DA UN COMPLICATO 2012 AD UN INTOLLERABILE 2013: SCACCO MATTO AL MONDO DELL'EMIGRAZIONE SARDA ORGANIZZATA CHE SUBIRA' UN'ULTERIORE E DRASTICO TAGLIO DELLE RISORSE

sul banco degli imputati, l'Assessore al Lavoro della Regione Sardegna Antonello Liori


di Massimiliano Perlato

 

Eppure soltanto un anno fa, aveva persuaso tutti. O quasi! L’Assessore al Lavoro e all’Emigrazione Sarda Antonello Liori, fresco di nomina, si era proposto al cospetto dell’attenta platea del Congresso F.A.S.I. ad Abano Terme, portando il saluto dell’intera Sardegna ai fratelli che vivevano al di là del Tirreno. Una contiguità in cui aveva rimarcato quanto avesse compreso il senso di appartenenza degli emigrati e come fosse importante dare alle associazioni sparse in giro per il mondo, futuro e continuità. Già, futuro e continuità. A distanza di dodici mesi, la situazione si è clamorosamente ribaltata. Oggi, Liori, viene indicato da ogni angolo del mondo come colui che sta cercando di far morire una realtà, quella dei circoli, in piedi da almeno cinquant’anni e che in questi lustri ha indubbiamente dato spolvero alle specificità positive della Sardegna. Cavalcando la crisi globale che tanto travaglia la società civile ed economica, in primis quella sarda, già bistrattata e carente nelle sue componenti principali, da indicare per la programmazione futura del 2013 tagli sulle risorse mastodontiche per il settore emigrazione. Lacerazioni già penalizzanti nel 2012 che con il nuovo anno si attesteranno tra il 50% e il 70%. Un disastro. Questo il leit motiv che ha congiunto le Federazioni delle Associazioni Sarde nel commentare il misfatto. Nell’ultimo direttivo nazionale della F.A.S.I., la Presidente Serafina Mascia ha evidenziato come la Federazione capisca benissimo che tutti devono adeguarsi a una diminuzione delle risorse unita a un maggior rigore nella qualità e nell’efficacia della spesa operata da ciascuna associazione. Ma la lettera dall’Assessorato da Cagliari non era ancora giunta sui tavoli dell’Esecutivo. Una missiva in cui viene sottolineato di come non sia stato possibile approvare le istanze del mondo dell’emigrazione che congetturavano perlomeno il mantenimento della condizione del 2012. Per l’Assessorato, l’obiettivo era impossibile da perseguire perché era necessario tenere conto dei limiti imposti dalla deferenza verso il Patto di Stabilità interno, dall’esigenza di proporzionare la progettazione con le risorse fruibili, scandita dai vincoli finanziari sollecitati dalla spending review, nonché dalle regole contabili approvate in campo nazionale e regionale. Parlando di numeri, alle organizzazioni dei sardi emigrati verrà destinato 1milione e 200mila euro così distribuiti: 1 milione per i 132 circoli riconosciuti (una quota forfetaria di 3mila euro alle associazioni con il bilancio in regola e senza posizioni debitorie; una quota tra i 2 e i 4mila euro per lo svolgimento delle attività diligentemente stabilite dall’Amministrazione regionale, pena ahimè di qualche decurtamento se le operosità svolte non avranno prodotto valore aggiunto all’immagine della Sardegna!!!). Caso a parte per la presenza di più circoli nella stessa città: esistono i casi di Roma, Torino e Brisbane. In questa congiuntura sostiene l’Assessorato, l’assegnazione dell’apporto sarà unico da ripartire tra i circoli interessati. Il resto del contributo sarà così suddiviso: 60mila per le Federazioni, 40mila per le Associazioni di Tutela e 100mila a titolo premialità per le Associazioni più meritevoli. La Direttrice del Servizio Francesca Piras ha indugiato in particolar modo su quest’ultimo punto che risulta a conti fatti, essere un premio di consolazione che rischia però di scontentare molti visti i numerosi parametri da rispettare per raggiungere il fine preposto. La cifra solo per rammentare i punti basilari sopraggiungerà ripartita a quei circoli che avranno una gestione esemplare, sullo stile  da primo della classe; un direttivo con assenza di compresenze di familiari;  e con una presenza ragguardevole di giovani. Per gli encomiabili, un massimo di 5mila euro a circolo. C’è anche spazio per l’informazione con 200mila euro destinati alla realizzazione de “Il Messaggero Sardo” (quello ufficiale che in versione cartacea giunge nelle case degli emigrati a singhiozzo e con un consistente ritardo) con un sostegno anche per il funzionamento del sito (ad oggi risulta inguardabile, in quanto nulla c’è da esaminare). L’Assessore Antonello Liori a Tottus in Pari ha recentemente dichiarato: “La cifra indicata nella comunicazione della Dirigente del servizio è semplicemente una prima programmazione delle risorse per il 2013, delle quali attualmente non si conosce l’ammontare definitivo. Perciò – ha proseguito Liori – considerato che le somme pagate per il 2012 a favore dei ‘Sardi nel mondo’ sono state pari a 2.6 milioni di euro, che il Patto di stabilità non garantisce maggiori risorse per il 2013 e che i Dirigenti sono tenuti a programmare per il futuro solo ciò che è pagabile, si è prudentemente deciso di pianificare la gestione di una prima parte di risorse, che deriva da un semplice calcolo relativo all’anno in corso. La cifra per il 2013 si ottiene sottraendo alla somme già pagate ciò che è rimasto da liquidare, e che sarà saldato nel 2013. Ovviamente, come ben precisato nella comunicazione, vi potranno essere future rimodulazioni non appena saranno noti i dati del bilancio e del Patto. Non si intendeva diffondere dati sulle risorse del Bilancio 2013, che peraltro ancora non ci sono, ma seguire un percorso, condiviso, di razionalizzazione della distribuzione dei contributi, più volte richiesta anche durante le riunioni della Consulta regionale, riuscendo, entro la fine dell’anno, a stilare una bozza di programma annuale.” Ma il mondo dell’emigrazione sarda non ci sta. C’è puzza di bruciato nelle asserzioni formali che rende inquieto e comprensibilmente articolato il futuro dell’emigrazione sarda organizzata. Domenico Scala, vice Presidente Vicario dell’Ufficio della Consulta per l’Emigrazione, ha affermato con severità: “Ciò che i Sardi emigrati temevamo da tempo si sta adesso verificando: la Regione Sardegna sta cercando di disimpegnarsi, in modo strisciante, dei suoi doveri o, forse meglio, obblighi verso i suoi emigrati nel Mondo. Questo disimpegno si sta traducendo nel taglio dei fondi destinati alle attività culturali dei Circoli sardi che operano da sempre in difficili condizioni. Si tratta di un taglio ingiusto che segna la fine dell’azione socio-politica che le nostre Associazioni hanno svolto, in difficili condizioni, come compito primario del loro operato”. Parole che pesano come macigni quelle del rappresentante dell’emigrazione sarda in Svizzera: “Si è dimenticato l’alto contributo dato dagli emigrati nel corso dei decenni come mittenti di valuta pregiata e come ambasciatori nel Mondo per i prodotti enogastronomici e per lo sviluppo turistico dell’Isola. È un comportamento dannoso e inspiegabile, che non tiene conto delle serie conseguenze per il futuro. Adesso é stata gettata la maschera e non c’è più simulazione dei comportamenti. C’è una volontà politica che vuole recidere, una volta per tutte, il nostro legame con la Patria. Sarebbe un tragico errore, perché queste comunità degli emigrati rappresentano una importante risorsa per la Sardegna”. I meriti indiscussi del mondo dell’emigrazione sarda in questi anni sono notevoli e investono molteplici settori: basta pensare alla cassa di risonanza creata per il turismo e le interminabili campagne nei trasporti (dalla Corsia Preferenziale con Tirrenia negli anni settanta alla Continuità Territoriale). In Assessorato hanno messo i tappi alle orecchie e paiono obliare che se oggi si parla tanto di Sardegna nel mondo lo si deve anche, e soprattutto, all’azione capillare di diffusione dei valori etnici, ambientali, storici e
culturali, da parte dei sardi nel mondo, che, nel farsi apprezzare personalmente hanno posto e ripongono immancabilmente l’accento sul fatto di essere Sardi e di provenire da una terra di grandi tradizioni di civiltà e impegno. Chiude Scala con una dura riflessione:  “Pare che questi valori e questo amore per la nostra terra non regni tra quelle forze politiche che stanno ponendo atto o stiano assistendo senza battere ciglio a un programma di progressiva dimenticanza dell’emigrazione sarda organizzata. Forse a Cagliari non si avverte la gravità del momento, ma il tempo delle parole al vento e delle dilazioni è ormai scaduto!” Altra robusta testimonianza giunge d’oltre oceano per voce di Marga Tavera che per l’Argentina, guida la Federazione dei circoli sardi: “Tra i nostri circoli permane la grave incertezza di poter tenere le nostre sedi aperte. Il rischio che la nostra rete sparisca è enorme. E non disperderemo quanto i nostri avi hanno costruito”. In attesa dell’impellente riunione della Consulta per l’Emigrazione che si svolgerà a Cagliari nel prossimo fine settimana, i circoli sardi hanno dovuto inghiottire altri bocconi amari nel vedere respinte le loro richieste. “La F.A.S.I. aveva avanzato perplessità per il nuovo testo di legge e soprattutto – fa sapere Tonino Mulas, Presidente Emerito – per l’accesso ad altri soggetti non legati all’emigrazione. La richiesta nella fattispecie è quella di una legge che mantenga e rinnovi la rete dell’emigrazione”. Richiesta respinta con un freddo commento che indica l’esistenza di un Decreto di Legge già presentato in Giunta da Antonello Liori e che l’ipotesi di un ulteriore DDL non è altresì percorribile. A conti fatti, un oblio. Un quadro della situazioni a tinte forti ma che pone coscienziosi dubbi e competenti perplessità per un futuro tutto da riscrivere. In barba ad un esimio passato impiegato da migliaia di emigrati sardi guidati da un enorme spirito associazionistico e di puro volontariato per far affiorare un’isola come nemmeno in Sardegna, spesso si è capaci di fare.

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8 commenti

  1. Massimo Lavena (Roma)

    la vergogna si abbatte sempre più su questa manica di distruttori della sardità nel mondo,indegni di vivere in Sardegna, di rappresentare i Sardi e di difenderne le aspirazioni di giustizia sociale e partecipazione al consesso civile. Un’Isola che non gode del principio di insularità e che è governata da gente che si dimentica dei suoi figli lontani: la Sardegna si merita rispetto, i Sardi sapranno ribellarsi a questi personaggi?

  2. Giovanni Deias (Pisa)

    mai creduto alle sue parole. come potrei visto che è lontano 1000 miglia dalle persone che mi trasmettono fiducia?

  3. Roberta Pilia (Losanna)

    Cara Josiane Masala (presidente del circolo di Losanna) questo titolo capita a fagiolo sulla costruttiva discussione di stamattina! Massimiliano Perlato ha concretizzato il tutto!

  4. Antonello Argiolas - Coordinatore FASI Circoscrizione Lombardia

    Dopo aver preso visione dell’ultimo comunicato dell’Assessorato R.A.S. contenente indicazioni per l’assegnazione dei Fondi 2013 al mondo dell’emigrazione, si constata che vi sono tagli dal 50 al 70% rispetto al 2012. Dalle valutazioni effettuate in sede di Esecutivo, ritengo che il momento di profonda crisi che investe soprattutto la Sardegna, esiga anche un’attenta e selezionata distribuzione dei contributi, come da anni suggerisce la FASI, ma non certo tagli lineari di questa portata, che a medio termine determineranno la chiusura di tanti circoli e della federazione: organizzazione che ha fatto per tanti anni rete per la promozione e consumo delle risorse agroalimentari, turistiche e culturali della Sardegna. Ritengo che si stia distruggendo una rete di valori identitari con finalità di servizio alla Sardegna. Ritengo indispensabile difendere i principi che in questi decenni ci hanno sostenuto e pertanto è necessario muoversi attraverso la rete dei contatti con personalità, produttori, e distributori nei vari settori e sopratutto nel mondo politico e su tutti i fronti, per dimostrare il nostro disappunto. A tal proposito si è pensato di organizzare un sit-in con una rappresentanza di tutti i circoli sardi in occasione della riunione della Consulta dell’emigrazione che si terrà a Cagliari nella mattinata di venerdì 7 dicembre p.v. alle ore 9,30 di fronte alla sede dell’assessorato al lavoro – Via 28 Febbraio, 5 Naturalmente ogni circolo sosterrà la spesa del viaggio del Presidente o del delegato, con l’aggiunta possibilmente di persone che si trovano in Sardegna (soci in ferie, ex soci rientrati in Sardegna, nonché altre persone che, avendo lavorato con i circoli, condividono le motivazioni della protesta) Inoltre si propone di partecipare con un cartello col nome del proprio circolo riportante una croce centrale, simboleggiante la morte dei 70 circoli FASI. Ritengo che non possiamo accettare passivamente la fine della nostra rete, eludendo il lavoro di volontariato di 30/40 anni, pertanto è indispensabile che ci mobilitiamo unitariamente per essere tutti presenti a Cagliari.
    Attendo immediata risposta da tutti i presidenti.

  5. Bea Spano (Cesano Boscone)

    Venerdì 8 tutti i circoli sardi d’Italia saranno a Cagliari con i propri rappresentanti, per fare chiarezza sulla questione. In questo chiediamo il sostegno anche da parte dei nostri conterranei residenti,in quanto i drastici tagli si ripercuoteranno anche e soprattutto su di loro. Senza i fondi stanziati per la cultura non avremmo più la possibilità’ di ospitare , scrittori, musicisti, cantanti, gruppi folk, spettacoli teatrali, cori polifonici, oratori per conferenze, intellettuali, archeologi ecc, provenienti dalla Sardegna.. Ajoh!! Tottus in pari a si fai intendi de Liori

  6. Serafina Mascia (Presidente F.A.S.I.)

    Buon articolo..

  7. Virgilio Mazzei (Genova)

    Tralascio di commentare il criterio usato dall’Assessorato del Lavoro nell’assegnazione e l’utilizzo dei contributi assegnati ai Circoli e alle Federazioni, perchè altri hanno già trattato esaurientemente l’argomento.
    Intendo, invece, dire che tutti gli Enti, dopo tanto, grazie anche alle iniziative politiche centrali, tendono a ridurre la burocrazia. Ma la Regione Sardegna non mi pare che abbia recepito il "messaggio". Difatti, dal Contenuto dell’ultima comunicazione (circolare) della Dirigente del Servizio Emigrazione della RAS, si ha l’impressione che la burocrazia regionale tenda invece ad aumentare, come se i Circoli e le altre strutture dell’emigrazione fossero delle ditte appaltatrici di un servizio alle quali si presenta un "capitolato d’appalto" con una nota: prendere o lascare! Che sarebbe come dire: o così o chiudete i circoli.
    Con questi metodi difficilmente le nostre strutture potranno sopravvivere, trattandosi appunto di organismi gestiti da solo personale volontario che dedica buona parte del suo tempo libero per sopperire alle necessità della struttura ove opera.
    Non è con i decaloghi arricchiti da un frasario burocratico e super-tecnico come quello inviato dalla Dirigente del Servizio che si aiutano i nostri Sodalizi a meglio operare nel rispetto, naturalmente, delle norme (tutte) che regolano la materia.
    Ritengo che un pò di elasticità nel fissare determinate regole non guasterebbe. Ne beneficemmo tutti, compresa la Regione. Molto probabilmente si eviterebbero tante tensioni e si attenuerebbe in qualche modo il diffuso malcontento che oggi regna in tutto il mondo dell’emigrazione. Virgilio Mazze. Genova.

  8. Gian Paolo Collu (Rivoli)

    Da alcuni giorni leggo e rileggo la lettera pervenuta tre giorni fa dal direttore del servizio alle politiche sociali dell’assessorato al lavoro della R.A.S.(non dall’assessore, al quale spetterebbe il compito di indirizzo politico).
    Premetto di condividere la linea di chiarezza e di rigore programmatico che il documento invoca…,ma esso si rivolge a delle Associazioni di Promozione Sociale con regolare Statuto e con Organi Direttivi democraticamente eletti; alle quali Associazioni la legge attribuisce autonomi poteri di gestione e non possono essere sottoposte a soffocamenti burocratici senza tener conto del contesto nel quale ogni Associazione opera. Questo è ciò che avviene quando la politica si ecclissa e qualche altro ne approfitta per trasformare gli indirizzi politici in direttive burocratiche.
    Questi aspetti, prima ancora che i tagli di bilancio ( che nel modo in cui sono stati fatti non sono altro che la conseguenza dei comportamenti di cui sopra) sono la vera minaccia alla dignità e autonomia delle nostre Associazioni.

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