IL LIBRO DI STEFANIA DE MICHELE "L'ARCANO MINORE": ELEONORA D'ARBOREA TRA MITO E REALTA'


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Un velo di mistero accresce la fama di Eleonora d’Arborea, che la storia consegna al mito per farne un’eroina di imperitura memoria. Carlo Cattaneo, un grande intellettuale del XIX secolo, scrisse di lei: “… è la figura più splendida di donna che abbiano le storie italiane, non escluse quelle di Roma antica”.
Che cosa dunque la rende così tanto speciale? Anzitutto il fatto di essere donna e regina in un mondo declinato al maschile. Nel XIV secolo Eleonora lega il suo nome alla storia della Sardegna: regge le sorti del giudicato di Arborea per quasi vent’anni e fa suo il sogno irredentista del padre, Mariano IV, che voleva riunire la Sardegna in un unico regno. La sua opera raggiunge l’apice nella promulgazione di un corpo di leggi scritte, la Carta de Logu, che per chiarezza e innovazione non ha eguali nella sua epoca e costituisce una pietra miliare nella storia del diritto. Ma Eleonora d’Arborea è soprattutto una donna e una madre, una figlia e un’amante, nella cornice di una Sardegna arcaica, che profuma di incenso e zolfo, la terra aspra dove magia e superstizione piegano all’irrazionale il corso degli eventi. Il libro di Stefania De Michele prova a seguirne le tracce lasciate dai pochi documenti che ci sono pervenuti, e ci restituisce (prendendosi qualche libertà) la vita di una donna che ha saputo cambiare la storia della propria terra.

Dalla prefazione di Giacomo Mameli: È giusto riportare in primo piano la figura della donna sarda più importante della nostra storia passata. È giusto in questo momento di universale – pur tardivo – riconoscimento dei valori e delle virtù femminili, dal Brasile di Dilma Roussef alla Birmania di Aung San Suu Kyi, dalla Germania di Angela Merkel alle nuove figure finalmente emergenti anche nel panorama sociale italiano. Perché Eleonora d’Arborea è una delle poche (e dei pochi) Grandi da inserire nel Pantheon della Sardegna. E se si potessero assegnare i Nobel alla memoria, sicuramente la giudicessa oristanese, che ha regalato al mondo una delle prime Costituzioni civili e progressiste, starebbe meritatamente vicina a Grazia Deledda. C’era bisogno di questo libro. Bello perché insolito. Utile perché documentato come pochi altri. Perché – nei personaggi centrali ma anche e soprattutto in quelli minori – svela segreti che non erano noti. Racconta in forma inedita e coinvolgente il medioevo sardo che riconosceva alla donna un ruolo sociale e diritti civili pari a quelli degli uomini. L’autrice, in due anni di ricerche, ha scavato nelle pagine di secoli pieni di fascino ma che ancora non ci erano stati restituiti nella loro compiutezza perché affidati a ricostruzioni complicate, contorte. E la lettura delle pagine di storia diventava straziante. Stefania De Michele è una giornalista, non una storica. Laureata in Scienze Politiche si è occupata molto di Emilio Lussu e solo negli ultimi anni ha scoperto la calamita che l’ha portata ai giorni dei feudi quando “tutto in Sardegna si muove più lentamente, secondo i ritmi dilatati di una peculiare inerzia storica”. Ed ecco che foglio dopo foglio sembra di assistere in diretta a una fiction storica con la regia di una cronista che conosce le tecniche filmiche e televisive per raccontare i suoi Annales. Ci mostra un mondo sconosciuto ai più, anche a chi è stato tra i banchi di un liceo o di una università ma non ha mai potuto frugare nei comportamenti dei nostri antenati. […]
Nelle ultime pagine – tra la morte di Eleonora e una sintesi efficace degli articoli più moderni della Carta De Logu – l’autrice alza il tono del racconto. Che diventa psicologico, storico, sociologico, cronache di potenti e di umili, di regnanti e sudditi. Con una qualità della scrittura ormai insolite. C’è eleganza nel dire e nel porgere in questo libro. Qualità che è ormai rara avis nella saggistica e nella letteratura contemporanea. Leggerete naturalmente un libro di storia. Che mancava. Stefania De Michele ha colmato – con sapienza – una grave lacuna.

Stefania De Michele è nata a Milano da madre milanese e padre cagliaritano. Laureata in Scienze Politiche, vanta un passato di cestista ad alto livello. Ha vestito la maglia di varie squadre di serie A e quella azzurra della Nazionale italiana. Giornalista professionista, ha iniziato la sua carriera collaborando con le pagine sportive del quotidiano “La Nuova Sardegna”. Oggi è redattrice dell’emittente televisiva Sardegna Uno e collabora con la redazione sportiva di Mediaset.

 

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