TEMPI DI "TALENT SHOW": A LONDRA C'E' "SO YOU THINK YOU CAN DANCE"! GIANLUCA LODDO, IL BALLERINO CHE STREGA GLI INGLESI

Gianluca Loddo

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In Inghilterra è iniziata la seconda edizione del talent “So You Think You Can Dance”, una sorta di “X Factor” declinato alla danza. Venti ballerini che si sfidano a colpi di coreografie. Nel cast un italiano: Gian Luca Loddo di Cagliari. Si definisce un guerriero e svela come conquisterà gli inglesi: “Mi piace di far vedere che dentro di me c’è un universo ricco di colori e profumi molto diversi tra loro e di tante sfumature emotive”.

Come mai hai deciso di partecipare a So You Think You Can Dance? Vivo a Londra da poco più di un anno e il tempo da quando sono arrivato qui (febbraio 2010) è letteralmente volato tra mille audizioni, provini e casting. Quello per So You Think You Can Dance era solo uno dei tanti provini a cui volevo partecipare. Nel mio settore, quello della danza e del teatro, nulla arriva dal cielo se non sei tu a proporti e a presentarti ai casting directors o agli agenti o alle compagnie di danza o ai teatri. Ho deciso di fare il provino per il programma specialmente per la grande visibilità che la vetrina televisiva offre.

Senti la responsabilità di essere l’unico italiano di questa edizione? Non sento più di tanto la responsabilità di essere l’unico Italiano in gara, sento più che altro una grande emozione e spero di fare del mio meglio anche per la mia terra che amo profondamente. Mi fa un immenso piacere sapere di essere stato scelto dai giudici per essere uno dei top 20 in gara, ciò un po’ mi rende orgoglioso.

Cosa ti ha colpito di questo talent show? Il format ha una formula molto accattivante, i top 20, 10 ragazzi e 10 ragazze in gara ogni settimana devono affrontare coreografie di generi molto diversi dal contemporaneo al jazz, musical theatre, hip hop, latin, ballroom danzando per lo più passi a due, ma anche coreografie di gruppo e assoli. I coreografi chiamati in causa a creare i pezzi che verranno messi in scena davanti a milioni di  telespettatori ogni sabato sera sono alcuni dei nomi di punta della danza odierna e il fatto di  lavorare nella preparazione dei pezzi con grandi talenti ha una grandissima importanza. Inoltre può essere un ottimo modo di far vedere le proprie abilità e farsi conoscere e di ricevere magari in futuro delle proposte lavorative,altro aspetto da non sottovalutare affatto.

Qual è il tuo ruolo nel talent? Sono uno dei top 20 in gara, ogni settimana dovrò cimentarmi in sala prova nelle coreografie che la  produzione mi assegnerà e il sabato durante la diretta su Bbc1 dovrò danzarle al meglio per ottenere il maggior numero di voti dal pubblico che vota da casa…coloro che riceveranno il minor numero di voti alla fine della puntata saranno chiamati a “danzare per la vita” dei brevi assoli rappresentativi e chi ottiene il minor numero di voti dovrà lasciare la competizione.

Come pensi di convincere il pubblico e quali saranno i tuoi punti di forza? Cercherò  di fare quello che mi piace di far vedere che dentro di me c’è un universo ricco di colori e profumi molto diversi tra loro e di tante sfumature emotive, cercherò di fare emergere quella forza  un pò feroce e animalesca mista a quei giochi di bambino che ancora mi porto dentro, cercherò di  attingere dalla mia esperienza e da quella vena drammatica che mi contraddistingue, giocando però ogni tanto e senza prendermi troppo sul serio.

Hai partecipato anche ai video di Yolanda Be Cool & Dcup e Alexandra Burke, cosa puoi raccontarci di quelle esperienze? Interpretare la parte del protagonista in “We no speak americano” di Yolanda Be Cool & Dcup è stato un  vero spasso, una grande indimenticabile esperienza, il regista del video con cui avevo lavorato  precedentemente mi ha telefonato offrendomi la parte senza neanche chiedermi di fare il  provino. Diceva che per lui ero perfetto perchè, secondo lui, incarno un pò il fascino di una vecchia movie star del cinema muto, aveva citato Rodolfo Valentino, Buster Keaton e Charlie Chaplin… Logicamente io più che lusingato da tali affermazioni. Mi disse inoltre che sarei stato perfetto per la parte per la mia spiccata italianità, aspetto che qui, devo dire, non è stato l’unico ad  apprezzare. Con Alexandra Burke è stato diverso, ho effettuato un vero e proprio provino dove ho dovuto dimostrare le mie abilità acrobatiche di ex ginnasta. Sono stato un ginnasta agonista a Cagliari, la mia città natale,per tanti anni. Ho gareggiato per la stessa società per cui gareggiava mio padre, vengo da una nota famiglia di sportivi pluridecorati, la ginnastica artistica è stata una mia grande passione e  devo moltissimo ai duri anni di allenamento, mi hanno plasmato il corpo e il carattere.

Da quanto tempo vivi a Londra, perché te ne sei andato dall’Italia? Vivo a Londra da un anno e due mesi, sono venuto qui per ragioni legate alla mia relazione sentimentale e per motivi lavorativi. Mi duole dirlo,ma al momento in Italia la situazione è davvero drastica. I tagli del Governo per arte, cultura e spettacolo sono sempre più compromettenti e tantissimi lavoratori del settore sono costretti ad andare a cercare, non chissà quali fortune, ma un lavoro dignitoso e remunerativo all’estero. Siamo un esercito piuttosto numeroso noi danzatori all’estero.

Cosa pensi della situazione in Italia della danza? L’Italia vive un periodaccio, lo sappiamo, non solo nella danza o nel teatro, esistono i grandi enti lirici e qualche piccola compagnia che a stento riesce a mandare avanti con passione il proprio operato, esistono dei teatri stabili ma la ricerca e le possibilità di lavoro specialmente per i giovanissimi sono piuttosto limitate. Ammiro profondamente chi riesce con gli artigli a lottare per i propri ideali, ma in Italia in pochissimi riescono a campare con la danza ed è un grande peccato perchè  l’entusiasmo e la volontà sono presenti e i talenti sono tantissimi, ma spesso, ripeto, costretti a varcare il confine.

Oltre che ballerino dipingi, quando è nata questa passione? Dipingere è una magia che è sempre stata dentro me probabilmente. Disegnavo sempre da piccolo, fino ai 10 anni credo…poi la carriera agonistica, non l’ho più fatto, non  avevo più tempo…mi sono un pò dimenticato della mia creatività.
ho ricominciato a  dipingere non appena mi sono trasferito a Londra. Appena arrivato qui sono andato a vedere moltissime esposizioni, molte delle quali gratuite, e dopo qualche giorno mi sono catapultato in uno dei tanti negozi d’arte a comprare tele, colori acrilici, pennelli. Amo l’arte e il genio creativo in tutte le sue forme e noi italiani di creatività ne abbiamo davvero da vendere.

Pensi mai di tornare in Italia, un giorno a lavorare? Penso spessissimo a quanto mi piacerebbe tornare in Italia a vivere e a lavorare, ma credo che ciò avverrà in futuro, per il momento ho ancora bisogno di confronto e di stare in giro, come diciamo noi a Cagliari. Mi piacerebbe coreografare, mi piacerebbe insegnare anche se non l’ho mai fatto, mi piacerebbe trasmettere l’amore per l’arte come alcuni dei miei insegnanti durante il mio percorso formativo l’hanno trasmesso a me, non so bene cosa mi piacerebbe fare, ci penserò…

Quali ballerini sono i tuoi punti di riferimento? Mi piacerebbe citare una grandissima coreografa morta un anno fa, una donna che ci ha regalato immagini di sogno e una poesia sconfinata coi suoi lavori, una grande umanità dalle molteplici tinte, dalle più giocose alle più  taglienti: la grande Pina Bausch. Lei diceva “ho amato danzare perchè avevo paura di parlare, quando mi muovevo allora potevo sentire”, quanta verità nelle sue parole! Chi mi emoziona sempre fino a farmi piangere, non è una danzatrice, ogni volta che sento la sua voce è la soprano Maria Callas, ogni volta che ascolto le sue incisioni vengo rapito da un turbinio di emozioni e penso sempre “lei è arte”.

 

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