SCOPERTA A PISA UNA "CARTA SARDA" SCRITTA IN CARATTERI GRECI: RITROVAMENTI, ARTICOLI E POLEMICHE

piazza dei Miracoli a Pisa

piazza dei Miracoli a Pisa


di Gian Piero Pinna

Il 6 dicembre scorso, presso l’Archivio capitolare di Pisa. è stata resa pubblica un’importante scoperta di un gruppo di studiosi sardi: una pergamena contenente l’inventario dei beni immobili che il Giudice di Cagliari, Mariano Torchitorio, donò alla chiesa sassarese di Santa Maria di Pisa. Ne ha dato notizia il telegiornale di Rai 3 Regione, scatenando poi una polemica con un articolo firmato da Paolo Merlini e apparso sul quotidiano sassarese, “La Nuova Sardegna”. Per capirne di più, ho sentito Giovanni Lupinu, colui che ha rilasciato l’intervista “incriminata” al telegiornale Rai.

Che cosa è successo? “Col professor Paolo Maninchedda dirigo una rivista che si chiama “Bollettino di studi sardi”; nell’ultimo numero sono stati pubblicati risultati di un interessantissimo ritrovamento. Si tratta di una nuova carta sarda, scritta però in caratteri greci, databile fra il 1108 e il 1130, ritrovata a Pisa, che si va ad aggiungere ad un’altra analoga carta sarda, conservata a Marsiglia e databile intorno al 1081 – 1089. L’importanza di questo ritrovamento sta nel fatto che documenta, per il Giudicato di Cagliari, la persistenza dell’uso dell’alfabeto greco a cavallo tra l’XI e il XII Secolo”.

Perché la conservazione dell’uso dell’alfabeto greco in un testo sardo-campidanese? “Era semplicemente un modo per ricollegarsi all’impero bizantino; in sostanza, serviva ad esternare – anche simbolicamente – la discendenza da quell’impero. Sul ritrovamento di questa carta, in qualità di direttore della rivista, mi è stata chiesta un’intervista dal TG3, che ben volentieri ho concesso, d’accordo con gli autori della scoperta. Dopo l’intervista, però, è uscito un articolo sulla Nuova Sardegna, a firma di Paolo Merlini, nel quale si asserisce che gli autori del ritrovamento non sarebbero stati assolutamente informati di questa mia comunicazione. Comunicazione, fra l’altro, voluta dal professor Paolo Maninchedda, che è colui che gestisce i rapporti con la stampa. L’accusa, dunque, è assolutamente falsa in quanto – non solo ho provveduto ad informare gli autori dell’articolo pubblicato ora sul Bollettino di studi sardi: Paola Crasta, autrice del ritrovamento, che sta a Pisa, Giovanni Strinna, autore dell’importantissima edizione del testo, e Alessandro Soddu che ne ha fatto un breve commento storico – ma ho concordato con loro lo stesso testo trasmesso al giornalista del TG3. Forse si è voluto creare una polemica ad arte: la Nuova Sardegna non ha avuto per prima la notizia. Non comprendo le ragioni di questa polemica e non voglio fare ipotesi. Quanto è stato scritto, però, è falso e offensivo nei miei confronti.

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3 commenti

  1. sto cercando Paolo Merlini di Nuoro, è nato nel 1959, ha studiato all’Università di Bologna D.A.M.S. Spettacolo o arte. Non so se si tratti della stessa persona. Se si riconosce nella descrizione può scrivermi una mail federicavivani@libero.it

  2. chiedo se Paolo Merlini autore dell’articolo è nato nel 1959 a Nuoro e se ha studiato al DAMS di BOLOGNA, nel caso può contattare se lo desidera federicavivani@libero.it

  3. Ho sentito questa storia della pergamena in greco riportante uno scritto in sardo su altri portali e penso non ci sia da stupirsi troppo; la Sardegna in quel periodo aveva comunque un’identità forte e parecchi contatti.

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