UNA STORIA TOCCANTE DI EMIGRAZIONE: L'ADOLESCENZA PRIVA DI AFFETTO DI LEONARDO RAPONI, "SENZA ORIGINI" IN ARGENTINA

oggi Leonardo Raponi "ricorda" la Sardegna con i quadri che dipinge

oggi Leonardo Raponi "ricorda" la Sardegna con i quadri che dipinge


di Teresa Fantasia

Artista autodidatta. Nato a Roma di madre sarda e padre romano portato in emigrazione da bambino. Una vita travagliata la sua, segnata dal dolore dalla prima infanzia. Aveva 3 anni  quando mori la giovanissima mamma, Iside Cuccu originaria di  Muravera  nata nel seno di una famiglia poverissima emigrata a  Roma. Pietro Cuccu  portò con se sua moglie Emilia Cuccuru e i suoi 14 bambini a Roma alla ricerca di un miglior futuro che la Sardegna non offriva a suoi figli, stabilendosi a Ladispoli. Iside era una bella ragazza, sensibile e dolce, diciottenne sposò Giorgio Raponi rampollo di una famiglia benestante. Iside partorì due figli uno mori piccolissimo . Papá era un “dandy” dice Leonardo , figlio di ricchi, bello, biondo, occhi azzurri, raffinato. Io invece sono basso assomiglio a mamma. Quanti l’hanno conosciuta, la ricordano come una donna dolcissima che aiutava tutti dimenticando se stessa. racconta commosso. In Italia c’era la guerra e il cibo era scarso: la giovane spesso non mangiava per aiutare gli altri  più bisognosi. La sua generosità non fu ripagata, Iside morì di tubercolosi ad appena 24 anni. Morta la moglie, Raponi emigra in Argentina lasciando il piccolo Leonardo da una zia materna. Ritorna un anno dopo per riprendersi il figlio. Un nuovo choc per il bambino che si vide allontanare dalla zia-mamma. “Papà mi portò a Buenos Aires. Con due  fratelli creò un’azienda: si occupavano di costruzione in appalti di lavori pubblici. Papà viaggiava  continuamente per lavoro. Fu contattato dal Governo della provincia del Chaco per lavori importanti. Lì  sposò una donna argentina:  ebbero 6 figli. Dopo 5 anni Giorgio Raponi torna a Buenos Aires e si riprende Leonardo:  Avevo 8 anni. Un brivido di dolore  attraversa  il suo corpo, gli  occhi si velano con un ombra cupa, continuando a raccontare: Per la seconda volta mi strappa dalle braccia di  una zia che mi voleva con sè. Teresa non puoi immaginare come è cambiata la mia vita, ne quanto ho sofferto. Chiudi gli occhi un attimo e immagina: un bambino nato in una culla d’oro, cresciuto  in una casa benestante, coccolato come un signorino, trasferito in un ambiente  ostile  e selvaggio! Perché così era il Chaco 50 anni fa!  Abitavamo  a Puerto Bermejo in mezzo al nulla, in un ambiente poverissimo, gli indigeni Toba vivevano mezzo nudi, cacciavano con arco e frecce,mi sentivo spiazzato. Sono stati anni durissimi, i miei nonni paterni erano rientrati in Italia: aiutavo mio padre  come manovale  nella costruzione dell’Aeropuerto internacional di Resistencia. Il  governo del Chaco però non ha rispettato i contratti, non versava i soldi. I lavoratori protestarono adirati contro mio padre che era il responsabile e l’impresa crollò. La nostra situazione diventò estremamente difficile, la fame era la mia compagna. Avevo 18 anni ero stanco di quella vita e di subire il maltrattamento della mia matrigna. Un giorno  presi un treno  per Buenos Aires e cercai la casa di mia zia, mi batteva il cuore quando ho premuto il campanello. Zia si è affacciata al balcone, conciato come ero con i capelli rossi schiariti dal sole del Chaco non mi riconosceva poverina! Sono Leonardo mamma ho gridato. Sono rimasto a vivere da lei finché mi sono sposato. Lei è morta due anni fa! Ho lavorato con i miei zii, la voglia di riscatto era immensa! Poi ho conosciuto Graciela un grande donna, forte e coraggiosa. E’ stata lei ad incoraggiarmi a studiare. Ci aiutavamo a vicenda  io facevo i disegni e lei mi aiutava con la matematica  Ci siamo sposati il 7 maggio del 1971: abbiamo due figli, Iside che  ha 3 bambini e Sebastian ne ha due. Siamo genitori e nonni felici”.

Quando hai scoperto questo amore per la pittura? La pittura  mi è sempre piaciuta. Non  ho frequentato la scuola d’arte: sono autodidatta  ,quando non lavoravo dipingevo  senza sosta.

Se tuo padre non ha mai detto una parola sulla famiglia rimasta in Italia  come hai saputo che tua mamma era sarda? Io sono cittadino italiano quindi mi sono presentato al consolato volevo fare il servizio militare in Italia. Un giorno arrivò a casa una lettera dal consolato: la mia famiglia mi stava cercando! mia nonna non aveva smesso mai di cercarmi! Purtroppo era morta da due anni. Siamo andati con Graciela a Roma a trovare i miei parenti: in Italia ci siamo stati due mesi. Ci sono tornato più avanti per delle mostre: le più importanti  a Pietra Santa e a Treviglio: esperienze meravigliose. Attualmente molti miei quadri sono in diversi luoghi di Buenos Aires. Sto preparando un mostra sulla Sartiglia di Oristano: 12 quadri  che voglio dedicare a Mamma e alla sua terra”

Si accendono le scintille nei suoi occhi! “Teresa non sai quanto ti ringrazio! Devi scrivere che sei stata tu ad ispirarmi, a spingermi a fare questo: non sapevo nulla della Sardegna! Non sapevo nulla delle miei origini!

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

5 commenti

  1. Caro Massimiliano Grazie di cuore per pubblicare un riassunto della storia di Leonardo Raponi ,domani domenica 6 marzo sarà mio ospite nella trasmissione Sardegna nel cuore alla Radio Genesis di Buenos Aires . dalle 12 alle 13 ora Italiana 8 a 9 ora Argentina.
    importante sottolineare che Radio gensis trasmete in streaming con audio e video in vivo
    cari saluti Teresa

  2. Lucinha Dettori (Belo Horizonte - Brasile)

    Sono commossa,
    Belissima Teresa, bella storia, come tanti altri che ho letto attraverso la fermata in turtus, ma confesso che la sua storia semplice e vera di ritrarre la sofferenza di un’uomo che un giorno ha scoperto le tue radice sardi, come la mia storia, mi ha fatto pinaggere.
    Já perso il conto di quanti volte ho provato a scrivere la storia per i miei nonni sardi, forse perché sono molto prolixa e quindi mi poerdo facilmente il filo … o forse per che la storia di loro si sta perdendo nel tempo cosi diventando troppo frammentato. Forze sia questo,non lo so, ma non mi si sentono apace di tradurre in parole la triste saga di mie nonni in Brasile. Così ho smesso di scrivere.
    Teresa, io ho visuto piu di 10 anni nel sud di Santa Catarina e non ha mai avuto l’opportunità di andare ad essa in Argetina. Ora ho un invito irresistibile per andare al Comune di Palma Sola una città a sud di Santa Catarina piena di grande capriccio tradizioni. Saro soli 15 km dal confine tra Brasile e Argintina. Vediamo. Vorrei dirvi che la prossima settimana farò una traduzione del suo articolo in Tuttus in Pari al Blog Sardegna Sa Terra Mia in portoghese.
    Grande abbraccio e buon Carnevale. complimenti a voi per l’Artico e il bel dipinto di Leonardo, raffigurante la Sartiglia.
    Lucinha Dettori – Brasile

  3. antonio sanna

    credo che leonardo debba vedere la sartiglia mi stanno venendo le lacrime…….

  4. Cara Lucinha grazie di cuore ,sono felice che ti sia piaciuta la storia di Leonardo ,devo dirti che ogni volta che lo incontro o parliamo al telefono mi racconta tantissime anedotte della sua vita che lo ho incoraggiato a scrivere un libro autobiografico ti assicuro che si potrebbe fare un bellissimo film !
    Lo stesso consiglio a te scrivi la storia di tuoi nonni magari pian piano ogni cosa che ricordi e dopo puoi farti aiutare magari da un editore per dare forma al libro ,le storie degli emigrati non devono perdersi !
    Sui Sardi di Santa Catherina ho sentito parlare mi piacerebbe in giorno poterci andare , se vieni al Argentina fammi sapere ,sarà un piacere incontrarti
    Un abbraccio da Buenos Aires

  5. Caro Antonio sarebbe bellissimo che Leonardo possa vedere in loco la Sartiglia!vivere e sentire tutta la grande emozione di questa grandiosa giostra . farebbe sicuramente tanti splendidi quadri !
    un caro saluto Teresa

Rispondi a TERESA FANTASIA Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *