GIULIA SPISSU UNA LONDINESE DALL'ACCENTO ISOLANO: "VIVO IN INGHILTERRA MA PREFERISCO I SARDI. SONO MENO CHIUSI"

Giulia Spissu nella sua casa di Londra


di Antonio Mannu

Giulia Spissu è nata a Londra, nel quartiere di Lewisham, nel mese di ottobre del 1992. Quando parla italiano spunta l’accento sardo. Da pochi giorni ha cominciato a frequentare un corso di laurea in lettere presso la Warwick University, che sorge vicino a Coventry, nel Warwickshire, contea natale di Shakespeare. Coventry, durante la seconda guerra mondiale, fu pesantemente bombardata dall’aviazione tedesca. L’attacco aereo fu così disastroso che diede origine al termine coventrizzare: radere al suolo. Per Giulia, cresciuta a Londra, dove ha studiato sino allo scorso giugno al St. Dunstan’s College, andare all’ Università rappresenta un grande cambiamento. Lascerà la multietnica metropoli, “dove accadono sempre tante cose” e poi: “vivrò via di casa per la prima volta!”.Giulia è figlia di Lello “Tony” Spissu, nato a Sassari ma con origini giavesi, e di Patrizia Balia di Mamoiada, trapiantata a Sassari dall’età di 8 anni. A 21 anni, nell’81, Patrizia parte per Londra. Un anno dopo la raggiunge Lello, che in Inghilterra diventa “Tony”. Dieci anni dopo nasce Giulia, che così si racconta: “Sono molto legata a Londra, mi piace vivere qui. Ci sono tante opportunità, anche se poi in realtà non sempre si ha la possibilità, o anche solo la voglia, di goderne. Desidero viaggiare, conoscere altri posti, ma penso che alla fine tornerò sempre qui, a London town! Anche la Sardegna per me è speciale. Chissà, forse mi piacciono i luoghi che conosco bene.” Londra e la Sardegna. Mondi lontani; Giulia li conosce entrambi. Le chiediamo di parlarci di quelle che considera le diversità più significative. E Giulia dice dell’importanza sociale dei legami familiari nell’isola, molto più rarefatti a Londra. “Non sono esperta del resto d’Italia, ma in Sardegna, per come la vedo io, le famiglie sono ancora come allargate, i legami forti, per esempio tra i cugini. Qui a Londra ho amiche che i cugini non li conoscono nemmeno, non li hanno mai incontrati. Addirittura conosco persone che non hanno mai visto i nonni, nonni ancora in vita voglio dire! Per me, che sono molto sarda in questo senso, è assurdo”. A Londra Giulia conosce pochi italiani, sardi ancor meno, se si eccettuano i conoscenti dei genitori. Questo fatto, in un luogo dove “non è tanto speciale essere di un posto diverso” in un qualche modo la fa come sentire unica. “Quando vado in Sardegna tutto mi sembra più piccolo e a misura umana. Ad esempio lì capita che ti salutino per strada, specie nei paesi. Magari passa una persona anziana e ti dice buongiorno. Qui a Londra, se qualcuno ti saluta, minimo te lo guardi male, e ti domandi: ma questo perché mi sta parlando?” Per lei, per certi versi, è più piacevole stare sull’isola che a Londra. Sotto altri aspetti è il contrario. “Come ragazza, anche d’estate, quando vado lì, finisco sempre per fare gli stessi giri, le stesse cose. Qui è diverso. A me interessa l’arte, e a Londra ci sono un’infinità di mostre, iniziative, musei straordinari: la Tate Modern, la National Gallery, la Royal Academy. Da questo punto di vista è un paradiso, pur se alla fine, in verità, finisco per fare spesso gli stessi giri anche qui. Ma il fatto di avere scelta è stimolante di per sé, mi piace, mi fa sentir viva”. Giulia parla delle differenze di comportamento tra sardi e inglesi: vengon fuori delle quasi sorprese. “In Inghilterra le persone sono più chiuse, poco dirette. I sardi quello che pensano te lo dicono subito, sono espliciti, non si mettono problemi di opportunità o delicatezza. Qui invece si fanno tanti strani giri di parole, anche mentali. A volte è faticoso, a volte invece può essere interessante, dipende. D’altronde tutto è relativo!”, e se la ride Giulia. La famiglia ha casa ad Alghero, trascorre nell’isola gran parte dell’estate. “Fosse per loro si starebbe sempre in Sardegna; anch’io ci sono affezionata, alle persone e ai luoghi. A certe spiagge: ad esempio il Lazzaretto ad Alghero, che frequento da quando ero piccola. Luoghi che per me hanno importanza, e un sapore benefico e gioioso, di gioco. Perché non ho mai frequentato la scuola sull’isola. Lì per me tutto è legato alla vacanza, allo star bene senza preoccupazioni. Mi sembra tutto bello, e i ricordi sono solo felici.” Giulia va d’accordo con i cugini, però a volte rapportarsi è difficile: “Perché ovviamente loro vivono lì tutto l’anno, io solo per una parte, la più spensierata poi. Per me cambia tanto, anche socialmente. Hanno i loro amici, le frequentazioni. Io ne ho meno e sono amicizie diverse da quelle che si formano attraverso un rapporto più assiduo, esposto alla quotidianità, anche ai momenti di difficoltà. Amicizie e vincoli più forti e intensi di quelli che nascono in vacanza”. Giulia racconta poi di come vivono i genitori i frequenti ritorni: “Babbo, già nella parlata, appena arriva sull’isola fortifica in modo naturale l’accento. A loro piace stare in famiglia, vedere i fratelli e le sorelle. In Sardegna si rilassano più che a Londra, sono legati al posto in cui son nati, agli amici. Poi, come modo di vivere, lì è tutto molto più calmo. Per certi versi, anche per loro, un po’ troppo calmo e lento. Per me la Sardegna è vero che è un po’ lenta, però mi sembra un luogo in cui è passata un sacco di gente, ci sono state tante influenze diverse, e molti se ne sono andati. E’ un luogo da sempre in movimento. Un viavai di andate e ritorni”.

Questo articolo, già pubblicata sul quotidiano La Nuova Sardegna, nasce dal progetto: “Migrazioni – In viaggio verso i migranti di Sardegna”, un lavoro collettivo di ricerca sulla migrazione sarda. Durante lo sviluppo del progetto sono stati sinora visitati 9 paesi. “Migrazioni” è sostenuto dalla Fondazione Banco di Sardegna, dalla Provincia di Sassari, dalla Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi e dalla Visual E di Sassari. Al progetto è dedicato un sito web: www.deisardinelmondo.it

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5 commenti

  1. Brunella Mocci (Cagliari)

    Buonasera Massimiliano, innanzitutto tanti auguri per il Natale, nella speranza che si possa guardare tutti al futuro con speranza, cosa di cui abbiamo assoluto bisogno. Auguri a te ed alla redazione intera con affetto!

  2. Luigi Lilliu (Pesaro)

    Con l’occasione formulo fervidi Auguri di liete festività natalizie e di un sereno ed appagante anno nuovo. Cordiali saluti

  3. Loredana Manca (Mar del Plata)

    Felices fiestas!

  4. Elena Bacchitta (Peschiera Borromeo)

    Svedese direi dall’aspetto! Ciao

  5. Thames (Inghilterra)

    sinceramente credo che gli anglosassoni siano caratterialmente molto simili ai sardi, di certo non più chiusi dei sardi.

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