Sto pensando che è davvero mortificante dover dare ospitalità a gente da poco, che viene a casa nostra presumendo di avere il diritto e il potere di spiegarci chi siamo, di cosa abbiamo bisogno e come LORO (non) risolveranno i nostri problemi.
Cosa diavolo ce ne può venire di buono da persone come Vendola, Renzi, Camusso e quegli altri pure, Alfano, Casini e i ministri Passera e Profumo? Non hanno idea di cosa sia la Sardegna, non sanno nulla del nostro tempo e del nostro spazio, né dei sardi, dei nostri bisogni, dei nostri interessi strategici e strutturali.
Se la rappresentante del maggior sindacato italiano arriva a sostenere che si deve continuare a produrre alluminio e acciaio perché l’Italia ne ha bisogno, che la chimica verde è una soluzione ideale, e viene a dirlo in Sardegna, senza curarsi di niente, di quel che c’è nel posto stesso in cui parla, della condizione materiale e culturale delle persone a cui si rivolge, vuol dire che siamo messi malissimo.
Siamo messi malissimo nella misura in cui la stiamo ad ascoltare. Lei e tutti gli altri.
Molto più dignitoso accoglierli, dato che vengono, fargli fare un bel giro turistico, magari un horror tour, come quello proposto nel libro Lo sa il vento di Carlo Porcedda e Maddalena Brunetti, spiegargli dove si trovano, dargli una pacca sulla spalla e rispedirli al mittente, possibilmente senza che debbano per forza dire alcunché.
Questo non è un discorso indipendentista, è un discorso banalmente ragionevole.
Qual è il grado di ragionevolezza dei sardi? A che punto è arrivato il nostro inquinamento mentale, culturale e politico?
Ci vuole tanto tanto ottimismo della volontà, per riuscire a vincere il pessimismo della ragione.
Come sempre, quoto in toto i tuoi editoriali. 🙂