IL PIEMONTE INCONTRA LA SARDEGNA: LA SETTIMANA CULTURALE ISOLANA AL CIRCOLO "QUATTRO MORI" DI RIVOLI

Gianpaolo Collu, presidente del circolo "Quattro Mori" di Rivoli


di Uccio Galantza

Che i sardi amino la propria terra è un dato di fatto, ma anche una cosa tutto sommato abbastanza ovvia. Che gli emigrati la amino ancora di più, lacerati dalla nostalgia e dall’amarezza di doverne stare lontani, è altresì scontato.  Ci sono svariati modi per vivere la propria sardità fuori dall’isola: c’è chi si accontenta di farlo passivamente, limitandosi magari a guardare di tanto in tanto qualche programma sulle reti televisive sarde che oltrepassano il mare attraverso il satellite o a seguire le partite del Cagliari; c’è chi frequenta i numerosi circoli sardi sparsi per il mondo, perché quattro chiacchiere “in limba”, magari accompagnate ad un bicchierino di mirto, possono essere un grande antidoto alla nostalgia. C’è anche chi ascolta musica sarda, magari dalle tante radio isolane che trasmettono in streaming, ovvero via internet. E c’è chi queste cose le fa tutte, perché il contatto con la propria terra – specie quando si è fuori – non è mai abbastanza. Ma c’è pure chi vive la propria sardità in modo “attivo”, facendo musica a cantando in limba, per esempio: sono davvero numerosi i gruppi e gli artisti sardi emigrati o di “seconda generazione” (cioè figli di emigrati sardi nati “in disterru”) che propongono canzoni in sardo, spaziando nei più svariati generi musicali, dai canti tradizionali all’hip-hop, passando per il pop rock e l’heavy metal. Iniziativa lodevole, quella del circolo “Quattro Mori” di Rivoli (Torino), nella consueta “Settimana culturale sarda”. Ha organizzato una sorta di mini-festival che ha visto alternarsi sul palco cinque tra gruppi e cantanti di svariati generi, ma con un unico comune denominatore: quello di vivere “in contumacia” l’amore per la propria terra. Hanno aperto la serata i Manacuma: una colorita band formatasi a Torino qualche anno fa, i cui dieci componenti hanno provenienze perlopiù dalle regioni dell’Italia meridionale, e che propone rivisitazioni di pizziche, tarantelle e tammurriate tipiche. Tra i componenti, anche Stefania Spanedda, di origine sarda ma torinese d’adozione. Poi è stata la volta di Massimo Zaccheddu, cantautore nato e cresciuto a Santhià, nel vercellese, figlio di emigrati di Villacidro. Zaccheddu ha al suo attivo un’importante partecipazione al programma radiofonico Demo di Radiouno Rai, oltre che innumerevoli spettacoli nei circoli sardi di mezza Italia. Ha proposto alcuni brani classici e di sua composizione. A seguire, il cantautore Gianluca Cotza, più noto come Quintomoro: anche lui nato e cresciuto in Piemonte, figlio di emigrati del Sulcis. Gianluca ha offerto al numeroso pubblico in sala – presente anche il sindaco di Rivoli, Franco Dessì, anch’esso emigrato sardo – un assaggio del suo primo album, “Quintomoro”: canzoni “di protesta”, ma anche ironiche o intime riflessioni autobiografiche. E’ stata poi la volta dei Nebbia, una rock band torinese il cui leader Luca Porru è figlio di emigrati di Lunamatrona e Barumini. La band ha già calcato importanti palcoscenici in ambito nazionale. Il loro rock puro e duro ha trascinato il pubblico, specialmente quello più giovane. Hanno chiuso la kermesse una simpaticissima e variegata formazione dal nome alquanto curioso: “Lame a foglia d’oltremare”. Sono cinque musicisti provenienti da svariate zone dell’isola conosciutisi a Bologna, città in cui nel 2004 si è formata la compagine. Stravagante il loro repertorio, con brani che spaziano dai testi in sardo campidanese a quelli in lingua francese su ritmiche tipiche isolane. Le “Lame a foglia d’oltremare” hanno al loro attivo un cd omonimo ed i loro brani sono stati inseriti in varie compilation. Fulcro dell’organizzazione della serata è stato Giancarlo Palermo, anche lui sardo, bolognese, promotore del progetto Brinc@, un’associazione che si prefigge lo scopo di diffondere e promuovere la musica sarda al di fuori dell’isola. Numerose le iniziative già portate in giro per l’Italia e l’Europa. Durante la settimana sarda del circolo di Rivoli che con i suoi 1200 iscritti è uno dei più grandi, si sono susseguiti sul palco anche il gruppo a tenores Santa Sirbana di Silanus, il chitarrista F. Masala che ha proposto i tipici “canti in re” della tradizione isolana ed il gruppo di Ballo Sardo del circolo stesso, a dimostrazione che le tradizioni possono essere salvaguardate e diffuse pur vivendo dall’altra parte del mare. La serie di spettacoli è stata arricchita anche dal prestigioso intervento del giornalista Paolo Pillonca. Di rilievo anche gli appuntamenti a carattere informativo e solidale su temi di particolare importanza: tavole rotonde su Talassemia e trapianti, con interventi di eminenti luminari, ma si è discusso anche di adozioni a distanza e ricette sarde. Il tutto si è concluso con la “Missa Manna” celebrata in sardo da don Egidio Deiana. Soddisfatti il presidente del circolo Gianpaolo Collu ed i membri del direttivo.

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