PAESE CHE VAI, USANZA CHE TROVI: "SA BONA MANU"

storica cartina della Sardegna del 900 dell'autore dell'articolo


di Maurizio Solinas

Leggendo cose di Sardegna, un po’ qua, un po’ là, trovo che oggi gli allevatori sardi assicurano il bestiame contro il furto, per esempio: una pecora 2 Euro, per una vacca 6 e mezzo. Un sistema per difendersi dall’abigeato. In questo modo si è quasi estinta la tradizione barbaricina di “sa bona manu” -la buona mano-, cioè il compenso che riceve chi dà al proprietario l’informazione giusta per il recupero del bestiame rubato. E’ una forma estorsiva da codice penale a uso del “mediatore”, mimetizzata in termine caritatevole.

“La to bona man a mi” -la tua buona mano a me – si usa dire in Val di Sole (TN) l’uno gennaio alla prima persona che s’incontra. E’ un augurio di buona fortuna che dicono grandi e piccini. Chi la riceve deve dare un compenso a chi l’ha pronunciata. Per i bimbi saranno dolcetti o uno spicciolo, per un adulto un bicchiere di vino o un caffè. Due modi di dire simili ma con significato molto diverso, curioso sapere se l’uso è comune anche ad altri luoghi e da dove trae origine la frase. Sappiatemi dire, grazie.

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