BECCHI E BASTONATI! I CIRCOLI DEGLI EMIGRATI SARDI UNA RISORSA GETTATA ALLE ORTICHE: E L'ESTATE PROSSIMA TUTTI IN VACANZA A SHARM EL SHEIK

 

nella foto di Amedeo Poddi, l'autore dell'articolo che è Presidente del circolo "Sebastiano Satta" di Verona


 
di Maurizio Solinas

L’INDIGNAZIONE. La fame, si dimentica, fu il motore dell’emigrazione, ha fatto sì, siano più i sardi fuori dalla Terra natia, che quelli sul suo suolo. Se costoro se ne fossero, strafregati di parenti, amici e più in generale della sorte dei rimasti in Sardegna, oggi l’Isola sarebbe più vicina alla Tunisia che all’Europa. Certamente più ricchi, se avessero goduto diversamente le centinaia di milioni di lire, invece di mandarli in Sardegna, si chiamavano “rimesse dall’estero”. Oggi, cosa continuano a fare? La stessa cosa: sotto altra forma ma mandano sempre Euro. E soprattutto chi? Noi. Quelli organizzati nei circoli!

LO SCIOPERO DEL RIENTRO. Presidente Cappellacci, Assessore Crisponi, provate a pensare se organizzassimo lo sciopero del “rientro”: l’estate prossima tutti a Sharm el Sheik o Marsa Alam, alle Baleari o alle Canarie, spenderemmo certamente meno, staremmo altrettanto bene con la pancia al sole, festeggiati e ringraziati. Ai parenti manderemmo una cartolina di saluti. A essere ancora più cattivi, agli amici e conoscenti, potremmo dire, venite con noi in Egitto, costa meno di trasporto e di soggiorno, c’è il mare più caldo e la barriera corallina, con la crisi in atto, ci garantiamo altrettante belle ferie e risparmiamo. Ironicamente, un vantaggio ci sarebbe: nessuna ressa nei porti per la Sardegna, zero aereo bis, nessun inquinamento umano di “pidocchiosi” sulle spiagge. Tutto più ordinato e tranquillo a favore del turismo “chic” che lascia i soldi in Continente; la “continuità territoriale” una rogna in meno, ma anche meno posti di lavoro per il “bene” dei giovani ai quali si tiene tanto (a chiacchiere), e si spalancherebbe loro ancor più la porta dell’emigrazione (così si assicura il ricambio generazionale nei circoli). Diventerebbe un colpo mortale al già disastrato turismo verso la Sardegna.

IL MADE IN CONTINENTE. Assessore Cherchi, se non mangiassimo più, né una briciola di pane carasau, né una punta di pecorino o non bevessimo più un sorso di cannonau? E se decidessimo di mangiare il carasau fatto a Torino o Vicenza (viva la protezione del prodotto sardo -ma questa è un’altra vicenda-), il pecorino toscano o il vino sardo imbottigliato a Bardolino (VR)? Credo che i pastori s’inviperirebbero ancor più di quel che già sono, così i fornai e le cantine vinicole.

ADDIO “VETRINE DELLA SARDEGNA”. Assessore Crisponi, ci conosciamo da molti anni, ti ho sempre sentito sostenere giustamente era necessario trasformare i circoli in “vetrine della Sardegna, perché sono la cinghia di trasmissione del turismo e del commercio sardo”, ora invece si portano alla chiusura. Già, è il solito metodo del contadino miope: invece di recidere i rami secchi pota quelli che possono fruttificare. E’ pur vero, qualche ramo appassito, c’è anche nel mondo dell’emigrazione, ma questo cade da solo, quanti rami, addirittura alberi, scheletriti sono ancora in piedi nell’apparato politico e amministrativo sardo? Tagliali alla base, si risparmieranno risorse utili per incrementare il lavoro dei circoli, sarebbe un buon investimento, come lo potrebbe essere una collaborazione con il tuo Assessorato al Turismo, con quello all’Agricoltura e al Commercio, invece siamo ignorati. Sul Nuovo Cammino, periodico della Dicesi di Ales Terrelba, leggo: “Turismo religioso, una risorsa” e di seguito “…La strategia di assessorato del turismo e agenzia Sardegna Promozione – ha affermato l’assessore Luigi Crisponi…”. “Una perla”, aggiungo io. Meglio tardi che mai! La prima volta lo ideammo noi nell’anno del Giubileo. In collaborazione con la Pastorale tempo libero e turismo della Curia di Verona si organizzarono due tour religiosi della Sardegna. Li chiamavamo tour “Mariani” in onore delle fantastiche chiese dedicate alla Madonna, sparse per l’Isola. Qualche buona idea, dunque, l’anno anche le organizzazioni degli emigranti, peccato allora non sia stata colta!

LA MEMORIA CORTA PORTA AL TAGLIO LINEARE DEL CONTRIBUTO Assessore Liori, avete in archivio tutta la nostra storia, ogni anno diligentemente è stato mandato il rendiconto con allegati pieghevoli, volantini, manifesti, rassegna stampa, ecc., bastava tirarli fuori, con un piccolo sforzo ci si poteva orientare. C’è tutto il necessario per separare il buono dal mediocre, lo scadente dal cattivo (quasi nessuno), si è invece preferito fare un taglio lineare, in maniera “pilatesca”, poi per indorare la pillola s’è istituita la classifica dei ”meritevoli”. Sono d’accordo, si stabiliscono dei criteri oggettivi di valutazione, ma questi si dovevano adottare prima del provvedimento, però, comportava un’assunzione diretta di “responsabilità”, parola quasi estirpata dal gergo politico italiano. Una volta, inoltre, era inviato qualche funzionario a rendersi conto e controllare di persona se tutto andava al meglio, era gradito e buona cosa, ma anche qui, all’insegna del risparmio, gli avete troncato le gambe. I costi erano così ingiustificati e insostenibili? Pensavate venissero a divertirsi? Senz’ombra di dubbio rispondo, no!

TOGLIAMO LA POLVERE DELL’OBLIO. Senza voler sminuire l’opera fattiva di quanti hanno probabilmente lavorato più di noi e anche se non è bello parlare solo di se stessi, ma è quello che ricordiamo di più, vediamo di riassumere brevemente il nostro orgoglio. Dieci, mega “Settimane sarde” in collaborazione con le Camere di Commercio, un lavoro immane che ha portato una marea di soldi nelle tasche dei commercianti (buon testimone la Camera di Commercio nuorese); nove, gemellaggi istituzionali con realtà amministrative veronesi (la Provincia italiana più gemellata con la Sardegna), altri sono in dirittura d’arrivo, per l’Isola incremento di visibilità, turismo, economia, cultura, idee, ecc. (se volete testimonianze, vi possono aiutare i sindaci, esemplificando, di Sinnai e Tratalias). A Bovolone – VR, conosciuta in tutto il mondo come patria del mobile d’arte, è stata inaugurata Via Sinnai. Abbiamo portato a Verona almeno un gruppo folkloristico l’anno, a volte anche due. Stiamo preparando un bilancio ventennale sul nostro impegno turistico verso l’Isola, per un convegno, i dati parziali sono: venticinque tour; circa duemila turisti, in forma organizzata, per le strutture recettive del settore; più di cinquanta le iniziative di promozione turistica anche in collaborazione con consorzi turistici sardi, più attenti di voi, i volantini di propaganda non si contano e chi più ne ha ne metta. Molte le opere a tutela della cultura sarda, spesso realizzate con la collaborazione dell’Ateneo di Sassari o di Verona. Con le stesse università, di prestigio scientifico un’indagine socio economica sulla popolazione sarda che vive a Verona (per la cronaca stanno meglio dei veronesi). Per i nostri meriti siamo stati citati più volte nelle relazioni inaugurali degli Anni Accademici universitari. Sassari ci ha insignito del primo “Premio Sardegna” dedicato a chi si è distinto nello sviluppo dell’Isola. La Provincia di Verona ha promosso la nostra iscrizione all’Albo speciale delle associazioni che possono fare turismo come un’agenzia, purché a favore dei soci. Mi fermo ma potrei continuare a lungo.

CHI CI STIMA CI SOSTIENE La nostra è una sede prestigiosa, si presterebbe molto bene e con poca spesa, per iniziative di sviluppo degli assessorati, Turismo, Cultura, Agricoltura, Camere di Commercio, ecc. Utilizzatela! Così come quelle di altri circoli. Risparmiereste e per l’Italia sarebbe più utile della BIT! Perché, ogni nostra organizzazione è capace di mettere assieme i CRAL e le associazioni socio-ricreative del luogo, come si sa il veicolo più importante di visibilità. Lo spazio in concessione è del Comune di Verona. Per la ristrutturazione abbiamo speso 198.000 Euro. Se non fossimo ritenuti socialmente utili, non avremmo ottenuto dalla Regione Veneto un contribuito di Euro 60.000, dal Gruppo Alpini di Peschiera del Garda 1.000 (il Comune di Peschiera è gemellato con Ula Tirso), dal Consorzio dei comuni (34) del Bacino Imbrifero Adige 2.000, dal Comune di Verona 70.000, dalla Fasi 4,000, altre cifre minori un po’ da tutti, il residuo mancante di tasca nostra, e continuiamo a tirarne fuori. La Regione Sardegna? Nonostante le domande, solo promesse, poi, NULLA!

LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI Da un’attenta analisi del nostro rendiconto e sulla base dell’allegata documentazione illustrativa le iniziative, lo inviamo tutti gli anni, appare con evidenza che se non avessimo altre risorse o opportunità di risparmio, da chi ci stima, non saremmo stati in grado di fare tutto il lavoro di questi anni, ci saremmo limitati a poche attività culturali. Se si vuole che il lavoro proficuo fino ad oggi svolto continui ci vuole la benzina per mettere in moto la macchina. E chiaro che senza il “carburante” regionale il meccanismo non si attiva o andrebbe tanto a rilento che perderemmo anche benefici e vantaggi che ci forniscono altri. In poco tempo si disgregherebbe l’organizzazione, si staccherebbe il cordone ombelicale con la Regione e non avrebbe più senso continuare. Così: addio gemellaggi, basta turismo, niente tutela della cultura e sviluppo del prodotto agro-alimentare sardo, ma solo qualche conferenza fine a se stessa. La responsabilità dello sfacelo? Non certo nostra!

DISILLUSIONE Accettai la presidenza dell’Associazione “Sebastiano Satta” convinto di poter dare un contributo, per aiutare la Terra d’origine a uscire dall’isolamento. Solo pochi aderenti erano d’accordo, la maggioranza sosteneva una vita sociale tranquilla e di solo tipo dopolavoristico, alla luce dei fatti avevano ragione loro. Molta fu la fatica a far capire che i soldi del contributo dovevano essere investiti in cultura, in commercio del prodotto agro alimentare e promozione turistica dell’Isola. Con il tempo capirono e oggi ogni risorsa è spesa in questo senso. Si riuscì a costruire rapporti privilegiati di collaborazione con Meridiana e Sardinia Ferries per permettere a tutti i soci di raggiungere la Sardegna alle migliori condizioni di spesa (ci siamo guadagnati la “continuità territoriale” vent’anni fa senza tanti “virtuosismi” politici), così si fece con le strutture turistiche, dimostrando che con impegno e affidabilità si possono ottenere tariffe privilegiate atte a rendere concorrenziale il prodotto turistico sardo. Nel nostro piccolo e spendendo poco, proporzionalmente, abbiamo fatto di più dell’ESIT, per fortuna defunto. Ora m’interrogo sul senso che ha avuto perdere tanto tempo per chi non ha gli strumenti per capire o ancora peggio fa finta di non averli. Essendo nato a Verona, una città che mi ha dato tanto, forse era meglio mi fossi dedicato all’associazione “Veronesi nel Mondo” molto più accorta verso la risorsa emigrazione.

IL DE PROFUNDIS Oggi, con la politica demolitrice del sociale, mimetizzata da “patto di stabilità”, tutto il lavoro di anni va in fumo. Investimenti economici e umani sviliti e resi improduttivi con la sola prospettiva della demotivazione che porta a ritirarsi dal volontariato. La responsabilità dello sperpero di una tra le più importanti risorse della Sardegna è sì di chi amministra in prima persona, ma avviene anche con la benedizione dei consiglieri d’opposizione in Consiglio regionale che stanno guardando con qualunquistica indifferenza e senza dare segni di vita. D’altra parte il qualunquismo è il pane dei malcontenti e la consolazione dei rassegnati nel limbo di chi non ha il potere. Gli unici felici i malpensanti e i “professorini” che sputano sentenze definendoci parassiti o servi della politica, si aprano gli occhi e le orecchie, non noi i parassiti, ma chi sperpera il capitale emigrazione!

Queste note per non passare per “BECCHI E BASTONATI !”

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8 commenti

  1. Adelasia Divona (Udine)

    Un sonoro grido di rabbia, Maurizio…mi ritrovo in ogni tua parola. Udine, fortunatamente, ma in scala minore, può vantare la stessa posizione di Verona. Sarebbe opportuno che chi, come noi, è in questa condizione favorevole (e per fortuna siamo in tanti!) si coordini per mettere insieme un “report” dei risultati positivi che abbiamo conseguito cercando di fare una stima economica del nostro contributo alla promozione dell’Isola, e la FASI dovrebbe farsene promotrice nelle sedi istituzionali.

  2. Piero Marcialis

    Al Circolo dei sardi di Verona ho conosciuto Maurizio Solinas qualche anno fa. Ho visto come e quanto lavora, ho percepito il prestigio che il Circolo si è guadagnato a Verona e nel Veneto. La sua indignazione di oggi è sacrosanta. Chi governa la nostra Sardegna può soltanto vergognarsi per la sua sottovalutazione della presenza dei circoli sardi in Italia e nel mondo.

  3. Virgilio Mazzei (Genova)

    Complimenti a Maurizio Solinas per come ha rappresentato l’attuale (GRAVE) situazione dei nostri Circoli, e nel contempo la "fotografia" il modo di agire delle Istituzioni sarde che non riescono, o non vogliono, tener conto della nostra realtà e della nostra capacità di promuovere il c.d. "prodotto sardo".
    Mi trovo perfettamente d’accordo su tutti i punti che sono stati affrontati.

  4. Solo per dovere di cronaca, vorrei ricordare che questa giunta regionale è stata votata e voluta dalla popolazione sarda, popolazione sarda che tutt’oggi . per mancanza di informazione corretta e continua da parte dei media ma anche per un minimo di strafottenza, continua a conoscere molto poco della realtà e delle potenzialità dei Circoli Sardi. Ciò però non giustifica la poca partecipazine a questi problemi da parte di tutti quelli che con i Circoli sono a stretto contatto per cultura e motivi economici: Associazioni Culturali, Gruppi Folk ( cui spesso interessa il Circolo per la sola gita fuori porta), Produttori di prodotti sardi e tutti coloro che sono coinvolti nelle manifestazioni dei Circoli; tutte persone che potrebbero far sentire la loro voce e ,uniti, il loro peso, con le autorità.

  5. Caro Maurizio, Le cose da te scritte sono reali, anche il sottoscritto direbbe le stesse cose riferite al Circolo Culturale Sardo “Raimondo Piras” di Carnate. Il silenzio delle istituzioni e perenne, non si degnano neanche di rispondere alle lettere inerenti alla costruzione della nostra nuova sede.

  6. Maurizio, come sai condivido in pieno ciò che tu hai scritto. Forse dai politici sardi non siamo mai stati considerati
    “ambasciatori” della cultura e delle tradizioni Sarde ,fuori dall’Isola.Penso che non ci meritano. E che a maggior ragione
    adesso dobbiamo essere tutti uniti e decisi nel portare avanti le idee che tu hai elencato nel tuo scritto, nell’interesse
    delle Associazioni in Italia e nel Mondo e della Sardegna.

  7. “Una volta, inoltre, era inviato qualche funzionario a rendersi conto e controllare di persona se tutto andava al meglio, era gradito e buona cosa, ma anche qui, all’insegna del risparmio, gli avete troncato le gambe. I costi erano così ingiustificati e insostenibili? Pensavate venissero a divertirsi?”
    Qualcuno si , appunto per questo adesso ,purtroppo, pagano giusti per peccatori !

  8. mi è piaciuto moltissimo l’articolo che ho letto sul ” Tottus in Pari”.
    Le hai cantate bene agli Amministratori della Regione Sardegna.
    Speriamo che abbiano capito il tuo messaggio, che le Associazioni Sarde sparse nel territorio italiano non sono altro che un grande “spot pubblicitario”, una grande occasione di conoscenza,un grande veicolo di sviluppo per la Regione Sardegna. Come dici Tu giustamente,significa sviluppo nel campo del turismo, del commercio, dell’agricoltura, della cultura, ecc.., quindi significa lavoro, che in Sardegna mi sembra scarseggi un po’.
    Altrimenti non ci resta altro che andare verso lidi più abbordabili come in Grecia, Egitto, Marocco, Spagna, Tunisia,ecc…, che hanno prezzi molto competitivi rispetto la pur bella Sardegna.
    Quasi sempre abbiamo degli Amministratori che pensano solo a se stessi ed alle loro carriere politiche, sono miopi, dello sviluppo del territorio se ne fregano, delle persone che si prodigano per aiutare la propria terra se ne infischiano.
    Tieni duro, fai capire loro che i “Becchi e Bastonati” sono proprio loro, perché se non capiscono queste cose, sono altro che “mussi”, è meglio che cambino mestiere.

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