SARDEGNA NON E' NOSTALGIA, MA MEMORIA: OMAGGIO NELLA "SUA" DANIMARCA PER LA SCRITTRICE NUORESE MARIA GIACOBBE

Maria Giacobbe


riferisce Giusy Porru

Dalla Sardegna alla Selandia: due isole, quella natale e quella su cui sorge Copenaghen. Sono i luoghi in cui ha vissuto la scrittrice italiana Maria Giacobbe che nel 1958 partì per la Danimarca poco dopo aver ricevuto il premio Viareggio con “Diario di una maestrina”, e che in tutti questi anni ha scritto moltissimo affermandosi anche fra i più apprezzati autori danesi. L’Istituto Italiano di Cultura le ha reso omaggio presentando il documentario ” Fra due mondi” con cui il giornalista e regista Francesco Satta ha raffigurato un ritratto avvincente di questa scrittrice descrivendola come una figura che rappresenta tutto il Novecento. Il fascismo e le persecuzioni vissute da bambina, quando suo padre, Dino, cofondatore del Partito Sardo d’Azione, dovette rifugiarsi all’estero partecipando poi alla guerra di Spagna. E in seguito la liberazione, il dopo guerra, l’emigrazione. Tutti eventi e fasi storiche che Maria Giacobbe ha vissuto pienamente come si evince dalla sua letteratura, dalla sua saggistica e dalle conferenze che ancora oggi, più che ottantenne, continua a tenere tornando spesso anche nella sua terra natale, la Sardegna. Una Sardegna che dopo il “Diario di una maestrina”, che si svolge nella Barbagia, è rimasta presente in molti dei suoi romanzi. Ad esempio “Il mare”, “Piccole cronache”, “Radici”, “Arcipelaghi”,”Maschere e angeli nudi” di cui Satta ha riportato nel documentario alcune frasi illustrandole con delle bellissime immagini dell’isola. Tuttavia questa terra è tanto presente nella sua produzione letteraria per motivi assai diversi dalla nostalgia. “Quello – dice nel film la scrittrice – è il mondo della memoria”. Da bambina quell’isola era per lei come una prigione perché vivendo la terribile esperienza fascista aveva sentito il bisogno di fuggirne. “Si può essere sardi ed essere italiani, si può essere italiani ed essere europei, si può essere europei e cittadini del mondo”, e proprio in questo modo preferisce definirsi oggi Maria Giacobbe.

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