di Paolo Pulina
Il Comune di Bressana Bottarone (nell’Oltrepò Pavese) ha celebrato i 150 anni dell’Unità d’Italia con un convegno (tenutosi nel pomeriggio di sabato 24 settembre) sulla figura e sull’opera di Agostino Depretis.
Sulle ragioni dell’incontro di studi ha scritto la storica locale Valeria Bevilacqua: «Siamo stati storicamente abituati ad associare Agostino Depretis a Stradella, città di cui è stato sindaco per tre anni (dal 1849 al 1851) e dove ha fissato la residenza dall’elezione a parlamentare. Ma Depretis è nato il 31 gennaio 1813 nel comune che allora si chiamava Mezzana Corti Bottarone e che oggi è parte integrante del territorio di Bressana Bottarone. Il comune di Bressana Bottarone fu creato il 10 agosto 1928, dall’unione dei due comuni di Bressana e di Bottarone. A sua volta Bressana è il nome che prese nel 1873 il comune di Argine Po, mentre Bottarone è il nome assunto nel 1895 dal comune di Mezzana Corti Bottarone. Depretis vide la luce a Cascina Bella, tenuta di proprietà della famiglia Gazzaniga Arnaboldi, di cui era amministratore il padre Francesco, che fu anche sindaco del comune di Mezzana Bottarone. Agostino ne seguirà le orme, sia nell’attività di amministratore della proprietà Gazzaniga Arnaboldi, sia come consigliere prima e sindaco poi del comune di Mezzana Bottarone».
Sappiamo naturalmente che Agostino Depretis non è solo una figura locale della storia della provincia di Pavia ma anche una personalità di livello nazionale: nel 1848 fu eletto al Parlamento Subalpino; nel 1859 su mandato di Cavour assunse la carica di governatore di Brescia; nel 1860 fu nominato prodittatore in Sicilia con Garibaldi; fu diverse volte ministro; dal 25 marzo 1876 al 29 luglio 1887 fu, per nove mandati, Presidente del Consiglio del Regno d’Italia.
I saluti, all’apertura dell’incontro, sono stati portati da Davide Rovati, sindaco del paese natale di Depretis; da Claudio Segni, sindaco del Comune (Rea) nella cui parrocchia è stato battezzato; da Pierangelo Lombardi, sindaco della città di adozione (Stradella) cui ha legato il suo nome a livello nazionale; dal sen. Daniele Bosone, presidente della Provincia di Pavia (Depretis ne fu il secondo presidente, dopo don Giuseppe Robecchi, per ben 16 anni: dal 1864 al 1880); dalla dott.ssa Renata Crotti, per la Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia, che ha dato un notevole contributo economico alla realizzazione dell’iniziativa culturale; da Gesuino Piga, presidente del Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia, che ha offerto la propria collaborazione all’organizzazione del convegno di Bressana proprio in ragione dei rapporti di Depretis con la Sardegna.
Il convegno su “Agostino Depretis e il suo tempo” ha riguardato soprattutto la dimensione locale: Pierangelo Lombardi, docente di storia dell’Università di Pavia, ma anche, come detto, sindaco di Stradella, ha svolto la relazione introduttiva; Ettore Cantù ha trattato il tema “Depretis da amministratore agricolo a uomo politico: il carteggio Depretis-Gazzaniga”; Valeria Bevilacqua, presidente “Arché-sviluppo beni culturali, società cooperativa” (Pavia), si è occupata di Depretis amministratore e sindaco di Mezzana Bottarone. Alessandra Rotella, di “Progetti, società cooperativa” (Pavia), ha dato conto del recupero di fonti d’archivio del Comune di Mezzana Bottarone con una comunicazione su “Fondi agricoli e vita quotidiana: documenti ottocenteschi dall’archivio del castello di Argine”.
È spettato ad Aldo Accardo (Università degli Studi di Cagliari; Presidente Fondazione Istituto Storico “Giuseppe Siotto”; coordinatore del Comitato sardo per le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia) riportare Depretis sul palcoscenico nazionale con la relazione su “La scoperta dell’Italia reale: l’inchiesta Depretis e la Sardegna”.
Come è noto, nel mese di giugno del 1868, su sollecitazione in particolare di Giorgio Asproni, fu istituita una Commissione parlamentare, presieduta da Agostino Depretis, con il compito di indagare sulle cause dell’ arretratezza delle condizioni economiche e sociali della Sardegna e di indicare i possibili rimedi. Nei primi mesi del 1867 i deputati sardi avevano richiesto al Presidente del Consiglio Bettino Ricasoli un maggiore impegno dello Stato per alleviare le condizioni di miseria delle popolazioni dell’isola. Nell’aprile del 1868 il disagio sociale era sfociato a Nuoro in gravi disordini: la popolazione intera si era sollevata al grido di “su connottu! su connottu!” contro la vendita dei beni demaniali.
Oltre che da Depretis la commissione era composta da Nicolò Ferracciu, Mauro Macchi, Paolo Mantegazza, Quintino Sella, Giovanni Battista Tenani.
I membri della commissione si recarono in Sardegna nel febbraio 1869 e vi si trattennero per circa un mese spostandosi da un capo all’altro e visitando anche l’interno. La commissione non stilò però mai la relazione scritta che avrebbe dovuto far seguito alla visita nell’isola. Solo Paolo Mantegazza (medico e antropologo) colse l’occasione per la stesura nello stesso anno del volume “Profili e paesaggi della Sardegna” (che fece conoscere aspetti essenziali della civiltà isolana con l’ampia trascrizione dei proverbi sardi raccolti dal canonico Giovanni Spano di Ploaghe) mentre Quintino Sella (ingegnere minerario) pubblicò nel 1871 un saggio sulle condizioni dell’industria mineraria sarda.