OLIENA NEI RACCONTI DI GRAZIA DELEDDA: UN LIBRO, UN PAESE E UNA DONNA


di Giovanni Mameli

La scrittrice nuorese aveva una straordinaria memoria fotografica. Tutto quello che vedeva rimaneva impresso nella sua mente anche a distanza di anni. Questo repertorio di immagini – che riguardavano le persone e la realtà esterna – veniva utilizzato durante la stesura dei romanzi e delle novelle. Insomma non inventava nulla, raccontava storie vere popolate da uomini e donne realmente esistiti. Il che le procurò non pochi fastidi. Infatti certi lettori notarono che i personaggi da lei raffigurati erano presi di sana pianta dalla società sarda (in particolare dai centri grandi e piccoli della Barbagia). Il più delle volte le loro storie erano torbide e con risvolti negativi. Questo spiega in larga misura l’ostilità dei nuoresi, via via che uscivano i suoi libri. Oggi le cose sono cambiate in meglio. Grazia Deledda è amata dai suoi concittadini: a lei hanno dedicato convegni, pubblicazioni e un parco letterario. Anche il Comune di Oliena (presente nelle sue opere) si è sdebitato con una recente iniziativa editoriale a cura di Gianni Pititu e Luigi Crisponi, dal titolo “Oliena nei racconti di Grazia Deledda”. Promotore del libro, con ricche illustrazioni a colori, è l’hotel su Cologone. L’autrice di “Canne al vento” e di “Cosima” era una grande camminatrice. Percorreva a piedi in lungo e in largo i paesi dove si recava per le sue ricerche sulle tradizioni popolari o per svago. Da giovane (prima di trasferirsi a Roma grazie al matrimonio con Palmiro Madesani) era curiosa di tutto, spigliata e ambiziosa. Amava parlare con la gente, memorizzando il loro linguaggio e molte informazioni di prima mano. A Oliena andò parecchie volte, data la vicinanza di pochi chilometri con Nuoro. Questo microcosmo la affascinava per il paesaggio circostante (dominato da montagne impervie) e per il fascino delle case e la fierezza delle donne. Di tutto questo c’è traccia nelle sue pagine. Anche se non scrisse mai un intero romanzo ambientato a Oliena, il paese è citato spesso. Come osserva nella introduzione Gianni Pititu, non è solo la Deledda a raccontare la vita a Oliena. Un altro grande scrittore vissuto dopo di lei, Salvatore Satta, è rimasto affascinato da questo centro dell’interno, raffigurandolo nel romanzo “Il giorno del giudizio”.
Pititu alla fine del suo discorso mette in luce una lacuna, scrivendo: “Eppure, nonostante lo spettacolo naturale e il ricco materiale folkloristico che questo paese ha offerto alla penna della Deledda, Oliena non è ancora entrata a far parte, come avrebbe diritto, del Parco deleddiano. Una esclusione incomprensibile e incongruente, una lacuna culturale che andrebbe colmata”. Raffrontando le immagini fotografiche del libro e le descrizioni ambientali (specie quelle del vecchio centro storico) ci si accorge che molte abitazioni, le strade e certe botteghe sono rimaste quelle di una volta. A differenza delle periferie che hanno un aspetto decisamente moderno. Il che costituisce una risorsa, un’attrazione per flussi turistici (italiani e stranieri) attratti da un mondo incontaminato, che propone cibi e prodotti artigianali locali. Tornando alla Deledda, ecco come ritrae le donne nel romanzo “Canne al vento”, con un realismo crudo e magico allo stesso tempo: “Giacinto guardava le donne che andavano a messa, composte, rigide, coi visi quadrati, pallidi nella cornice dei capelli lucenti come raso nero, i malleoli nudi di cerbiatta, le belle scarpette fiorite: sedute sul pavimento della chiesa, coi corsetti rossi, quasi del tutto coperte dai fazzoletti ricamati, davano l’idea di un campo di fiori”. In linea di massima le figure femminili di Oliena appaiono belle e forti, grandi seduttrici e lavoratrici, consapevoli che l’esistenza umana è una dura lotta per la sopravvivenza e per la propagazione della specie. In loro era presente una propensione al commercio. Si spingevano sino a Nuoro, assieme a cavallini carichi di vino e aceto, cestini pieni di frutta fresca e secca, tessuti in orbace.

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Un commento

  1. Sono stato ottimamente impressionato dalla lettura/recensione del libro “Oliena nei racconti di Grazia Deledda”. Oltre aver letto svariate opere della Deledda, conosco anche Oliena, per cui, oltre al commento, desidero sommessamente chiedere indicazioni circa le modalità per reperire il testo. Grazie di cuore per l’attenzione. Mario Roda.

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