TENORE ANTONI MILIA DE OROSEI: TRA IL SACRO E IL PROFANO DELLA MUSICA IN SARDEGNA


di Checco Mula

Nel vasto panorama della musica sacra e profana in Sardegna, il Tenore Antoni Milia de Orosei si colloca senz’altro in un posto di preminenza, sia per le peculiarità presenti nel suo repertorio che per la possibilità di eseguire tutto il repertorio canoro oroseino nella forma profana “a tenore” e sacra “a cuncordu”. Orosei è oggi l’unico paese in Sardegna dove le due tradizioni non hanno conosciuto momenti di abbandono e dove ancora oggi, grazie ai cantori anziani, le due modalità di canto vengono riproposte senza gli stravolgimenti che hanno decretato la fine dei repertori musicali in numerosi paesi della Sardegna e in cui oggi, grazie ad operazioni “culturali” discutibili, si cerca di “recuperare” quello che ormai si è irrimediabilmente perso. Tante sono le ricerche fatte da Tore Mula, voce del gruppo e allievo di Tziu Vissente Gallos e Tziu Antoni Nanni, riguardanti la tradizione e le melodie di Orosei. Da ricordare in particolar modo quelle del chirie, santus ed agnusdei, andati ormai persi da anni e riguardanti il canto religioso riproposti nel 2006 nel cd requiem. Sempre per quanto riguarda il campo religioso da ricordare in oltre la riscoperta del rito de Siscravamentu grazie ad un documento ritrovato nel 2001 dietro un quadro raffigurante l’ultima cena nell’Oratorio di Santa Croce dove quel’anno era Priore e riproposto ancora oggi nei riti della Settimana Santa. Sempre per quanto riguarda l’oratorio di Santa Croce da ricordare la riproposizione della Processione degli eceomo (Tziomos) ossia la Passione di Cristo riportata in 8 Statuette, che da anni non veniva ripresentata. Da ricordare ancora nel 1999 dopo l’abbandono dell’attività di tziu Antoni Nanni, il Cantore storico del Oratorio di Santa Croce, decide di prendersi la responsabilità di cantare nuovamente i gotzos de su Brossolu da non confondere con quelli del Venerdì Santo che si cantano per la processione del Cristo morto. Nel 2001  decide di restaurare la Chiesa di Santa Croce dopo che si notava una vistosissima crepa sulla parte centrale de soffitto e grazie alle sue conoscenze legate al canto riesce ad ottenere un finanziamento dalla comunità europea per il restauro totale della chiesa. Nel 2004 riceve il Premio Ozieri, grazie alla sua esperienza maturata in quasi 35 anni di attività. Da ricordare ancora lo studio legato al Canto a tenore e quello a cuncordu: facendo un piccolo esempio legato al film “Una questione d’onore” girato in Sardegna, da notare l’introduzione dei gotzos a tenore precisamente “Sos Gotzo de su chenappura Santa” i Gotzos del Venerdi Santo, che basandoci sul fatto che la chiesa cattolica non voleva l’introduzione di voci Gutturali in chiesa, specie il basso, perchè secondo alcune leggende riproponeva la voce del “Diavolo” de su Dimoniu in Limba, Tore facendo alcuni studi a riguardo deduce che Tziu Vissente Gallos, Cantore Storico di Orosei, per far si che i Gotzos si potessero cantare in chiesa, esclude il basso e prende gli ultimi versetti dei Gotzos del Venerdì Santo e cioè “Non Mi zamedas Maria si non mamma e dolore, pro cussu sos pecatores non mi tratan Cortesia, riportate su un audiocassetta in possesso di Tore e custodita gelosamente. Facendo in modo che ritornassero ai corfos del tenore che sono per essere precisi ( A- E ) poichè tutti i corfos del tenore e della voce devono essere tutti non finale o inizio strofa ( A-E )  ma su questo ci sarebbe da scrivere un libro a riguardo. Per quanti riguarda invece il Canto a tenore da ricordare le ricerche fatte sul Canto “a Sandira”. Il Canto a Sandira detto anche canto della dea Venere ad Orosei veniva cantato nel periodo di carnevale. La poesia che spiega proprio l’originalità del canto “a Sandira a Sandira Mortu Jouanne e Pira”. Jouanne e Pira appunto era la maschera tradizionale del Carnevale di Orosei fatta di legno di pero.  Un grosso volto aveva due particolari: un buco sulla parte alta della testa dove veniva versato il vino e una enorme pancia che i componenti del Tenore cercavano di riempire. La maschera portata in spalla dai più giovani veniva adagiata sul davanzale delle abitazioni dove i proprietari versavano del vino dentro in segno di ringraziamento. I quattro componenti del Tenore intonavano il canto “a Sandira”. Alla fine della serata la maschera ormai colma di vino andava conservata in una delle cantine dei componenti del Gruppo che custodiva gelosamente fino all’ultima domenica di Carnevale, quando la grossa maschera veniva portata nella piazza centrale di Orosei “piazza Sas Animas” per i balli in piazza dove il vino versato dai cittadini nei giorni di martedì  grasso e giovedì veniva offerto a tutti i presenti. Alla fine della serata la grossa maschera andava  portata all’Orto dei Mulini “Ortu de sos Mulinos” dove veniva seppellita. A quel punto i componenti del Tenore intonava la parte conclusiva del canto “a S’andira” (A S’andira a S’andira Mortu Jouanne e Pira Mortu e interratu in Sortu Jouanne Pira er Mortu). Questo atto segnava la fine del Carnevale e l’arrivo della quaresima. Sulle origini del canto “a S’andira” riportiamo quanto affermato dal prof. Raffael Sardella, il pianeta venere col nome di “AS”. Per ” AS ” – ISTAR- pianeta venere. In realtà ” ISTAR ” sono le parole iniziali di un antico inno alla dea “VENERE ” il cui culto era molto popolare in Sardegna e in Mesopotamia ( corrispondentemente al sumero AS-AN.DIRA ). Ancora da ricordare la riscoperta de su Ballu e tres Passos riportato alla luce dopo quasi 90 anni di inattività e riproposto per la prima volta nella trasmissione “Aninnora”, su Sardegna uno condotta da Giuliano Marongiu “su ballu e tres passo è forse l’unico ballo in Sardegna che viene eseguito con l’accompagnamento de su “Tumbarinu” o tamburello. Per essere sicuri o meglio per levare qualsiasi dubbio sull’esistenza ad Orosei basta rileggere la poesia scritta da Tziu Antoni Nanni dal Titolo “Aterar vortas a Carrasecare”, il versetto dove si parla del ballo è: Videle Pira chin su Mandolinu, Antoni Carta chitarra acordai, Sonande in Tantu Bravos e Cappassos su Ballu Brincu e sue Sos Tres Passos. Le ultime ricerche avviate da Tore Mula nel 2012 è la riscoperta del Ballo con il ” Mandolino andato ormai perso da tanti anni “

 

Partirà da Milano la prima tappa del Tour 2012 del gruppo, dal titolo  “Chants de la Semaine  Sainte” e si Concluderà ad Arezzo che porterà in giro per i teatri le Armonie della Settimana Santa di Orosei 

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4 commenti

  1. MARTINO CORIMBI

    Ma tandho no l’as galu cumpresu vene, France’, a l’ischis chi sa robba iscritta de àtere non si potet pubbricare? Vi chiedo cortesemente di eliminare questo pseudo racconto costruito sulle tracce di un mio scritto. Grazie
    Martino Corimbi

  2. Istevene Pira

    salude a tottus. Sig. Martino non so se ci conosciamo, ma penso che i miei toni cmq saranno molto pacati. io volevo chiedere come mai un giovane si basa su degli iscritti e cerca cmq di divulgare una cosa che cmq fa col suo tenore le si va subito contro mettendo a serio disaggio anche il paese. io conosco bene le cose scritte ma non sono solo che delle poche righe su cui si è basato Francesco e in seguito ha scavato nei tempi addietro mostrando la serietà e la voglia di mettersi in gioco in questa magnifica cultura. spero che Francesco pubblichi anche altro e spero che si incoraggino i giovani ad unirsi con gli anziani concependo il fatto che bisogna cantare più liberamente senza avere preconcetti di palco svendendo la cultura per i soldi. saluti

  3. Salvatore Gungui

    Vedo che il mio commento è stato rimosso; Riscrivo: Carissimo Sig.Corimbi non conoscendo il suo operato mi son documentato a riguardo. Ai me mi duole dirlo, ma nelle su ricerche o racconti trovo spesso molte frasi prese da altri scritti. di conseguenza prima di giudicare l’operato degli altri si faccia un esame di coscienza. Saluti

  4. Martino Corimbi

    No l’ischìo chi teniazis peri sos avogados. A Istevene Pira li naro solamente: ite b’intras chin cust’arrèiunu? e a Salvatore Gungui l’irfido a bocare cosas meas copiatas de àtere. Ma proite non bos ritirates in bon’ordine, o sezis cumbintos abberu de m’acher tzelare de narrer su chi pesso. Ma pro chie m’azis picatu? Francè, torro e naro, cambia discu ca su chi as iscrittu inoche est robba mea….si non cheres chi che la vinemas male, cambia s’iscrittu…

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