SUSSURRARE LA PAROLA SCUDETTO.. LA DINAMO "BANCO DI SARDEGNA" SASSARI E' LA NUOVA REALTA' DEL BASKET ITALIANO


di Giampiero Marras

Da matricola, due stagioni fa, è stata la sorpresa. L’anno scorso una conferma e una rivelazione. Adesso la Dinamo Banco di Sardegna è la nuova realtà del basket italiano. Ha chiuso il girone d’andata al secondo posto, due punti appena dietro Varese. La differenza con la capolista è in fondo di un solo canestro: in terra lombarda è finito sul ferro il tiro della vittoria di Vanuzzo. Particolare non secondario: Sassari ha saputo battere nel girone d’andata le Big Three delle scorse stagioni, i tre club che occupavano costantemente il podio e duellavano per lo scudetto. Ai pluricampioni italiani della Montepaschi Siena (6 tricolori di fila) i biancoblù hanno addirittura rifilato 30 punti (96-66) in una gara che il coach Meo Sacchetti ha descritto così: «storica per il basket sardo. Una partita dove non solo abbiamo fatto tanto canestro ma abbiamo anche fatto 10-15 difese di un livello superiore. Ad un certo punto mi sono divertito anche io a guardare la squadra». Il colpaccio di Milano (80-86) è il terzo da quando Sassari è nella massima serie e dimostra quindi che ormai la Dinamo gioca alla pari con le “scarpette rosse”. L’unico successo veramente sofferto è quello in casa contro Cantù: 65-64 con “buzzer beater” di Drake Diener. Ecco perché ora in città e nell’isola si parla di scudetto. Il presidente Stefano Sardara è cauto: «Non ci fossero i playoff sarebbe un altro discorso, ma nei playoff si giocherà al meglio delle sette partite già dai quarti e alla lunga chi ha un organico con tanti cambi di qualità lo fa pesare. Noi continuiamo a pensare ad una gara per volta». Ciò non toglie che il Banco punti alla vetta e faccia anche un pensierino alla Final 8 di Coppa Italia (in febbraio al Forum di Milano) che la vedrà affrontare nel primo turno la bestia nera Brindisi, che si è classificata seconda. Mentre, se ottiene la semifinale, se la vedrà con la vincente tra Siena e Reggio Emilia. Del resto lo stesso Meo Sacchetti chiede al 2013 un miglioramento dei risultati. E questo implica una Dinamo che magari riesce a raggiungere la finale scudetto e almeno la semifinale di Coppa Italia.

Squadra vera – Il girone d’andata di quest’anno è la prosecuzione ed evoluzione del girone di ritorno della stagione passata, quando Sassari chiuse al quarto posto grazie alle 12 vittorie in 16 turni. Adesso ha girato la boa con 12/15. Il totale è impressionante: 24 successi in 31 gare. Ruolino di marcia da grande squadra. Avere confermato i due cugini Diener (Travis è il re degli assist, Drake va sempre in “doppia cifra”), il lungo Easley (tra i più precisi del campionato nel tiro da due) e il blocco degli italiani (Pinton, Devecchi, Brian Sacchetti e Vanuzzo) ha consentito di dare continuità e stabilità al gruppo, migliorato poi con gli innesti di Thornton e Ignerski. A proposito di conferme: se l’anno scorso il presidente Sardara aveva prolungato il contratto del coach Sacchetti sino al 2014, adesso la società biancoblù vorrebbe fermarlo sino al 2016 o anche 2017. E del resto pure l’ingaggio del diciottenne lungo Amedeo Tessitori (girato in prestito a Forlì in Legadue dove ha già sfoderato ottime gare) va nel senso di un progetto a lunga scadenza. Ora la Dinamo Banco di Sardegna deve cercare di replicare i risultati nel girone di ritorno, in un campionato dove diverse squadre sono tornate sul mercato con l’obiettivo di rinforzarsi. Vale per le formazioni che vogliono evitare la retrocessione (Pesaro, Cremona e Biella), sia per quelle che aspirano al vertice (Milano e Cantù). Sassari invece non ha bisogno di ritoccare nulla, anche per non turbare quel perfetto equilibrio tra serenità, ambizione e convinzione creato da staff tecnico, dirigenza e tifosi.

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Un commento

  1. E’ uno squadrone, vedere giocare quei due Diener è uno spettacolo. Solo pochi anni fa la mia Ferrara era in A1 e Sacchetti junior era dei nostri. lo ricordo bene. solo che mentre voi avete una società che ha saputo trovare grandi giocatori, la nostra ha saputo solo disfarsene anche quando volevano restare ed è scomparsa. ben ci sta e auguri a voi.

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