L'ESPOSTO CONTRO L'INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO DA PARTE DELLE COMPAGNIE AEREE: SEQUESTRO DI UN POPOLO (QUELLO SARDO) AGGRAVATO DALLA SPECULAZIONE SUI CIELI

l'onorevole Pili, autore dell'esposto


di Mauro Pili

La regione Sardegna, a seguito della sua condizione insulare, rientra tra quelle aree comunitarie dove il trasporto aereo è garantito dall’imposizione dell’onere del servizio pubblico e come tale risulta regolato da apposite disposizioni di legge e contrattuali che nelle giornate del 20- 21- 22- 23 – 24 dicembre 2012 la possibilità di collegamento dalla Sardegna verso gli aeroporti di Roma e Milano risulta interdetta a residenti e non residenti per la pressoché totale indisponibilità su qualsiasi fascia oraria di posti sulle rotte di linea con particolare riferimento agli aeroporti di Cagliari,Olbia e Alghero. Tale impossibilità è verificabile con opportune verifiche nei call center delle varie compagnie che nei sistemi di prenotazione on line. Risulterà evidente da più approfondite verifiche che questa situazione era palesemente prevedibile e riscontrabile anche attraverso verifiche oggettive. La mancanza, prevedibile e riscontrabile con congruo anticipo, di posti nelle rotte di collegamento dalla Sardegna verso gli aeroporti di Roma e Milano impedisce a qualsiasi cittadino–utente di poter lasciare l’isola precludendo il diritto alla mobilità riconosciuto come tale non solo nel diritto costituzionale ma anche nelle normative comunitarie. Lo svolgimento del servizio pubblico di collegamento aereo non solo è disciplinato da norme di carattere generale ma per quanto riguarda la Sardegna rientra nella fattispecie dell’ imposizione dell’onere del servizio pubblico di emanazione comunitaria. Il Regolamento (CE) n. 1008/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 settembre 2008 reca infatti norme comuni per la prestazione di servizi aerei nella Comunità ed in particolare l’art. 16;  l’art. 36 della legge 17 maggio 1999, n. 144 assegna al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, la competenza di disporre con proprio decreto, in conformità alle disposizioni del Regolamento CEE n. 2408/92, ora abrogato e sostituito dal Regolamento (CE) n. 1008/2008 e alle conclusioni della Conferenza di servizi prevista dal comma 2 dello stesso articolo, l’imposizione di oneri di servizio pubblico sui servizi aerei di linea effettuati tra gli scali aeroportuali della Sardegna ed i principali aeroporti nazionali. I decreti ministeriali pubblicati nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana nell’anno 2008 avente per oggetto “Imposizione di oneri di servizio pubblico impone disposizioni sullo svolgimento del servizio che acclarano, se ce ne fosse ulteriore bisogno, la funzione di servizio pubblico per quanto riguarda i collegamenti aerei richiamati. Considerato che i decreti reiterati dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti ribadiscono “la necessità di continuare a garantire la continuità territoriale tra la Regione Sardegna e gli scali di Roma Fiumicino e Milano Linate attraverso la sola imposizione di oneri di servizio pubblico, senza procedere alla concessione del servizio aereo di linea in esclusiva e senza compensazione finanziaria”  espongo e denuncio che: nonostante i decreti e le stesse convenzioni prevedessero l’estensione e l’incremento del servizio di continuità territoriale aerea nei periodi dell’anno in cui si fosse reso necessario per una domanda superiore rispetto a quella precedentemente pianificata mi risulta che niente è stato fatto al fine di garantire una congrua estensione dei servizi stessi di continuità territoriale provocando una grave e reiterata violazione del diritto al servizio pubblico di continuità aerea. Il servizio pubblico di continuità territoriale aerea è stato di fatto interrotto reiteratamente e in modo preordinato considerato che da tempo si conosceva il cosiddetto “over booking” sulle rotte tra la Sardegna e il resto del Paese.  Le compagnie aeree sulle rotte da e per la Sardegna stanno proponendo tariffe di solo andata superiori di quasi otto volte la tariffa residenti prestabilita con un evidente e palese effetto speculativo sulla Sardegna.

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4 commenti

  1. Gianluigi Stochino Palimodde (Cagliari)

    Totus cun una t

  2. in tutti i vocabolari è scritto TOTTUS. E non credo che una testa giornalistica autorevole come TOTTUS in PARi abbia commesso un simile errore. Anzi, sono portato ad escluderlo a priori.

  3. Gianluigi Stochino Polimodde (Cagliari)

    Ha ragione, su tutti i vocabolari è scritto con due t, pure in tante poesie è così, ma a volte lo troviamo con una t. Il problema nasce dal fatto che per noi sardi la t è sempre uguale così come altre consonanti. Se dovessimo scrivere il sardo secondo le regole dell’italiano dovremmo raddoppiare tutto. In sardo si raddoppia solo dove è necessario, perché esistono parole che costituiscono coppie minime,ossia per distinguere effettivamente due parole chi di fatto hanno suono diverso e significato pure, es: seda/sedda, manu/mannu, caru/carru, etc. Si raddappiano quando serve le consonanti contenute in LNSRDMB. Spero di essermi spiegato. Saludos mannos.

  4. Elena Centemero

    auguro a te e alla tua famiglia un sereno Santo Natale e un 2013 ricco di soddisfazioni nella luce e nella gioia di Gesù che nasce tra noi!
    Buon Natale

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