assemblea straordinaria, per la prima domenica di dicembre.  La beffa è che per due mesi abbiamo atteso invano che qualcuno si candidasse, ma non vi fu nessuna candidatura. Seguì a dicembre l’Assemblea straordinaria che dovette prendere atto che le elezioni erano andate deserte e che in assenza di candidati, il Direttivo uscente era obbligato a restare in carica, e che mancando il ricambio del Direttivo mancava la volontà di continuare.  Si rendeva necessario chiudere la sede perchè troppo onerosa. Ma una cordata di soci chiese del tempo per trovare candidati e un socio, si prese l’impegno di fare la festa di fine anno e trovare il nuovo Direttivo. L’Assemblea di Dicembre 2012 co
ncesse questa possibilità,  fissò le nuove elezioni il 13 gennaio 2013 e diede mandato al socio di fare la festa di fine anno e cercare Consiglieri per il Direttivo. Il socio si dimise dall’incarico dopo 2 settimane, dichiarando che non aveva trovato candidati, e che non sarebbe riuscito nemmeno a fare la festa di fine anno: non c’era più interesse nè disponibilità a lavorare per l’associazione. La stranezza è che nemmeno lui si candidò, e quindi le Elezioni, fissate per il 13 gennaio 2013, andarono deserte per la seconda volta. L’assemblea del 13 gennaio 2013 che avrebbe dovuto nominare il nuovo Direttivo, dovette prendere atto, per la seconda volta, che  non era possibile procedere al rinnovo del Direttivo, e che per motivi di scarsità di fondi, si rendeva necessario procedere alla chiusura della sede sociale. L’assemblea votò per la chiusura dei contratti, in particolare della disdetta del contratto d’affitto che andava inviata 6 mesi prima al padrone di casa. A valere del 16 Luglio 2013 il Circolo Nuova Sardegna non avrà più la sede fisica in via Don Sturzo snc, ma in altro luogo da decidersi. Quindi, alla domanda fatta  su Facebook: “è stato fatto tutto il possibile per “salvare” l’Associazione?”  La risposta è positiva, lo potete valutare voi stessi, a meno che non si trovi un benefattore che desidera investire sul Circolo, faccia il Presidente, abbia dei quattrini per dare stabilità all’Associazione, e tempo e pazienza per dedicarsi al circolo e ai soci 24 ore su 24.

 

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4 commenti

  1. Carlo Casula (Vimodrone)

    Finalmente fatta tanta chiarezza su una situazione antipatica venutasi a creare. Cara Elena ti capisco e pur non trovandomi nelle tue condizioni posso solo confermare che il ruolo di Presidente di un Circolo pur sembrando la cosa più semplice e stupida che ci possa essere è tutt’altra cosa, infatti ogni tre per due oltre che alla presenza,mediazione, programmazione ecc, ti devi assumere Grandi responsabilità provare per credere please.

  2. Virgilio Mazzei (Genova)

    Cara Elena, hai fatto benissimo ad illustrare, meglio chiarire, le circostanze che hanno portato alla chiusura il Circolo di Peschiera Borromeo. Ora si è capita la situazione. Penso, senza entrare nel merito, che di fronte agli ostacoli che si sono presentati, voluti o casuali, vi fosse poco spazio per un dialogo costruttivo, che stando al contenuto della tua relazione, mi sembra che tu lo abbia cercato in diverse maniere. Un cordiale saluto.

  3. Brava Elena, chentz’atteru has a tennet meritos, ma a ligere sa litera tua,
    paret chi no esistat prus nemos.Chi no siat po cussu chi ses abarrada sola?

  4. Beniamino Ghiani

    Cara Elena, hai fatto benissimo a chiudere il circolo. eri rimasta sola e quindi non avevi altra scelta.
    Avrei da contestare molto di quello che scrivi ma preferisco metterci una pietra sopra.
    Consentimi però un unica osservazione: Un presidente che si rispetti usa sempre il plurale. "Noi abbiamo fatto, noi abbiamo sbagliato". Nel tuo caso invece "io ho fatto, voi avete sbagliato o non avete fatto".
    In realtà credo che la causa della chiusura del circolo sia in maggior parte da attribuire a noi del direttivo regolarmente eletto. Invece di dimetterci noi avremmo dovuto dimettere la Presidente. Saremmo rimasti un circolo in cerca di un presidente nuovo invece che un presidente senza piu ne circolo ne soci.
    Riguardo alla FASi da loro mi sarei aspettato un impegno decisamente maggiore. Per esempio la nomina di un reggente con il compito di trovare un nuovo gruppo dirigente. Non sarebbe stato cosi difficile.
    Un giorno, quando gli animi si saranno calmati scriveremmo la vera storia della chiusura del Circolo.
    Fine delle trasmissioni.
    F.to Beniamino Ghiani
    Ex vicepresidente ("che non ha mai fatto nulla")

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