DOCUMENTAZIONE STORICA SULLA "BRIGATA SASSARI" NEL TRIVENETO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE

 

il cimitero della Brigata Sassari ad Asiago


ricerca a cura di Dario Dessì

Per sensibilizzare i sentimenti di tutti i sardi, sparsi un po’ in tutto il mondo e soprattutto quelli degli amministratori della città di Cagliari, sull’importanza di ricordare in qualche modo quegli eventi di un secolo fa. Qui, nel così detto, Triveneto, dove cent’anni fa esistevano i fronti della Grande Guerra, esistono tre importanti monumenti dedicati alla Brigata “Sassari” A Gradisca d’Isonzo sul carso, creato nel 1920, ad Asiago nel Parco della Rimembranza, creato nel1996, aLosson della Battaglia, nei pressi del fiume Piave, creato nel 2008. La realizzazione di questi monumenti, e di  altre vestigia,  è stata promossa da sardi, con Il pieno riconoscimento e la collaborazione di personalità amministrative locali. 

Mercoledì 28 gennaio 1919

 

I  VENETI ALLA BRIGATA SASSARI

 

Dal Gazzettino: Stamane con l’intervento delle autorità, dei sodalizi e delle scuole con bandiere si è inaugurata la targa marmorea offerta dai veneti residenti in Sardegna all’eroica Brigata “ SASSARI “.

Il dottor Pigozzo, a  nome del Comitato dei Veneti facendo la consegna della targa al comune ha pronunciato un discorso celebrando le eroiche gesta dei soldati della Sardegna.

Al suono della marcia reale si è scoperta la lapide recante un epigrafe dettata dall’On. Fradelleto, ministro per le terre liberate e un bassorilievo opera dello scultore Ciusa.

Il regio commissario del comune ha ringraziato il Comitato dell’alto omaggio reso al valore dei soldati sardi.                            

Cagliari 26 gennaio 1919  (per telegramma).

 

Mercoledì 5 febbraio 1919

 

ALLA GLORIA DELLA BRIGATA DI FERRO

 

Dal Gazzettino: Come fu già annunciato, l’altra mattina nell’ampio cortile d’onore del Palazzo Comunale ebbe luogo la solenne inaugurazione della targa marmorea, decretata dai Veneti residenti in Sardegna alla gloria imperitura della Brigata Sassari.

Era sulla folla elegantissima e su tutte le autorità civili e militari convenute come un soffio possente di vittoria e di bellezza e la vittoria fremeva nel ricordo delle gesta magnifiche dei fanti di  Sardegna nella storia dei mille e mille ignorati martiri e la bellezza sfuggiva dalla targa che aveva l’impronta geniale e più pura dell’arte italica, targa dovuta allo scalpello di Francesco Ciusa.

 La cerimonia ebbe inizio alle 11 precise. Il R. Commissario che aveva ai lati il presidente e il vice presidente del Comitato, chiama e presenta al pubblico gaudente il marinaio Giuseppe Corrias, l’eroe delle acque di Pola.

 

Il marinaio Giuseppe Corrias decorato con medaglia d’oro.

 

Dopo di ciò il presidente dottor Felice Pigozzo di Verona pronuncia un vibrante, applaudito discorso pregando il rappresentante della città di Cagliari di ricevere in consegna la lapide con la quale la gratitudine dei Veneti volle rendere omaggio all’eroismo sardo.Cade nel frattempo il velo che copre la targa e l’opera squisita e possente di Francesco Ciusa appare agli occhi di tutti i presenti, che si levano in piedi e applaudono.Sotto la genialissima allegoria rifulgono in oro le parole dettate da Antonio Fradelleto, Ministro  per le terre liberate:

 

“ Questa lapide- stemmata  dal Leone di San Marco – ricorda il nome e la gloria della – Brigata Sassari – che pugnò nelle terre venete – con coscienza italiana e ardimento sardo à – i Veneti residenti in Sardegna – memori e grati”               Cagliari 1 febbraio 1919.

 

27 gennaio 1919

 

Dall’Unione sarda:  I Veneti residenti in Sardegna  alla gloria della Brigata “Sassari”.

“Festa mobilissima di gloriosa ricordanza quella che ieri ha raccolto nel cortile d’onore del Palazzo Comunale la ‘Tout Cagliari ufficiale e quella non ufficiale, accomunate in un pensiero d’amore attorno alla targa che i veneti residenti in Sardegna vollero consacrare alla gloria imperitura della leggendaria Brigata, che fu dettala Brigatadi ferro.

Alle 11 precise, quando il R. Commissario seguito dal Comitato, seguito dal Comitato, dallo scultore Ciusa, autore della targa apparve sull’ampio scalone del cortile d’onore del palazzo; questo era gremito d’autorità, di personalità, di rappresentanze, di sodalizi con  i loro vessilli, fra i quali primeggiava il gonfalone del comune.

I presenti: Fra le autorità abbiamo notato il prefetto della provincia  Comm.  Frattari  di Castigliole, il Ten Generale comandantela Divisione militare dell’isola Comm. Boriai, il Ten Generale Comm. Pascale,  il primo presidente della Corte d’Appello Comm. Bassi, il presidente della Dipartizione  Provinciale Comm. Sulis, l’onorevole Congiu, il Procuratore del Re Cav. Calpi, il presidente della Croce Rossa Comm. Marcello, il delegato della Croce Rossa Americana Cap. Wright  con due ufficiali americani , il colonnello dei CC.RR. Cav. Fonoglie, il Provveditore agli studi Cav. Prof. Di Fede,  il conte Enrico Sangiust presidente dell’Operaia Cattolica, il signor F. Peggiori presidente dell’operaia civile, il questore Comm. Troie, il ten, colonnello Cav. Zican, direttore del Genio Militare, il generale commendatore Efisio Cao, il conte Zico  perla R.a  Avvocatura erariale, il Presidente del Tribunale Cav. Andria, il Colonnello Roich, il Comm. Silvio Lippi, i capi di tutti gli istituti d’istruzione, i presidenti di tutti i comitati d’assistenza di guerra, un nugolo d’eleganti signore  e le  rappresentanze con bandiera del R.o Istituto Tecnico Nautico, del Touring Club, dell’Eleonora e dell’Amsicora, dei giovani esploratori del Ricreatorio Cocco Ortu  ecc. ecc.

Nell’ampio salone di sinistra trovasi affollati numerosi soldati dell’epica brigata in licenza o in convalescenza.

La targa collocata sulla parete dello scalone di sinistra è coperta da una bandiera sarda.

Sul limitare dei gradini delle scalee trovansi disposte piante ornamentali.

Trofei di palme e di bandiere delle nazioni alleate incorniciano un busto del sovrano collocato sulla porta che guarda il pianerottolo ove si compirà la cerimonia ufficiale. Le bandiere delle Associazioni sono disposte ai lati del cortile d’onore.

La banda presidiarla sotto la direzione del maestro Satta  presta servizio nel piano superiore ove convergono le scale.

 

L’adesione del comune di Sassari: Prima di far principio alla cerimonia il segretario del Comitato Veneto Signor Rag.  Giacomo Miorin da lettura del seguente telegramma: Sassari domani sarà presente con tutta l’anima alla solenne inaugurazione della targa marmorea che simboleggiando la riconoscenza dei veneti perpetua nel tempo l’eroismo e il sacrificio dei figli dell’isola che ieri hanno insegnato agli immemori, ai pavidi gli insuperati confini del dovere versola Madre Patria.

                                                                                       R. Commissario Cerilli

 

Il discorso del Presidente del Comitato: Indi il Cav. Felice Pigozzo, salutati i rappresentanti della gloriosa brigata “Sassari”, il marinaio Corrias (Medaglia d’Oro) e il mazziere Malli sul cui petto brillano tre Medaglie d’Argento al valor militare e ricordati i gloriosi campioni del valor di Sardegna fregiati della massima ricompensa,la Medagliad’Oro, pronuncia il seguente discorso:

 

“Tributare solenni onoranze a coloro che, guidati mobilissimo e santo ideale del bene della patria, esposero la vita sui campi di battaglia  è dovere di  un popolo civile ed è anche un bisogno dell’animo di chila Patriavivamente ama.

E,  voi, gentili signore ed egregi signori, convenendo in questo luogo che da oggi è sacro alla memoria di tanti eroici figli della Sardegna, terra a me carissima perché è la culla dei miei più dolci e santi affetti, certamente avete obbedito ad un bisogno del vostro animo, ad un vivo sentimento patriottico, quello cioè di rendere più solenne con la vostra presenza questa cerimonia in onore dell’intrepida brigata “Sassari”la quale nell’immane e lunga guerra, testé finita con la completa disfatta dei nostri nemici, compì tante eroiche azioni da meritare la perenne, devota riconoscenza della Patria.

Infatti,  durante la prima profonda e gloriosa avanzata del nostro valorosissimo Esercito oltre i malsicuri confini che ci furono imposti nell’anno 1866 e che quindi per mezzo secolo ci resero partecipi dei voleri della baldanzosa, barbara e odiatissima  Austria, la brigata “Sassari” si coprì cento volte di gloria, terrorizzando con indomita audacia l’agguerrito nemico, meritando medaglie a valor militare e riscuotendo l’ammirazione di tutto il mondo civile.

E,  quasi per suggellare un lungo periodo di epiche lotte, benché le battaglie, i disagi e i geli l’avessero notevolmente scemata di numero, nel tramonto di gennaio ultimo passato, infervorata dalla magica parola dell’eroico Ten. Generale Carlo Sanna, con slancio irresistibile e leonino coraggio, conquistò e tenne saldamente a prezzo di molto sangue e numerose vite gli aspri colli del Rosso e Valbella, rendendo vano rendendo vano così l’enorme sforzo austriaco per dilagare nella doviziosa e ridente pianura di qua del Piave, dove il cupido e feroce nemico contava di violare fanciulle per poi trucidarle, di devastare, di distruggere e di costringere le braccia robuste votate alla difesa dei deboli a scavare comode trincee.

Ciò che purtroppo, o signori, è accaduto nelle sventurate province d’ Udine, Belluno  e anche in una parte di quelle di Vicenza, Treviso e Venezia.

Tanto eroismo, che molto contribuì a decidere delle sorti della Patria, commosse, entusiasmò i veneti che risiedono  in questa gentile città, i quali vivamente desiderosi di dimostrare con una prova tangibile e duratura tutta la loro ammirazione e profonda riconoscenza verso la invita brigata, nel mese di febbraio si costituirono in comitato ed unanimi deliberarono di dedicarle una targa marmorea che tramandi ai posteri il ricordo delle mirabili gesta ed oggi, superati i non poche e non lievi ostacoli, in gran parte cagionati dalla guerra, tale desiderio nei veneti finalmente è ridotto in fatto.

La targa dalla quale fra poco verrà rimosso il drappo che la ricopre, fu scolpita da Francesco Ciusa,  figlio della forte ed incantevole Barbagia in quel di Nuoro e Antonio Fradeletto, figlio della superba regina dell’Adriatico, Venezia Divina, dettò il testo dell’epigrafe che fu incisa sotto la targa stessa.

Omaggio  dunque agli eroici sardi nel quale il concorso dell’opera dei due uomini illustri ha un alto significato morale.

Targa, o signori, che perpetui il ricordo delle grandi virtù militari della brigata “Sassari” e quindi dei sardi ed attesta la profonda e affettuosa riconoscenza dei veneti verso la brigata stessa e verso questa nobile isola, costante esempio di vivo, di purissimo patriottismo.

Targa che nel suo muto e simbolico linguaggio ci ricorda la fatidica frase:’ ora o mai’  che quattro anni or sono nell’Eden (Cinema teatro) qui accanto pronunciò ed illustrò con mirabile parola vibrante di patrio amore il grande apostolo e martire dell’irredentismo Cesare Battisti, lustro e vanto della patriottica Trento, formidabile baluardo che l’insuperabile valore dei nostri armati strappò per sempre al barbaro danubiano, nostro secolare nemico. ‘Ora o mai’  frase che ripetuta dal Battisti nei maggiori centri della nostra penisola contribuì non poco a convincere i più della necessità del nostro intervento nell’immane conflitto, durante il quale rifulse l’ardimento del soldato sardo, animato nella pugna dalla fede profonda incrollabile nella realizzazione delle nostre secolari e leggitime  aspirazioni di rivendicazioni di tutto il patrio suolo e dell’annientamento del militarismo teutonico, che invaso da libidine di dominio funestò l’umanità. E,  finalmente, o signori, targa che ammonisce i reggitori dei destini della Patria del loro sacrosanto dovere di porgere la mano amorevole alla generosa Sardegna fatta sacra e grande dal sangue copiosamente  versato dai suoi figli migliori in difesa della giustizia e del diritto e per il bene della patria comune. Di porgere, ripeto, la mano amorevole lungo la faticosa ascesa per la conquista  d’ ogni bene morale, intellettuale ed economico.

Calorosi applausi salutano il bel discorso del Cav. Pigozzo che fu spesso interrotto d’applausi durante il suo dire.

 

Cade il velo che ricopre la targa.

 

Dopo il discorso del cav. Pigozzo, si toglie il velo alla targa e la bell’opera di Francesco Ciusa appare agli occhi di tutti i presenti.  La banda suona la marcia reale.

Tutti i convenuti si alzano in piedi e applaudono calorosamente; si applaude alla rutilante visione di nostra gloria che riappare alla commessa fantasia di ognuno, si applaude all’opera geniale del valoroso artista di nostra gente, che l’ha ideata, che l’ha scolpita. Della bell’opera d’arte parleremo domani.

 

Il discorso del R. Commissario: Prendendo in consegna la targa, il R. Commissario cav. Manno, legge il seguente discorso, che fu accolto da vivissimi applausi.

 

Signore gentili, Militi della Brigata “Sassari”, Signori.

 

“Scalpello sardo e penna veneta ridussero in veste artistica e gentile il marmo che squisito sentimento di fratelli d’oltremare, volle qui murato, nella maestosa sede municipale, di fronte al golfo degli Angeli, a duraturo ricordo di non indegne gesta dei baldi soldati di Sardegna.

E, penna e scalpello io ravvicino, con animo commosso, o signori,poiché in essi che asservirono insieme la loro maestria all’idea mobilissima del Comitato promotore, veggo  riflessa la felice realtà che oggi presiede alla cerimonia gentile.

La fraternità sarda.  Fraternità germinata dal dolore, e perciò salda e sicura, fraternità germinata dalla gloria e perciò infinitamente dolce e simpatica.

Dirà la storia di domani quale potente lievito di mirabili audacie sia stata  la guerra, pure attraverso lutti e rovine, per l’armonica ascensione della grande famiglia italiana, dirà la storia di domani quale rinnovato fervore di vita, quali gagliarde energie debbano sprigionarsi dalla tensione spasmodica che i tardi nipoti di Roma imperiale, culla del diritto, seppero imporsi, quando la guerra significò non soltanto distruzione e morte, ma trionfo di civiltà e redenzione di fratelli.

La storia d’oggi ci dice, e noi sardi ne siamo fieri, che all’orda dei barbari che con insaziabile brama di conquista, mirava lontano, alla perla dell’Adriatico,  furono argine inviolato,villosi petti di fratelli in commovente gara di valore con i gloriosi commilitoni fregiatesi del Leone di San Marco, come essi stessi nel compimento del dovere, nella difesa non dei propri focolari ma d’Italia.

La storia oggi ci dice che, per invincibile eroismo d’esercito, l’Italia è ora e per sempre, ma ora più che mai  –  lo intendano bene i rapaci eredi della purtroppo non ben defunta Austria  –  comunque  suoni, entro i sacri confini segnati dalla storia, l’armonioso idioma di Dante, qui come a Fiume, a Trieste come nell’estremo lembo di terra Sicula. Ma, principalmente a voi, Diavoli Rossi, è l’isola che parla per bocca del più oscuro dei suoi figli; e l’amore materno e l’affetto filiale facciano indulgere all’immodestia di un attimo, a voi soldati della Brigata di Ferro, che di questo Esercito vittorioso e di questo popolo così vecchio nei secoli e pur giovanilmente  vigoroso sempre, siete qui i degni rappresentanti, madri o spose doloranti, a te, Sassari diletta, che alla Brigata desti il nome fatidico ed il sangue della tua gioventù, va oggi il nostro pensiero e il nostro amore.

Il nostro grato pensiero e il nostro immenso amore, non per quanto di generoso operaste, non per le vostre lacrime, ma per la nuova rinomanza che con le vostre gesta e col vostro sacrificio  conferiste  alla terra che vi diede i natali.

E, te generosa terra veneta, che per opera dei tuoi figli residenti in Sardegna, volesti esaltare con tangibile segno di grande bontà un dovere nobilmente compiuto, tu che, prediletta figliola d’Italia, per il tuo valore ricordi con i tuoi figli all’isola madre, la poesia della tua terra e l’incanto dei tuoi mari, sii benedetta per l’altissimo onore reso oggi ai nostri cari caduti. In nome loro più che in nome del comune, io sono lieto e fiero, veneti fratelli,  di prendere in consegna questa lapide che è premio alle guerriere virtù e sarà insegnamento e monito alle generazioni future in nome loro, in nome della città, grazie veneti fratelli.

L’Epigrafe di Fradelletto

 

Ecco l’epigrafe scolpita ai piedi della targa, dettata,  come è noto, da Antonio Fradelletto, Ministro per le terre liberate.

 

Questa lapide

Stemmata  dal Leone di San Marco

Ricorda il nome e la gloria

Della Brigata “Sassari”

Che pugnò nelle terre venete

Con coscienza italiana e ardimento sardo

 

I veneti residenti in Sardegna

Memori e grati

 

Il presidente del Comitato Cav. Felice Pigozzo, in occasione dell’inaugurazione della Targa, ha fatto omaggio alla Brigata Sassari della seguente epigrafe:

Nel tramonto di gennaio MCMXVIII

Sugli aspri colli del Rosso e Valbella

La ferrea Brigata “Sassari”

Orgoglio e Gloria  di Sardegna, d’Italia

Suggella con romana virtù

Un periodo di epiche lotte

Sbarrando alle vandaliche orde tedesche

La via di Venezia Divina

Un veronese in Sardegna memore e riconoscente.

Gennaio MCMXVIII

 

Lo stesso Cav. Pigozzo ci  rimette una cartolina vaglia di 50 lire, come sua offerta personale alla Fondazione della Brigata Sassari.

 

 

Nota di Dario Dessì

Stava  per completarsi  un periodo di novant’anni a partire da quel giorno in cui ebbero luogo quelle solenni cerimonie nel Palazzo Civico della città di Cagliari, cosi come riportate dalle cronache dei giornali d’epoca il Gazzettino e l’Unione Sarda, quando mi resi conto personalmente che, di quegli eventi non rimaneva il più pallido ricordo, e cosi dicasi del bassorilievo di Francesco Ciusa, dell’epigrafe dell’On. Antonio Fradelletto e di quella del Presidente del Comitato dei Veneti residenti in Sardegna Cav. Felice Pigozzo.

I bombardamenti indiscriminati compiuti dagli americani nel 1943 sulla capitale dell’isola fecero tabula rasa di tutto, in modo tale che in certi quartieri della città era difficile distinguere il punto in cui dai lati delle strade si elevavano i muri perimetrali degli abitati. Andarono pertanto  distrutte sia le opere donate dai veneti alla Brigata Sassari, sia lo studio di Francesco Ciusa in via Alghero, e tutte le opere in esso contenute.
Francesco Ciusa, scultore nuorese, diventato famoso per l’opera “La madre dell’ucciso”, con cui vinsela Biennale di Venezia del 1907, si era dedicato volentieri   a una serie di opere dedicate alla guerra.

Era sensibilmente  colpito dall’enorme tributo di sangue versato dai sardi in guerra  e dal coraggioso comportamento dei fanti della Brigata Sassari in tutti i fronti.

Per la prima voltala Sardegnanon appariva agli italiani come un’isola negletta e abbandonata, ma bensì come una terra di uomini forti e leggendari, che l’artista volle immortalare con una serie di opere: “I TUOI FIGLI SARDEGNA EROICA”!

 

Mi rivolsi, immediatamente al sindaco di Cagliari, il quale mi pregò di contattare, a riguardo, l’Assessore alla Cultura On. Pellegrini, al quale inviai la seguente lettera:

 

 

 

 

Egr. Assessore Pellegrini,

 

Quanto è scritto nelle pagine precedenti è la copia fedele degli articoli pubblicati sul Gazzettino Veneto e sull’Unione Sarda   sulla cerimonia in onore della Brigata Sassari che ebbe  luogo nel municipio di Cagliari nel mese di gennaio  del 1919.

A Cagliari non esistono discendenti del Cav. Pigozzo veronese, mentre c’è  qualche parente del Rag. Giacomo Miorin di origine friulana.

Il 2009, novanta anni dopo le cerimonie organizzate dai veneti, potrebbe essere l‘anno più indicato per commemorare l’evento con una commemorazione e l’inaugurazione di  una lapide con le stesse parole volute dall’Onorevole Fradelletto e dal Cav. Felice Pigozzo e dove sia messa in evidenza la distruzione delle epigrafi originali e del bassorilievo di Francesco Ciusa, a causa dai bombardamenti americani del 1943.

La lapide naturalmente andrebbe sistemata nello stesso punto  sulla parete della scalinata del cortile d’onore del municipio.

Se crede di aver bisogno di un ulteriore lavoro di ricerca da parte mia, magari in qualche archivio cagliaritano, sono a sua completa disposizione e così dicasi anche per i recapiti cagliaritani dei parenti discendenti del Rag. Miorin.

La prego di farmi sapere con una telefonata se ha ricevuto il presente messaggio.

La saluto con i migliori auguri di buon lavoro e un Forza Paris.  Dario Dessì.

 

Purtroppo al giorno d’oggi niente è stato ancora fatto e i cagliaritani e tutti i sardi, oltre ai veneti naturalmente, continuano ad ignorare quegli avvenimenti che commemoravano le gesta  dei Fanti della Brigata Sassari in terra veneta, per assicurare la dignità e l’unità dell’Italia intera.

Rimangono adesso due date importanti, Il 24 maggio 2015 o il 4 novembre 2018, i centenari dell’inizio e della fine della Grande Guerra, che potrebbero rappresentare le occasioni adatte per  ricordare la riconoscenza dei veneti e il valore dei sardi in guerra.

Anche perché come era solito dire Bruno Levi :  “Chi perde la memoria non avrà futuro”. 

 

 

 

 

 

 

 

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2 commenti

  1. Vittorio Ruggiu

    Premetto che mio padre ha combatutto nelle fila del glorioso 151^ Reggimento della Brigata Sassari, nei suoi racconti della grande guerra, vissuta dal primo giorno di guerra fino al giugno del 1917, quando venne gravemente ferito sull’altopiano di Asiago dove oggi sorge un cimitero e dove hanno trovato degna sepoltura i suoi sfortunati compagni, riviveva gli stenti i sacrifici e le paure di battaglie che non avevano mai fine, ma orgogliosi di adempiere un sacro dovere, ecco ora tutti quei sacrifici e vite umane non devono essere dimenticati. Io ringrazio sempre tutti quelli che ricordano ai giovani e alle future generazioni i nostri “eroi” che hanno combatutto e hanno donato la propria vita per un’ideale e per la propria Patria. Forza Paris.

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