MARIANEDDA BUSSALAI E SOS BATTOR MOROS: COSTANTEMENRE IN LOTTA PER L'EMANCIPAZIONE DELLA DONNA E DELLA SARDEGNA

Marianna Bussalai

Marianna Bussalai


di Marta Brundu

L’8 marzo ha assunto col tempo un’importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la Donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità. Mi piacerebbe, quindi, ricordare a chi ne ha sentito già parlare,  far conoscere a chi non ne era a conoscenza e raccontare a chi magari ne sarà curioso ed interessato, la storia di Marianna Bussalai  che  testimonia, non solo il percorso di una Donna Italiana e soprattutto Sarda, ma racconta una emancipazione che non portò soltanto ad un crescita personale, bensì ad una maggiore libertà per tutte. Le Donne, nella storia italiana e soprattutto nella realtà sarda, sono state sempre presenti ed agenti ma purtroppo invisibili poichè destinate ad un ruolo piu che altro domestico. Un ruolo ed una condizione femminile tale che si protrae fino agli inizi del novecento fino all’ultima guerra mondiale, segnando ben poche eccezioni tra le quali possiamo appunto ricordare, anzi raccontare in quanto invisibile. Recuperare questo tessuto di vita vuol dire anche raccontare e completare parte della storia Sarda e narrare la storia della modernizzazione dei nostri Paesi,in cui le Donne furono soggetto ed oggetto al tempo stesso, sopratutto un occasione di crescita della consapevolezza di come una Donna, da un lato comune e dall’altro eccezionale, contribuì all’affermazione della nostra identità culturale, all’alfabetizzazione del popolo Oranese e di come clamorosamente si operò per la crescita collettiva delle Donne, della loro evoluzione e alla coscientizzazione di essere protagoniste della vita economica e politica del paese. Fu una delle poche Donne sarde a rappresentare, cosi tenacemente, e a contribuire alla diffusione del Partito Sardo d’Azione; Marianna riuscì a fare tutto ciò, stando sempre chiusa nella sua casa a causa della malattia, fu lei addirittura a cucire la bandiera del Partito e da combattente antifascista aiutò persino l’amico Emilio Lussu a nascondersi nella sua casa ad Orani dentro una botola sotterranea evitando che i fascisti lo catturassero. Il suo essere Donna estremamente politicizzata, caratteristica d’eccezione per il tempo, fece si che si differenziasse dalle altre Donne, veniva infatti chiamata con l’appellativo di “Mariannedda e sos Battor Moros”. Mostrò, con orgoglio e talvolta con imprudenza, il proprio amore per la Sardegna. La tenacia ed il coraggio la portarono a dichiarare apertamente, a discapito della sua incolumità, il suo essere antifascista. Lottò contro le forze del governo che opprimevano la popolazione sarda come del resto quella italiana. Cattolica convinta, ma spinta dal suo fedele spirito critico nei confronti di una chiesa non sempre giusta e libertaria, (decide ancora diciassettenne di dedicare tutta la sua vita al Sardismo, ai diritti della Donna e all’emancipazione del popolo Oranese.
“Maestra” del popolo Oranese, ma soprattutto fiduciaria dei suoi compaesani, che vivendo in una condizione di assoluto analfabetismo, trovarono in lei una guida, un’ insegnante, un’ispiratrice che potesse illuminarli su vicende sociali, politiche, che potesse tradurre o scrivere lettere, insegnare loro perfino a firmare, tentando di rendere in tal modo, soprattutto le Donne, autonome nelle faccende burocratiche familiari. Acuta osservatrice e scopritrice di talenti era capace di intuire quali fossero le peculiarità delle persone, divenendo una consigliera per chiunque avesse necessità di un incoraggiamento. Sardista convinta, intervenne (invitata dai compagni di partito) al congresso provinciale del Partito Sardo insieme all’avvocato e leader dell’antifascismo Nuorese Pietro Mastino allora presidente dell’assemblea Nuorese, nonché fondatore insieme a Lussu e Bellieni del Partito Sardo. Collabora fino al 1926 a “Il Solco” quotidiano del Partito Sardo d’Azione, pubblicherà le sue poesie sulle riviste “Cordelia”, “Lumen” e perfino su una rivista “Lux” pubblicata a Firenze e sottotitolata “Giornale delle portatrici di lampade”.  “Augurandomi” che qualcun altro sentirà, come me, il desiderio di indagare, ancora, alla scoperta di questa Donna cosi “illuminata”. Augurandomi che le persone che mai avevano sentito parlare di Marianna, si appassioneranno alla sua vita. Augurandomi che chi in passato l’ha conosciuta, ma mai apprezzata, si accorgesse ora di quanto abbia fatto per la Sardegna e per il suo paese. Aspetto con ansia il giorno in cui chi, insieme a me, saprà render noto, attraverso la pubblicazione di un libro, la grande opera di Marianna, allora potrò ritenermi davvero soddisfatta e potrò considerare questo mio lavoro davvero concluso. Ricordi, fantasie, fantasmi, eroi e vili, a distanza di tempo giudicano il “bene” allo stesso modo; lontani da invidia, interesse, ottusità, passione politica, amore, odio, rivalsa, tutti riconoscono finalmente i meriti, l’onestà, l’intelligenza, la sofferenza la cultura, il sacrificio e l’ideale. Ringrazio Marianna per avermi trasmesso l’orgoglio di essere Donna e di essere sarda, la passione per la cultura, la forza di affrontare le avversità, il coraggio di sopportare la malattia; ammiro la caparbietà nel vincere l’isolamento, la capacità di non piegarsi alla cultura dominante, la lucidità nel giudicare gli eventi mentre accadono, la dedizione totale alla causa in cui credeva, la volontà di restare nell’ombra; insensibile alle lusinghe, incurante dei rischi e delle minacce, lontana dal conformismo in una realtà e in un epoca storica particolarmente attenta a comportamenti, idee, manifestazioni e scritti non in linea con le direttive e gli obiettivi della politica.

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Un commento

  1. un saluto a marta e un ulteriore ringraziamento per il sito mariannabussalai.org che però non è più raggiungibile…come mai?è possibile risolvere il problema?
    ciao
    marco schirru

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