Il circolo dei sardi di Madrid “Ichnusa” ha promosso un convegno, ospitato nei locali dell’Ambasciata italiana nella capitale spagnola, per fare il punto sull’uso del sardo nei mezzi di informazione, dai quotidiani ai radio e telegiornali, nei siti ufficiali dei comuni e anche nella musica non tradizionale. L’ambizione del presidente del circolo, Gianni Garbati, era quella di tentare di imporre fuori dalla Sardegna il sardo: nella convinzione che dare segnali concreti di visibilità e applicazione a quella lingua possa solo rafforzare anche l’dea stessa della cultura della nostra regione, la sua piena cittadinanza internazionale. Cosi nella convinzione che il sardo deve imporsi anche fuori dalla Sardegna è stata anche pubblicata la prima sintassi sul sardo in lingua spagnola. S’intitola più esattamente “Notas de sintaxis sarda. El sardo confrontado con otras lenguas romanicas”. L’ha curata, per la casa editrice Condaghes di Cagliari, lo studioso e ricercatore Xavier Frias Conde, laureato in filologia romanica, professore di filologia dell’area galiziana portoghese all’università nazionale a distanza (Uned) di Madrid. L’ha presentata al convegno madrileno. Uno degli intervenuti nel dibattito, Pietro Mariani, emigrato da 25 anni in Spagna, ha espresso l’auspicio che alle annuali celebrazioni per Cervantes, in un paese vicino a Madrid, possa essere impiegato anche il sardo nella lettura integrale del Don Chisciotte che in quella occasione viene fatta utilizzando tantissimi idiomi. Nella relazione in apertura di convegno Giuseppe Corongiu responsabile dell’ufficio lingua della regione,ha denunciato una serie di pregiudizi, falsi miti sulla lingua sarda e sulla politica linguistica in Sardegna, posto in discussione anche le posizioni di ricercatori e studiosi considerate inamovibili. Bisogna considerare, ha evidenziato, il sardo come una lingua normale e solo questo potrà portare a un suo impiego senza se e senza ma nella pratica quotidiana. La televisione invece tarda a mostrare la giusta sensibilità per la sua valorizzazione. E allora per scendere nel concreto, sono apparse a di grande interesse le testimonianze di Maria Antonietta Piga, coordinatrice de s’Ufitziu Limba Sarda della provincia di Nuoro e redattrice del telegiornale in limba proposto dall’emittente televisiva nuorese Tele Sardegna,e di Mario Antioco Sanna che ha raccontato la sua esperienza di conduttore di un radiogiornale e di una trasmissione di approfondimento , sempre in sardo, messi in onda dall’emittente Radio Planargia di Macomer. Angelo Canu, laureato all’università La Sapienza di Roma con una tesi sul multiculturalismo, ha parlato dei siti ufficiali di comuni quali quelli di Lodè, Torpè e Posada , da lui curati, con numerose pagine e messaggi in sardo. Cristina Macconi, regista presso la sede Rai di Cagliari, ha parlato invece dello sforzo di dare spazi sempre più crescenti, nella riconquistata attività produttiva di radio Cagliari, a programmi condotti in limba. Michele Ladu, scrittore in lingua sarda, ha descritto l’esperimento portato avanti per alcuni mesi da L’Unione Sarda con la creazione di una pagina di informazione generale (anche su temi internazionali) proposta periodicamente dal quotidiano cagliaritano. Un articolato excursus sull’impiego del sardo nella musica non tradizionale, dalle divertenti parodie dialettali dei primi anni sessanta e del beat sino alle nuove forme espressive del rap, l’ha offerta Giacomo Serreli con l’ausilio di alcuni documenti audio e video in un intervento significativamente intitolato “sa limba dal vinile all’era del download”. Francesco Cheratzu, della casa editrice Condaghes, si è soffermato sulle problematiche che riguardano il mondo dell’editoria. In chiusura dell’intensa giornata l’attore nuorese Giovanni Carroni ha recitato un monologo, “Bachisio Spano”, tratto da “Un anno sull’altipiano” di Emilio Lussu, per evidenziare ancora le grandi capacità espressive del sardo anche nella prosa.