di Cristoforo Puddu
La decisione del ministero delle Politiche agricole, di ridurre a 140 tonnellate la pesca del tonno rosso, è l’ultimo colpo inferto alle tonnare fisse de Sulcis che, per sopravvivere e tutelarne il patrimonio socio-economico, hanno necessità di un’attribuzione almeno doppia. La Regione Sardegna denuncia “calcoli meramente burocratici che non tengono minimamente conto della cultura, degli aspetti produttivi e sociali”; oltretutto viene calpestata anche la competenza primaria in materia di pesca e riconosciuta alla Regione per statuto. La pesca del tonno ha una ritualità e tecnica consolidata da tradizioni di pratica antica. Introdotta in area mediterranea dagli arabi -il comandante dei pescatori conserva tuttora il titolo di Rais– e giunge in Sardegna intorno al 1400 con gli spagnoli. La mattanza, fase conclusiva di una pesca dai lunghi preparativi ed estremamente emozionante per lo “spettacolo sanguinoso e crudele”, si pratica nel mese di giugno. I pescatori tabarkini, prima della mattanza, recitano diverse rituali preghiere (Ave, Credo, Pater) e s’invocano particolarmente ai Santi Antoniu, Giorgiu, Gaitan e Pè. Il tonno rosso (Thunnus thynnus, Linnaeus 1758), grande pesce pelagico appartenente alla famiglia Scombridae, è diffuso nell’Oceano Atlantico, mar Nero meridionale e mar Mediterraneo (dove supera la lunghezza dei 3 metri con esemplari di oltre 700 chilogrammi). Il tonno mediterraneo, specie conosciuta ed apprezzata fin dall’antichità da Fenici, Cartaginesi, Greci e Romani, è attualmente ricercato e valutato nel mercato di Tokyo. Diverse le normative nazionali e internazionali che ne regolamentano il prelievo e le misure conservative in atto che però, per l’impatto sociale e occupazionale nel martoriato Sulcis, non giustificano assolutamente la nuova bozza di decreto ministeriale.
Mi dipiace tantissimo sentire queste notizie riguardo la pesca. Penso che sarebbe opportuno fare davvero dei controlli pesanti a chi fa i “tour in barca killer” tramite reti illegali, penso siano tantissime le barche che stiano rovinando la fauna ittica in questo modo. La cosa spiacevole è che poi si sentono notizie riguardanti controlli per i pescatori a terra che bene o male non fanno quasi mai danno.