SANITA' IN DISCUSSIONE: E' IN PRIMO PIANO SIA A LIVELLO NAZIONALE CHE REGIONALE

l'autore dell'articolo

l'autore dell'articolo


di Roberto Scema

E’ senza dubbio la Sanità il tema che in questi giorni richiama maggiormente l’attenzione dell’opinione pubblica. Il motivo è da ricercare soprattutto nella decisione da parte del Governo nazionale di introdurre ticket sanitari nell’ambito della maxi-manovra approvata nei giorni scorsi, nel bel mezzo di un attacco da parte degli speculatori finanziari, che minacciava di gettare l’Italia in un baratro sul modello greco. Questo ha di fatto impedito l’apertura di un serio dibattito sulle diverse parti della manovra, passata con le opposizioni che hanno rinunciato, dopo l’invito del Capo dello Stato, a qualsiasi forma di ostruzionismo. Ciò ha naturalmente determinato lo spostamento della discussione, e della polemica, alla fase successiva alla approvazione. Con la Sanità, per l’appunto, a fare la parte “del leone”. Come è noto Tremonti ha previsto, tra le molte misure, di reintrodurre la “tassa sulla salute”, suscitando reazioni molto dure da parte di diversi soggetti. Tra questi molte Regioni, e tra le Regioni anche la Sardegna. In polemica con il Ministro, l’assessore Liori ha infatti affermato che si farà di tutto per non introdurre i ticket nell’isola. Decisione che potrebbe essere assunta a condizione che le Regioni “disobbedienti” reperiscano altrove i mancati proventi. E qui partono le note stonate, considerato che è stato proprio Paolo Maninchedda, uno degli esponenti più in vista della maggioranza, a porre lo stop all’assessore, accusandolo di fare “propaganda in un momento pericolosissimo per le finanze della Regione”. In sostanza, non ci sarebbero soldi per “disobbedire” e pertanto c’è da attendersi l’introduzione dei ticket anche in Sardegna. L’ultima parola spetterà nei prossimi giorni all’assessore La Spisa ed all’intera Giunta, ma pare già di intravedere acque agitate. Le polemiche non mancheranno. Intanto l’assessore Liori ha presentato il bilancio dell’attività del suo Assessorato nel 2010, che, secondo l’assessore, avrebbe rappresentato un’inversione di tendenza nella gestione dei conti della sanità: “l’incremento di spesa è stato del 2,2%”, ha affermato Liori, “in perfetta media nazionale, il miglior risultato degli ultimi dieci anni”.  Vanno male le cose invece riguardo la spesa farmaceutica: “Siamo i peggiori in Italia, col 6,5%. Faccio un mea culpa, occorre lavorare per abbassare la percentuale di un punto e raggiungere così lo standard nazionale”, ha riconosciuto Liori. L’assessore ha invece espresso soddisfazione per i dati sui cosiddetti viaggi della speranza, ossia gli spostamenti dei pazienti sardi presso strutture e specialisti in altre Regioni: “Siamo in netto calo, con un risparmio di sette milioni di euro” ha sottolineato l’assessore, rivendicando questo dato come indice di qualità dei servizi resi dal sistema sanitario sardo. I toni entusiastici suonano come una risposta, a qualche mese di distanza, alla relazione della Sezione di Controllo della Corte dei Conti, che aveva certificato il mancato raggiungimento degli obiettivi del Piano Triennale di rientro dal deficit del servizio sanitario, con in evidenza, l’incremento della spesa per il personale (pur in presenza di blocco del turn over) e un eccessivo ricorso alle consulenze, oltre alla già citata eccessiva spesa farmaceutica. Nel frattempo le Commissioni Sanità e Bilancio (con il voto contrario delle opposizioni ma molte critiche anche da parti significative della maggioranza, come i Riformatori, che hanno anch’essi votato contro), hanno dato il via libera alla legge di riforma della Sanità nell’Isola, che avrebbe, come punti forti, a sentire le opposizioni il “cambio del nome da ASL ad ASP – con costi inutili valutabili in almeno un milione di euro per cambiare targhe, nomi, insegne da sedi e automezzi, carta intestata pubblicazioni, e l’aumento dei centri di costo, attraverso la creazione di più poltrone”. Ma ancora più “rumorose” le critiche dei Riformatori, partito di maggioranza, per il quale nella legge di riforma “non c’è niente da salvare”. Mentre serviva una vera riforma, dopo le indicazioni della Corte dei Conti, si è prodotto un provvedimento che non risolve nessuno dei problemi in campo, tutelando solamente “alcune poltrone”, al centro dell’attenzione della Giunta sin da inizio legislatura. Va infatti ricordato la lunga esperienza commissariale, conclusa da poco tempo, e con procedure ancora sotto contestazione. Non sono accuse di poco conto. La Sanità è uno dei settori su cui si fondano le fortune, o le disgrazie, di una legislatura. E se Cappellacci e Liori non saranno in grado di dare una sterzata decisa, la Sanità rischia di essere davvero la pietra tombale sull’esperienza di governo del centrodestra nell’isola, il luogo di confronto e scontro nel quale si confronteranno le diverse anime della maggioranza. Il tutto mentre i cittadini rischiano di dover pagare di più per una sanità che non funziona ancora come dovrebbe.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *